Cerca nel blog

giovedì 9 ottobre 2025

Santa Marina Salina: Iniziati lavori per l’installazione del primo impianto di video sorveglianza comunale

 COMUNICATO STAMPA – VIDEO SORVEGLIANZA COMUNE DI SANTA MARINA SALINA

Sono iniziati da pochi giorni i lavori per l’installazione del primo impianto di video sorveglianza comunale sul territorio. Il progetto, finanziato con fondi del Ministero dell’Interno- annualità 2023 e cofinanziato dal Comune di Santa Marina Salina, per un totale di 155.000 euro, prevede l’installazione di videocamere, anche con lettura targa nelle principali aree sensibili, in ottica di migliorare la sicurezza urbana, anche in piccoli centri.

“Con questo primo intervento riusciremo a controllare buona parte del territorio, compresa la frazione di Lingua” commenta il Sindaco Domenico Arabia “con lo scopo primario di scoraggiare a tenere comportamenti illeciti o illegali, come atti di vandalismo del patrimonio pubblico che tuttora registriamo, o l’abbandono indiscriminato dei rifiuti, riuscendo al contempo a garantire maggiore sicurezza soprattutto in quelle aree periferiche o caratterizzate da enormi flussi turistici che giornalmente sbarcano sul nostro territorio durante il periodo estivo ”.

Il progetto che sarà concluso entro sessanta giorni da parte della Ditta affidataria Telwave di Catania, prevede l’installazione di n.4 punti con lettura targhe (ambito portuale, direzione Malfa e direzione Lingua) e il montaggio di telecamere nel centro storico di Santa Marina Salina, in loc. Barone e Pozzo d’Agnello, nella zona del Faro, nei due lungomari e in loc. Nero sempre a Lingua, con un sistema di controllo dedicato presso l’ufficio di Polizia Municipale.

“Negli ultimi tempi è cresciuta la domanda di sicurezza da parte della Cittadinanza” conclude il Sindaco  Arabia “così come è emersa l’esigenza da parte della Pubblica Amministrazione e delle forze di Polizia, in un’ottica di reciproca collaborazione, di poter intervenire immediatamente e con certezza in caso di necessità, e siamo certi che con questo primo intervento riusciremo scoraggiare ancor più efficacemente i fenomeni di illegalità sul territorio che potrebbero presentarsi”.

Isole minori, varato il "Costanza I di Sicilia": il primo traghetto della Regione. Schifani: «Riaffermiamo la nostra centralità nel Mediterraneo»

 È stato varato oggi, nei cantieri navali di Palermo, il nuovo traghetto Ro-PAX che Fincantieri sta costruendo per la Regione Siciliana. La consegna è prevista per l’estate del 2026. Alla cerimonia di varo, che segna il passaggio alla fase finale di allestimento, hanno presenziato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale Fincantieri. A benedire il nuovo traghetto è stato l’arcivescovo metropolita di Palermo Corrado Lorefice. Madrina del varo, Vinzia Novara Di Gaetano. Erano presenti anche gli assessori regionali Alessandro Aricò, Giusi Savarino, Francesco Colianni, Alessandro Dagnino e Nuccia Albano.

«Il varo del "Costanza I di Sicilia", primo traghetto della flotta regionale - dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - rappresenta un momento di straordinaria importanza per la Regione. Con questa nave, che collegherà stabilmente Pantelleria e Lampedusa con Porto Empedocle, la Sicilia riafferma la propria centralità nel Mediterraneo e la capacità di guardare al futuro con visione, competenza e responsabilità. Il "Costanza I di Sicilia" non è soltanto un’infrastruttura marittima, ma il simbolo di un progetto politico e umano fondato sull’equità territoriale, sulla dignità della mobilità e sulla sostenibilità ambientale. Si tratta di un risultato che premia la collaborazione tra istituzioni, mondo produttivo e cantieristica d’eccellenza, e che testimonia la volontà della Regione di investire su se stessa, valorizzando le proprie risorse e rafforzando i collegamenti tra le isole e la terraferma. Sono felice anche perché molte imprese che hanno lavorato per la realizzazione della nave sono siciliane».

