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lunedì 6 agosto 2018
"L'Italia che non c'era". Il libro della Cirinnà occasione per incontro di grande spessore civile e sociale.
COMUNICATO STAMPA
Di grande spessore civile e sociale il “Pomeriggio Culturale” del Centro Studi di ieri Domenica 5 agosto.
Si è parlato de “L’Italia che non c’era” il libro della senatrice Monica Cirinnà che racconta la dura battaglia per approvare la legge delle Unioni Civili che finalmente riconosce il diritto delle coppie dello stesso sesso a vivere il loro rapporto d’amore con il sostegno e la protezione di una legge dello Stato.
Diritto che l’Italia era fra le poche nazioni in Europa che fino a ieri continuava a negarlo.
La presentazione è stata caratterizzata dalla lettura di quattro lettere inviate all’autrice da cittadini comuni che volevano ringraziarla e sostenerla per l’impegno profuso nel riconoscimento di diritti fondamentali a persone cui erano negati per pregiudizi e convinzioni retaggio di un passato e ormai smentiti dalla ricerca e dalla scienza.
Quattro lettere che sono state presentate al pubblico da Davide Cannistrà e Paola Centurrino intervallandole agli interventi dei relatori.
Ha introdotto la riflessione, il dott. Michele Giacomantonio che ha ricordato che è riconosciuto che ormai l’omosessualità non rappresenta – come ancora si credeva qualche decina di anni fa – una perversione da condannare o anche il risultato di una ‘difettosa’ struttura psichica ma una condizione di vita che ha diritto di esprimere apertamente e liberamente la propria affettività orientandosi a un progetto di coppia vissuto nel dono e nell’affettività, da realizzare da ciò che sono e rivolti a colui o colei che sentono essere il completamento del loro desiderio affettivo.
Contro il pregiudizio e il sospetto verso gli omosessuali anche la Chiesa ha compiuto passi importanti ma altri è chiamata a compierne perché riconosca finalmente apertamente che la reciprocità, la passione, il rispetto, la magnanimità, la fedeltà, la donazione altruistica, la solidarietà e il sacrificio che caratterizzano l’amore in una relazione affettiva sono riscontrabili anche in una coppia omosessuale.
Il senatore Giuseppe Lumia, che come capo gruppo del PD nella Commissione Giustizia del Senato ha dato un contributo importante alla definizione della legge e alla battaglia per la sua approvazione rappresentando un riferimento costante per la relatrice Monica Cirinnà, ha illustrato come ci si è dovuti scontrare in Parlamento non solo con i settori più conservatori e retrivi ma anche di una parte dello stesso Partito Democratico che temeva che dal riconoscimento delle unioni civili potesse venire un indebolimento dell’istituto del matrimonio.
Difficoltà si sono trovate anche nei confronti di una parte della sinistra di origine comunista che giudicava i diritti civili come diritti borghesi e li vedeva in contraddizione con i diritti sociali.
Uno scontro giocato su di un margine ristrettissimo di voti e con il rischio che i passi compiuti faticosamente in avanti potevano annullarsi repentinamente da un momento all’altro di fronte all’insorgenza improvvisa di un intoppo e di una difficoltà come fu quando il gruppo di 5stelle che aveva accettato di sostenere la legge cambiò improvvisamente posizione nel volgere di una notte.
Infine l’intervento della senatrice Monica Cirinnà che ha comunicato ai partecipanti il suo stato d’animo durante questa battaglia: i momenti di gioia e di speranza quando la vittoria sembrava ad un passo dall’essere colta e quelli di abbattimento quando invece il
traguardo si vedeva allontanare o addirittura pregiudicare.
Uno stato d’animo cui sono state di sostegno le migliaia di lettere che le sono arrivate nella casella elettronica che il Senato aveva aperto a suo nome come fa con ogni membro.
Lettere che per la grandissima parte erano di ringraziamento e la spronavano ad andare avanti fino all’approvazione con la consapevolezza, però, che quello raggiunto non era il traguardo ma una tappa di un cammino che deve portare alla parità di diritti con l’istituto del matrimonio com’è in molti paesi d’Europa.
Ha chiuso il confronto l’intervento di un membro di una famiglia arcobaleno venuto all’incontro accompagnato dai suoi due bambini che grazie alla legge aveva potuto sposarsi l’anno scorso.
Ufficio Stampa
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