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domenica 30 gennaio 2022

Stromboli. La crisi delle guide vulcanologiche «Da tre anni siamo senza lavoro» (di Riccardo d'Andrea - Gazzetta del sud)

La crisi delle guide vulcanologiche «Da tre anni siamo senza lavoro»
Scalate non oltre i 400 metri, ma fino a 290 senza accompagnatore
Chiesto aiuto immediato alle Istituzioni. In mancanza di risposte saranno organizzate manifestazioni di protesta


La crisi economica in cui sta sprofondando la Sicilia non risparmia le guide vulcanologiche. Che al giorno d'oggi provano a sbarcare il lunario, dopo tempi certamente migliori. A mettere il carico da undici sono le “attività” registrate sui crateri sempre più irrequieti, con conseguenti restrizioni che impongono grosse limitazioni alle scalate. Ed ecco che questi professionisti lanciano un grido d'allarme alle istituzioni. Amaro è lo sfogo di Antonio Famularo, una guida vulcanologica strombolana che in una lettera alla Gazzetta racconta «la situazione in cui versano Stromboli e la maggior parte della popolazione che vive con piccole attività turistiche legate indissolubilmente al vulcano, quali alberghi, affittacamere, bar, ristoranti, negozi, taxi, pescatori, barcaioli, aliscafi».

“Iddu”, come lo chiamano gli eoliani, «era uno dei pochi vulcani al mondo visitabile, con escursioni in sicurezza fino a quota 900 metri sopra il livello del mare». Un'attrazione per migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. «Tutto questo - ricorda Famularo - non è più possibile dal 3 luglio 2019, a causa di un parossismo superiore che ha innescato il meccanismo della chiusura e con questo la fine della vita lavorativa degli isolani, ripercuotendosi in modo negativo su tutte le attività economiche locali. Il nostro mestiere di “guida vulcanologica”, figura per cui siamo formati per accompagnare persone in ambienti vulcanici ad alto rischio, è stata limitata con escursioni ad un'altezza massima di 400 metri, mentre si può arrivare liberamente a quota 290 senza guide, facendo sì che le persone accompagnate da noi lamentano che pur pagando un servizio non si discostano molto da chi fa l'escursione gratuitamente». Eppure, a Stromboli, «a far data dall'esplosione del 2003, sono state installate tra le apparecchiature più sofisticate al mondo, che effettuano un controllo costante del vulcano e che diramano bollettini ufficiali giornalmente». Le attività «ad oggi sono ad un livello basso, per cui prima si saliva senza alcun problema. Inoltre, risulta installato dall'Università di Firenze un sistema di “Early warning”, un monitoraggio evolutivo in grado di percepire i primi segnali di una imminente eruzione con un tempo sufficiente per la messa in sicurezza. Senza tralasciare il sistema di allarme, con sirene, boe marine anti-tsunami, punti di raccolta, shelter in montagna mantenuti dalla Protezione civile e dall'Ingv che ne garantiscono il perfetto funzionamento». Famularo e tanti colleghi si sentono «completamente abbandonati» al loro destino «e privi della cosa più importante, il lavoro. Sono 10 le famiglie che dopo 20 anni di onorata carriera e aver offerto un prezioso servizio adesso non hanno «più alcuna garanzia per il futuro» e «da 3 anni ormai» sono prive di occupazione. Da qui la richiesta di un intervento alle Istituzioni, affinché trovino «una soluzione a questo annoso problema che riguarda Stromboli e tutta la sua comunità». E non navigano in acque più tranquille i colleghi che operano sull'Etna. Ragion per cui, una cinquantina di “guide” sono pronte a manifestare in nome del diritto al lavoro.

Tutto ciò mentre la Regione ha bandito un nuovo concorso per l'abilitazione di altre figure specializzate, che dovrebbe prendere il via il prossimo mese di maggio, dopo il pessimo esito della precedente selezione, annullata per una presunta parentopoli e presunte illegittimità. Una cosa è certa: tra qualche mese, con questo andazzo, bisognerà dividere una torta già piccola, quella delle escursioni ad alta quota, tra più “banchettanti”.

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