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lunedì 14 dicembre 2020

Il pane nella spazzatura e il momento difficile (di Francesco Coscione)

Stamattina ho visto questo pane nella spazzatura. Nessuno può e deve giudicare chi lo ha buttato, questo è ciò che servirebbe ai soliti noti per sfogare le proprie frustrazioni,  il vero problema non è questo.  Ogni italiano butta nella spazzatura circa 36 chili di cibo ogni anno, cento grammi ogni giorno, l'equivalente di un panino. I bimbi neri che muoiono di fame sono troppo lontani perchè ci facciano effetto. A loro, secondo molti, ci dovrebbe pensare il Papa con le ricchezze del Vaticano. A Lipari si moltiplicano, grazie a Dio, le iniziative d'Amore (la parola caritas la confondiamo con fare la carità) e le borse di spesa hanno, purtroppo, molti pretendenti. C'è un problema locale di povertà, di persone che fanno una fatica enorme a coordinare pranzo e cena, di genitori che dovranno scegliere fra il pane e il regalo ai bimbi. Poi c'è anche la nauseante frase: "non hanno voglia di lavorare" di "riusciti" che hanno fatto tanti sacrifici nella vita, come se gli altri non ne facessero. Abbiamo il giudizio e l'accusa in tasca e la usiamo come la pistola nel vecchio west. Il momento è drammatico e nessuno ha la sfera di cristallo per sapere se e quando finirà, adesso ciò che conta veramente è la solidarietà, la comprensione e il fare insieme. Ai credenti il Vangelo dice che l'elemosina copre una moltitudine di peccati, a tutti gli altri da sicuramente pace interiore. Il momento è molto difficile ma, per alcuni, lo è più che per altri, un Natale diverso vuol dire soprattutto questo.

Francesco Coscione

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