Riceviamo e pubblichiamo:
Non sono un’esperta di detti dialettali, ma mi viene in mente questo modo di dire a proposito di riscossione di tasse e tributi: la riscossione delle imposte riguarda altro.
E quindi "parla cumu ti fici
mammata" potrebbe essere applicato a tutti quelli, me compresa, che si
avventurano su terreni ostici e non a portata di mano. I tuttologi non sono
specialisti.
Pensate, sulla riscossione di
imposte, tasse e tributi è stato scritto persino un testo unico riformulato e
riadattato da Quintino Sella a oggi.
I bilanci dei comuni sono in
affanno perché i contribuenti non pagano le tasse. Semplicisticamente abbiamo
liquidato il problema e allontanato ogni responsabilità. Partiamo dall'educazione
civica per arrivare a quella fiscale, per favore. I bilanci dei comuni sono
entrati in affanno da quando lo Stato ha deciso di sottrarre, in parte, alle
casse comunali una serie di entrate derivanti dalla riscossione delle imposte
erariali, tanto per fare un esempio la vecchia ricchezza mobile, poi Ilor su
terreni e fabbricati e via via sino all’IMU dei giorni nostri. Altro problema,
sempre per le entrate delle casse comunali: l'eliminazione del "non
riscosso come riscosso", cioè l'anticipazione da parte dei privati
esattori comunali, poi diventati Montespaschi Serit, sino ai giorni nostri
Ufficio Riscossione delle Agenzie delle Entrate. I privati esattori in pratica
alla consegna dei cosiddetti ruoli, a scadenze stabilite, per legge anticipavano
allo Stato e quindi anche ai Comuni somme per conto dei contribuenti anche se
questi non avevano pagato, salvo poi un recupero, che spesso alla fine non
aveva luogo. Corsa quindi da parte degli Enti ai cosiddetti "ruoli
gonfiati", che altro non erano che
un elenco di contribuenti che avrebbero dovuto pagare. Perché
"gonfiati"? Perché comprendevano quote di difficile riscossione
spesso a carico di contribuenti di cui era nota l’insolvenza . Perché ciò? Per assicurare all'ente, in questo caso il
Comune, la redazione di un bilancio di previsione di grande consistenza, e
anticipazioni altrettanto consistenti. I ruoli per esempio non venivano mai
epurati dai deceduti o dalle ditte cessate.
Tutto funzionale, appunto, ad
assicurarsi le anticipazioni senza disturbare molto i contribuenti
"facoltosi" e senza impegnarsi
nella caccia agli evasori. Se poi si poteva iscrivere a ruolo un
prestanome per qualche ditta fantasma, sbagliando a inserire gli zeri volutamente, ogni
problema di bilancio era risolto. Fu l'abolizione del "non riscosso come
riscosso”- così si chiamava - nel 1999, con l'abrogazione dell'articolo 32,
comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica del 28 gennaio 1988,
n. 43, che mise il collaudato sistema in affanno. Successivamente la
situazione peggiorò con l'introduzione della possibilità di riscossione di
tasse e tributi anche a soggetti diversi da quelli canonici. Sino a precipitare
nel 2012 quando buona parte dell’imposta
pagata sugli immobili e terreni, diventata IMU, fu sottratta in parte, alle
casse dei comuni e dirottata alle casse dello Stato. Ecco che nacque la
"favola" che i contribuenti sono evasori! Che gioco di parole su un
concetto così importante come gli evasori, che non sono i poveri contribuenti
tartassati a più non posso, ma quelli che gli enti e lo Stato non hanno mai
perseguito i cosiddetti " evasori fiscali". Ritornando alle entrate
comunali. Non vi è dubbio che sarebbe stato necessario "affilare le
armi" per ottenere e assicurarsi
una buona entrata nelle casse dei Comuni.
Come? Mettendo mano ai ruoli (elenco dei contribuenti), epurandoli dai deceduti e attivando gli
accertamenti al fine di incrementare le entrate. Tutto ciò è avvenuto? In alcuni
comuni no! Quindi come si presenta al contribuente un ente che deve riscuotere
se non è credibile? Come si presenta un ente che non ha cognizione di chi ha
pagato e chi no? Come si presenta un ente che nel tentare di riscuotere dà inizio a contenziosi
che costeranno un mare di soldi all'ente e al contribuente? Non è colpa del
destino cinico e baro, né semplicisticamente dei contribuenti. È il motore che
non funziona se la macchina non cammina. È responsabilità di chi non adotta
l'educazione civica nel riscuotere le tasse, di chi non offre garanzie di
esattezza, di chi non offre certezza dell’esazione, di chi non adotta le misure
del buon padre di famiglia rispettoso dei diritti e dei doveri.
Ci sarebbe da ridere, però la
situazione è tragica.
Il gioco di "è colpa
vostra" non ha risparmiato i cittadini.
Rosa Oliva ex funzionario Montespaschi Serit
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