25 maggio 1979
Menandro “ritorna” a Lipari
Il giorno 25 del prossimo mese di maggio
avrà luogo a Lipari una manifestazione culturale di notevole interesse. In
occasione del congresso di studi sul Dramma Antico, che terrà a Lipari alcune
sedute, verrà presentata in anteprima nel Teatro all’aperto del Castello una
commedia di Menandro, la Samia (La donna di Samo) che verrà poi ripresa con
qualche altra recita nel corso della
stagione estiva.
La Samia era una delle famose commedie di
Menandro, una di quelle che avevano avuto maggiore successo. Con essa l’autore
aveva conseguito una delle maggiori vittorie della sua carriera artistica nei
concorsi teatrali che si facevano ad Atene in occasione delle Dionisie o delle
Lenee, le feste in onore del dio Dionisio, e a seguito di questa vittoria aveva
dedicato un rilievo marmoreo, opera famosa anch’essa, di eccellenti scultori,
del quale ci sono pervenute alcune repliche di età romana.
Ma la Samia, così come tutta l’opera
letteraria di Menandro, nonostante la enorme fama di cui per secoli ha goduto
questo scrittore era andata perduta nei secoli di mezzo, e solo da pochi
decenni il testo di essa è stato almeno parzialmente riscoperto nei papiri
egiziani. Faticosamente decifrato e ricucito è stato integrato nelle numerose
lacune, sicché oggi se ne può presentare una versione coerente, così d’altronde
come di un’altra commedia menandrea il Diskolos (l’uomo difficile).
Menandro, nato ad Atene nel 341 a.C., al
tempo cioè di Alessandro Magno è morto nel 290 all’età di 52 anni, è uno dei massimi commediografi
della Grecia e creatore (insieme a qualche altro scrittore di poco più anziano
di lui come Difilo e Filemone) di quel genere teatrale che i grammatici
alessandrini di un secolo dopo hanno chiamato “La commedia nuova” per distinguerla
da quella di Aristofane del V secolo a.C.
Mentre la commedia di Aristofane era
soprattutto buffonesca, ridicola, piena di trovate originali ed ardite, e
carica di satira politica, la “commedia
nuova” di Menandro è una commedia di carattere, che rispecchia la vita quotidiana della borghesia
ateniese della sua età. Piccoli intrighi familiari, contrasti di carattere,
disaccordi spesso generati da malintesi, danno luogo ad intrecci complicati,
che per essere capiti dagli spettatori richiedono un prologo che li metta al
corrente degli antefatti da cui l’azione scenica prende origine.
I personaggi sono dei “tipi” comici ben
definiti: il vecchio bonario, il vecchio arcigno, il giovane innamorato, il
giovane timido, il soldato millantatore, lo schiavo astuto e intrigante, il
parassita, la moglie petulante e chiacchierona, la ragazza sedotta, l’etera,
ecc. ognuno vi rappresenta la propria parte. Nel mondo greco la commedia (così
anche la tragedia e il dramma satiresco) era rappresentata da attori che portavano
sul volto la maschera, una maschera che caratterizzava il personaggio cercando
di rilevarle anche nell’aspetto esterno, l’indole, il temperamento, l’umore da
cui ovviamente sarà determinato il suo comportamento. La maschera era quindi
una parte essenziale del costume scenico.
Ora il fatto di grande rilievo per Lipari è
che, se il testo della commedia di Menandro è stato riscoperto attraverso i
papiri venuti in luce negli scavi
dell’Egitto, le maschere relative alla commedia menandrea sono state scoperte a
Lipari negli scavi della necropoli eseguiti negli ultimi vent’anni. In questi
scavi infatti sono stati trovati centinaia di modellini in terracotta delle
maschere teatrali dell’età di Menandro ora esposti nel Museo Eoliano. Vi si
riconoscono quasi tutti i personaggi che sono descritti in un elenco
pervenutoci attraverso scrittori di età romana, ma risalente senza dubbio allo
stesso Menandro.
La straordinaria quantità di questi
modellini delle maschere della commedia nuova ci dimostra che i liparesi del
III secolo a.C. avevano per Menandro una enorme ammirazione. E ciò è confermato
dal fatto ancora più straordinario, che fra queste mascherette è stato trovato
anche un ritratto dello stesso Menandro. La Samia sarà quindi messa in scena
con le maschere originarie, con maschere cioè plasmate nelle dimensioni normali
e con gli stessi materiali usati
nell’antichità fedelmente riprodotte dai modellini trovati negli scavi di Lipari.
La ripresa delle commedie greche con le
maschere originali è un esperimento del tutto nuovo della riesumazione moderna
del teatro antico; un esperimento che si fa per la prima volta a Lipari perché
Lipari ha l’onore di aver portato attraverso gli scavi archeologici un
contributo importantissimo alla riscoperta di Menadro.
Luigi Bernabò Brea
Aprile 1979 (L’Arcipelago)
Cosa aggiungere
alle parole del nostro indimenticabile archeologo? La nostra comunità deve
rivendicare con orgoglio il proprio passato greco, la nostra grande eredità
culturale, gli ideale di solidarietà e di cooperazione che hanno caratterizzò i
nostri fondatori, gli ecisti che arrivarono da Cnido: Testore, Epiterside,
Gorgone. Dobbiamo fare del nostro patrimonio storico-archeologico un motore
dello sviluppo turistico chiedendo e provando ad ottenere per il museo ed il
Parco archeologico delle Isole Eolie il titolo di “Patrimonio dell’Umanità” in
aggiunta a quello per i valori vulcanologici e
geologici
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