«Oggi - dichiara Folgiero - grazie alla Regione Siciliana, celebriamo un risultato straordinario, reso possibile anche dall’impegno delle nostre maestranze che hanno saputo raccogliere la sfida di riportare la costruzione di una nave intera a Palermo. Il varo di oggi è un punto di partenza per rilanciare il cantiere nell’ambito del nuovo piano industriale di Fincantieri, che presenteremo entro fine anno. La costruzione di questa nave non è solo un ritorno alla produzione, ma un investimento nel futuro, nelle competenze e nella manifattura italiana, in un settore dove le persone rappresentano la risorsa più pregiata. Palermo ha una vocazione unica nel Mediterraneo e diventerà sempre più centrale nella strategia del nostro Gruppo».

Il nuovo traghetto, cui è stato dato il nome di 'Costanza I di Sicilia', costruito interamente nel cantiere di Palermo, si distingue per le sue caratteristiche tecnologiche avanzate, specialmente in tema di sostenibilità ambientale. Con una lunghezza di circa 140 metri e una stazza lorda di circa 14.500 tonnellate, la nave potrà trasportare fino a 1.000 passeggeri e 200 automobili, raggiungendo una velocità massima di 19 nodi. La propulsione sarà assicurata da motori dual fuel, alimentati a marine gasoil e gas naturale liquefatto (LNG), il combustibile marino più ecologico al momento disponibile su larga scala, e che rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di decarbonizzazione dell’industria marittima, riducendo in modo significativo le emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici. L’unità disporrà anche di un impianto fotovoltaico che, in combinazione con un gruppo batterie, permetterà la permanenza in porto a emissioni zero per circa quattro ore. 

Con questo progetto, nato con l’obiettivo di potenziare i collegamenti con le isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria, la Regione Siciliana sarà la prima in Italia ad essere totalmente proprietaria di un’unità di questo tipo. La sottoscrizione del contratto tra la Regione Sicilia e Fincantieri, avvenuta nel 2023, include anche l’opzione per un secondo traghetto.

Trasporti marittimi. Svolta storica: Isole minori e linee essenziali passano alla gestione regionale


 

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Giulia Rizzo, Vincenzo Russo, Rosa Linda Ziino, Bartolo Giunta, Angelo Rifici, Alessia Marinaro, Paola Zuccarotto, Antonino Maandarano  


La "Pagina culturale": "Salina s'inabisserà ? (2° puntata del lavoro di Pino La Greca pubblicato su HUMANITIES del dicembre 2023)




FINE 2° Puntata (Domani la 3°)

 

Accadde oggi...il 9 ottobre 2022, nello Stromboli in eruzione c'è anche parziale crollo della terrazza craterica


 

Oggi, 9 ottobre: San Dionigi

S. Dionisio(Dionigi), vescovo di Parigi, fu uno di quegli uomini apostolici, i quali colla loro predicazione portarono il lume della fede nelle Gallie. Predicò da principio il Vangelo in più luoghi e città di quel regno. Prese in sua compagnia e per suoi coadiutori nel ministero della parola un santo prete per nome Rustico e S. Eleuterio diacono. Con essi si avanzò sino alla città di Parigi, 'e quivi fissò la sua dimora. Molto ebbe ad affaticarsi il santo Vescovo per la coltura di quella vigna affatto incolta, e feconda soltanto di triboli e di spine. Confortato però ed assistito dalla divina grazia, cominciò ad annunziare a quei miseri idolatri le verità di nostra santa Religione, ed essendosi degnato il Signore di confermare la predicazione del suo servo col dono de' miracoli, molti ne ridusse alla cognizione e al culto del vero Dio, onde, cresciuto il numero de' fedeli, edificò una chiesa nella quale si radunavano a lodare Iddio, e a celebrare i divini misteri. Gravemente da ciò irritati gl'idolatri, fecero arrestare Dionigi con i due suoi discepoli, ed avendoli dapprima sottoposti a vari tormenti, in ultimo posero termine al loro glorioso combattimento col farli decapitare.

Si narra che Dionigi avrebbe portato la propria testa, dopo la decapitazione avvenuta nell'Île de la Cité, da Montmartre (che vuol dire appunto "Monte del martirio") a Saint Denis, per una via che fu poi detta Rue des Martyrs, consegnandola infine ad una nobile romana, Catulla, la cui famiglia era proprietaria di quel territorio.
PRATICA. Non potrete far cosa più grata a san Dionigi ed a' suoi compagni Martiri, per ottenere la loro protezione in questo mese, che ad esempio di essi attendendo alla conversione di quelle anime, le quali hanno soltanto una fede morta.

