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lunedì 24 novembre 2025

Sicilia assediata dai tombaroli: 74 indagati per traffico internazionale di reperti

 

La Sicilia continua a essere una terra saccheggiata dai tombaroli, al centro di un vasto traffico illecito di reperti archeologici che coinvolge decine di persone e un’organizzazione strutturata capace di rivendere antichità in tutto il mondo. La procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati 74 persone, molte delle quali accusate di aver preso parte a un sistema criminale dedito alla depredazione e alla commercializzazione di beni culturali provenienti da scavi clandestini.

Su richiesta del procuratore aggiunto Fabio Scavone e del sostituto Giovanni Gullo, sono state avanzate 55 misure cautelari: 12 richieste di carcere, 35 arresti domiciliari e 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli interrogatori si terranno tra domani e il 29 novembre davanti alla gip Simona Ragazzi.

Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero operato in oltre 20 siti archeologici siciliani, saccheggiando sistematicamente monete antiche, manufatti e beni di pregio storico. Molti di questi reperti sarebbero stati poi rivenduti sul mercato nero internazionale, arrivando fino a case d’asta estere, in particolare a Londra.

Le indagini hanno documentato anni di attività illecita, recuperando migliaia di monete e oggetti antichi, tra cui bronzi, denari medievali e monete greche. L’inchiesta, avviata nel 2017 e conclusa a maggio 2022, ha permesso di ricostruire una rete capillare composta da scavatori clandestini, ricettatori e intermediari specializzati nel commercio di beni archeologici di provenienza illecita.

Gli inquirenti parlano di un “traffico internazionale di reperti archeologici depredati”, aggravato dall’associazione a delinquere contestata ad alcuni dei principali indagati. L’operazione mette ancora una volta in luce la vulnerabilità del patrimonio culturale siciliano, spesso facile preda di organizzazioni criminali attratte dall'elevato valore economico delle antichità.

Le autorità sottolineano la necessità di intensificare il controllo sui siti archeologici e di rafforzare le collaborazioni internazionali per contrastare il traffico illecito di reperti che impoverisce la memoria storica dell’isola e alimenta un mercato clandestino globale.

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