L'area prospiciente il museo archeologico Luigi Bernabò Brea, quella che ospita le capanne dell’età del bronzo e i resti più antichi della città greca, gelosamente custoditi prima dal Prof. Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, quindi da tutti i direttori che si sono susseguiti alla guida del museo, è letteralmente sommersa, tra il disinteresse di chi dovrebbe occuparsene, tutelandola, dalle erbacce e dai rovi.
Uno spettacolo indecoroso, diventato ripetitivo nell’ultimo anno, che offende perché è la testimonianza immediata ed inconfutabile di come “tuteliamo” e “valorizziamo” il nostro patrimonio culturale.
Non bisogna dimenticare, infatti, che le capanne dell'età del bronzo rappresentano, da sempre, la prima, più importante immagine che accoglie i visitatori dell'area dell'acropoli.
Presentarle così agli occhi del mondo rappresenta sicuramente un pessimo biglietto da visita. Bisogna tenere anche in conto che queste piante infestanti “attaccano” con le loro radici questo patrimonio, rischiando di danneggiarle irrimediabilmente.
Urge restituire il dovuto decoro a tale patrimonio storico-culturale che non è solo della comunità eoliana e della struttura museale ma è del mondo intero.
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