PREGHIERA. Oh, quanto l'uomo amasti, o Gesù mio! Fa che lo stesso amor abbia ancor io.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santi Dionigi, vescovo, e compagni, martiri: si tramanda che san Dionigi sia giunto in Francia inviato dal Romano Pontefice e, divenuto primo vescovo di Parigi, morì martire nelle vicinanze di questa città insieme al sacerdote Rustico e al diacono Eleuterio.

Buongiorno. Oggi è giovedì 9 ottobre


 

mercoledì 8 ottobre 2025

Laurea honoris causa a Sara Campanella il 23 ottobre a Messina. Le intitoleranno la scuola media di Misilmeri

Il prossimo 23 ottobre, alle ore 11, l’Università degli Studi di Messina conferirà la laurea honoris causa a Sara Campanella, la giovane di Misilmeri la cui storia ha profondamente commosso la comunità.

Nel frattempo, arriva un altro segno tangibile della memoria e dell’affetto che la circondano: da ieri, il plesso della scuola media di Portella di Mare, quello che Sara aveva frequentato, è ufficialmente intitolato a suo nome. Il decreto è stato firmato dall’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, ambito territoriale di Palermo.

Il plesso “Sara Campanella”, che fa parte dell’Istituto comprensivo Traina di Misilmeri, rappresenta un riconoscimento straordinario, giunto in tempi rapidissimi. Di solito, l’intitolazione di un edificio pubblico richiede fino a dieci anni dal verificarsi dell’evento; in questo caso, sono trascorsi appena sei mesi dalla tragica scomparsa della giovane.

Un risultato reso possibile grazie alla sinergia tra istituzioni, con l’impegno costante dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rosario Rizzolo e con il prezioso contributo della dottoressa Valeria D’Acquisto, che ha curato la redazione degli atti.

Accadde oggi...nel 1971 (fonte: accaddeoggi.it)


 

Filicudi: "piovono" massi

A Filicudi, in attesa che inizino gli importanti lavori, finanziati dalla Struttura di contrasto del dissesto idrogeologico della Regione Siciliana, sulla strada provinciale, che porta al borgo di Pecorini mare, continuano a “piovere” massi. Questa volta è accaduto in località Stimpagnato e, per fortuna, in quel momento, non vi era nessun mezzo in transito: stante laa presenza dell’imponente masso sulla carreggiata si sono, però, registrate difficoltà nella circolazione

Come eravamo: Luoghi, cose e personaggi delle Eolie di un tempo (Puntata 17°): Vulcano fine anni 50, prima del turismo


 

Tennis a Lipari: Open day sabato e domenica


 

CODACONS: SALVIAMO LE ISOLE MINORI MARINE, ABBANDONATE E DIMENTICATE TANASI: IL GOVERNO VARI SUBITO UN PIANO NAZIONALE PER GARANTIRE DIRITTI, TRASPORTI E SANITÀ AI CITTADINI ISOLANI

 Le Isole Minori Marine italiane vivono una condizione di abbandono che non può più essere tollerata.

Il Codacons lancia un grido d’allarme e chiede al Governo di intervenire con urgenza attraverso un piano nazionale di emergenza e rilancio, per garantire ai cittadini di questi territori gli stessi diritti di chi vive nel resto del Paese.

"Le isole minori – dichiara Francesco Tanasi, giurista e Segretario Nazionale Codacons – sono diventate il simbolo di una disuguaglianza inaccettabile. Qui si paga di più per tutto: per viaggiare, curarsi, studiare e persino per fare la spesa. I cittadini vivono un isolamento non solo geografico, ma anche istituzionale. È tempo di dire basta a questa ingiustizia"

Il Codacons chiede che lo Stato si assuma le proprie responsabilità e avvii un piano strutturale che assicuri collegamenti marittimi efficienti e accessibili, presidi sanitari stabili, scuole moderne e digitali, energia pulita, acqua sicura e prezzi equi per i beni di prima necessità.

"I cittadini delle isole – prosegue Tanasi – non chiedono privilegi, ma uguaglianza. Vogliono poter andare dal medico senza dover affrontare viaggi interminabili, mandare i figli a scuola senza interruzioni, spostarsi e vivere con dignità. È un dovere morale e civile garantire loro gli stessi diritti di chi vive in terraferma".

