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lunedì 24 ottobre 2016

Truffa all'AGEA. Carabinieri Sant'Agata Militello deferiscono 14 persone

LEGIONE CARABINIERI “SICILIA”
Comando Provinciale di Messina
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Comunicato stampa del 24 ottobre 2016

Compagnia di Sant’Agata di Militello

I Carabinieri della Compagnia Sant’Agata di Militello a conclusione di complessa attività di indagine, hanno deferito in stato di libertà 14 persone per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico in concorso.
L’attività investigativa svolta dalla stazione Carabinieri San Salvatore di Fitalia riguarda approfonditi accertamenti condotti su fondi agricoli e terreni destinati al pascolo, ubicati nel comune di fitalese. Dalle indagini è emerso che i soggetti, con analoghe modalità e con la complicità degli operatori dei CAA, dislocati in diversi comuni della Sicilia, tra cui Catania, Messina, Aci Castello, Novara di Sicilia, Rocca di Caprileone e Tortorici, dal 2003 al 2015, hanno richiesto ed illegittimamente ottenuto erogazioni pubbliche da parte dell’AGEA, per un valore complessivo di oltre 500.000 euro, dichiarando falsamente e all’insaputa dei legittimi proprietari, di essere usuari dei terreni poiché ceduti o concessi in locazione per agricoltura o pastorizia, senza realmente esercitare le attività.
I soggetti, incuranti delle norme, hanno inserito addirittura tra le particelle dichiarate un fondo in Contrada Bufana che loro hanno registrato come terreno agricolo mentre, in realtà, è un’area sottoposta a vincolo ambientale in precedenza adibita a discarica comunale, nella quale sono stati apposti i sigilli e che prossimamente deve essere bonificata. Una zona inserita dagli indagati come terreno agricolo che, in verità, è risultata essere una area boschiva impervia ed impraticabile. Diversi fondi sono stati illecitamente censiti come destinati al pascolo ed in realtà occupati da rovi, fitte vegetazioni e terreni scoscesi.
I Carabinieri documentavano in maniera approfondita l’articolata e complessa rete di rapporti, dove i fittizi allevatori trovavano la compiacenza dei funzionari pubblici, parti attive nelle attività, per realizzare il loro disegno criminoso finalizzato al mero arricchimento in totale disprezzo delle norme e dello Stato.

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