Il Codacons si dice pronto a collaborare con il Governo e le istituzioni, mettendo a disposizione i propri esperti e consulenti per contribuire alla definizione del piano nazionale e individuare soluzioni tecniche e sociali immediate, capaci di migliorare concretamente la qualità della vita nelle Isole Minori Marine.

"Non vogliamo più promesse, ma fatti. Salvare le Isole Minori Marine significa salvare una parte preziosa dell’Italia: la più fragile, ma anche la più autentica, e noi non permetteremo che venga dimenticata". – conclude Tanasi.

Tanti auguri di..

Buon compleanno a Scharon Natoli, Patrizia Indricchio, Mauro Palamara, Fiorella Alberti, Marco Favaloro, Chiara Favorito, AnnaMarisa Cafarella, Martina De Vita, Sara Massarelli 


Accadde oggi...l'otto ottobre 2014, vigili del fuoco intervengono sul porto a Sottomonastero


 

La "Pagina culturale": Salina s'inabisserà ? (1° puntata del lavoro di Pino La Greca pubblicato su HUMANITIES del dicembre 2023)





FINE 1° PUNTATA (domani la 2°)

Oggi, 8 ottobre: Santa Pelagia

PELAGIA LA PENITENTE Santa (sec. V). Prima donna del teatro di Amiochia, poi reclusa travestita da monaco sul monte degli Olivi, Pelagia può apparire una figura di secondo piano nel coro delle peccatrici pentite. E tuttavia, la sua Leggenda ha conquistato l'intero mondo medievale, dalla Georgia all'Islanda, dal Sinai al Portogallo. Tradotta in quasi tutte le lingue della cristianità, arricchita di nuovi particolari o ridotta in forma di digest, essa alimentò la meditazione di monaci e monache, fornendo ai predicatori un perfetto esempio di conversione che S. Francesco di Sales non esiterà ad accostare a quella di S. Paolo. Anche in epoca moderna, quel duro cammino da Antiochia a Gerusalemme ha con rinuato a ispirare artisti e uomini di teatro: colei che gli autori di leggende definivano crudamente una prostituta è cosi divenuta la patrona dei commedianti. 
Un simile successo durato quindici secoli si spiega con i meriti letterari e spirituali di quella storia di un'anima che è la Penitenza di Pelagia Ispirato da un diverso fatto edificante, uno scrittore sconosciuto, ma alimentato dalla spiritualità del deserto, ha saputo mostrare l'onnipotenza della grazia e della penitenza in una riflessione morale tanto viva quanto un romanzo e tanto piena di significati quanto le massime degli antichi solitari: grazie al servo di Dio, Nonno, questo vescovo che prova per lei una specie di colpo di fulmine e al quale lei risponde con la stessa passione, la serva di Satana P sfugge per mezzo del battesimo all'influenza del suo primo maestro e cambia nome, condotta, luogo, abbigliamento e quasi sesso per meglio unirsi a Gesù Cristo. 
Da Gerusalemme a Parigi
Il turista che visita ai giorni nostri il monte degli Olivi, se arriva a farsi aprire quella che le guide chiamano la "Grotta di P" (occorreva già molta diplomazia nel XV secolo), corre il rischio di rimanere deluso dalle sue due polverose sale, e gli occorrerà un certo sforzo per porsi nella disposi
zione d'animo dei pellegrini cristiani, ebrei e musulmani che nel corso dei secoli sono giunti fino a qui per adorare la tomba di Rabia elAdawiyah (una omonima della celebre mistica di Basra), quella della profetessa I lulda, evocata nei Libri dei Re, e infine la cella in cui Pelagia ha condotto un'austera vita da reclusa. I loro racconti pullulano di particolari pittoreschi, ad esempio per quanto riguarda i riti di penitenza; qui ricorderemo solamente che essi sono i primi ad attestare il culto e l'esistenza stessa di Pelagia (Antonino di Piacenza visita la sua cella già negli anni intorno al 560), e che essi associano strettamente la nostra santa alle vestigia evangeliche. Sola tra tutti gli asceti che hanno popolato la santa montagna, Pelagia è sopravvissuta ai secoli, all'ombra del suo Signore. 
Quel medesimo viaggiatore, recandosi a Parigi nel quartiere di S. Vittore:, avrà ancora maggior difficoltà a immaginare la prigione di S. Pelagia, rasa al suolo nel 1898. Tutta la letteratura francese del XIX secolo parla di questa prigione che ha ospitato successivamente controrivoluzionari, debitori insolventi e oppositori del Secondo Impero. L'edificio era stato costruito nel XVII secolo, su istigazione di quella "madre della Chiesa" che fu Madame de Miramion. Questo purgatorio dei costumi, come si diceva, accoglieva sia fanciulle e donne che vi erano condotte a forza, in virtù di lettere reali munite di sigillo, sia libere pensionanti venute a chiedere asilo, chiamate "fànciulla di buona volontà". Gli uffici e le letture durante i pasti del giorno dovevano insegnar loro tutto sulla vita e i meriti della patrona, per contro troppo poco conosciuta dal gran pubblico se dobbiamo credere a questi versi zoppicanti con i quali il cittadino Lafisse, medico, alleviava i suoi ozi fiutati sotto il Terrore: "Voi chiedete perché questa casa/ Di tale santa ha ricevuto il nome;/ Ma su questo caso né leggenda o Vulgata/ Dicono niente. Si crede che la Beata,/ Secondo il senso del greco e del latino,/ Ebbe dei rapporti, seguì le stesse tracce/ con Cipri, che, un bel mattino,/ Dal seno del mare nacque con le Grazie". 
Curiosamente, questa intuizione faceta di un uomo che doveva aver fatto buoni studi umanistici sarà più tardi ripresa dalla biologia tedesca, con grande abbondanza di erudizione. Ma prima di discutere l'origine di Pelagia, rileggiamo dopo tante altre cose la sua Leggenda, cioè, in senso proprio, il testo che veniva letto il giorno della sua Festa, l'8 ottobre. 
Il vescovo e la peccatrice
La Penitenza di Pelagia, così come la possiamo ricostruire dai manoscritti greci e dalle traduzioni, è un racconto edificante ma assai ben condotto, una specie di resto teatrale (niente di sorprendente trattandosi di un'attrice) la cui azione si svolge dapprima ad Antiochia, terza città dell'Impero romano celebre per la sua ricchezza, i suoi divertimenti e i suoi studenti, per spostarsi in seguito nella città santa di Gerusalemme, sul monte degli Olivi. 
Una strana relazione si stabilisce tra i due protagonisti, una donna di cattivi costumi e un asceta. Pelagia è un'attrice di mimo, giovane, ricca e bella, che sembra avere rutto ciò che si può desiderare: oro, gioielli, perle (da cui il suo nome d'arte: Margherita, cioè "la Perla"), schiavi, ancelle, amanti in gran numero. Nata da una famiglia cristiana, e dunque teoricamente catecumeni, non mette mai piede in chiesa. Il vescovo Nonno è una figura completamente diversa: dapprima monaco nell'ordine di Tabennesi, la comunità fondata da Pacomio, occupa ora il seggio di Eliopoli (Baalbek), una roccaforte del paganesimo che egli ha appena convertito alla religione di Cristo. 

Lacrime e penitenze
Il racconto avviene per bocca d'un personaggio secondario, il diacono Giacomo, che parla in prima persona da testimone oculare. Questo spontaneo confidente, rivelatore inconsapevole del mistero, è introdotto allo scopo di conferire vivacità e autenticità alla storia. 
Alcuni vescovi, riuniti ad Antiochia per un concilio, sono seduti davanti alla cappella dedicata al martire S. Giuliano; ascoltano Nonno predicare, quand'ecco passare Pelagia, superba, impudica, circondata dal corteo dei suoi "fans". Tutti, sconvolti, distolgono gli occhi, tranne Nonno che la segue con lo sguardo e scoppia in lacrime. Ha avuto un colpo di fulmine per Pelagia, sedotto non dalla sua bellezza carnale, ma dallo zelo che essa impiega nel servire Satana: zelo che umilia la lentezza con la quale egli progredisce nella via del Signore. Scosso nel profondo del suo essere, si ritira nella sua cella e trascorre una notte di mortificazione e di penitenza. Il Signore, che è il vero conduttore dell'azione, gli invia allora un sogno, una premonizione accurata di ciò che sta per accadere. Nonno si confida, enigmaticamente, col diacono Giacomo. 
Quello stesso giorno, era domenica, la provvidenza fa sì che il vescovo di Antiochia scelga Nonno per commentare il Vangelo nella Grande Chiesa, e che Pelagia vi entri proprio in quel momento. A sua volta è come colpita dal fulmine, e "versa un torrente di lacrime che non c'era modo alcuno di raffrenare". I ia conclusione logica di questa conversione improvvisa e totale è il battesimo che Pelagia finalmente riceverà, ma dopo diverse prove. Avviene così che Nonno non voglia ammetterla al sacramento a meno che essa non presenti un garante (la disciplina della. Chiesa antica lo richiedeva nel caso di una prostituta). La frustrazione di Pelagia è tale che essa non esita a incolpare Nonno di tutto ciò che potrebbe accaderle se dovesse ricadere nel mondo del peccato. L'intervento del vescovo di Antiochia consente di dirimere la questione: una diaconessa, Donna Romana, sarà madre spirituale per l'attrice di un tempo die, grazie al battesimo, può ora ritrovare la propria innocenza e il suo vero nome. 
La fuga dal mondo
Comincia allora un periodo di tre anni che conduce Pelagia dal servizio integrale di Satana a una devozione non meno totale a Dio. Prima tappa: una triplice offensiva del diavolo, manifestamente ispirata al racconto evangelico della Tentazione. Pelagia mette in fuga l'antico padrone e, distribuendo i suoi hun i ai poveri e affrancando gli schiavi, abbandona tutte le ricchezze e tutti i lussi che aveva potuto ottenere tramite il peccato. Al posto di vesti lussuose, indossa ora la tunica e il cilicio che Nonno le dona, e scompare nella notte, con grande disperazione di Donna Romana, che teme il peggio. 
Stessa ingenua incomprensione da parte di Giacomo quando va in pellegrinaggio a Gerusalemme e, su consiglio di Nonno, si reca a visitare il santo eremita Pelagio, murato in una cella sul monte degli Olivi. Non riconosce in questo eremita emaciato colei che fu la perla di Antiochia, e occorrono la morte di P e la vestizione funebre perché la verità possa farsi strada: sudo il mondo è stupefatto, non si può nascondere questo esempio di virtù femminile, e un pietoso corteo di asceti di entrambi i sessi conduce P all'ultima dimora. 
Questo breve racconto, redatto dapprima in greco, conosce una diffusione straordinaria testimoniata ancora oggi dalle centinaia di copie manoscritte in quasi tutte le lingue dell'Oriente cristiano e dell'Occidente medievale, delle quali la più antica, una raccolta di Vite di sante donne in Siria co, risale proprio all'inizio dell'VIII secolo. La Penitenza è stata tradotta in arabo, georgiano, armeno e anche in slavo; solo l'Egitto e l'Etiopia sembrano essere sfuggiti à suo fascino. 
In Occidente ne sono state fatte, senza dubbio in Italia, due traduzioni latine letterali. Una non ha mai lasciato la città di Lucca, dove è stata copiata tre volte nel corso del XII secolo, ma l'altra ha goduto di un successo fuori dal comune. Anche quest'ultima ha finito con lo scomparire quasi completamente, e non sopravvive che in un manoscritto piuttosto tardo; ma a partire dall'epoca carolingia, essa era stata per due volte oggetto di una riscrittura destinata a renderla più accessibile al pubblico del tempo. Questi due racconti, attestati uno da 29 testimoni e l'altro da 1 23, si sono a loro volta mescolati, dando origine a 29 manoscritti misti, e costituiscono la fonte delle traduzioni integrali del racconto in tedesco, olandese, italiano e portoghese. 
In altri ambienti culturali hanno prevalso i compendi. Il primo di tutti, la versione in antico inglese dell' Ofri English Martyrology (IX secolo), è contemporaneo del vigoroso affermarsi di una letteratura nazionale nei regni anglosassoni. I due più celebri e diffusi sono forse la Metafrase (cioè la riscrittura) composta alla fine del X secolo da 
Simeone il Logoteta, che trasforma la narrazione originale in un elogio retorico, e la Legni& aurea del Domenicano Jacopo da Varagine, terminata verso il 1263, e diffusa in tutte le lingue nell'intera Europa, sorta di miniera inesauribile di esempio a uso dei predicatori: P è qui diventata "tema da predicare" la penitenza.
Si comprende allora come il racconto abbia subito, nel corso degli anni, importanti modifiche. Molti particolari archeologici e liturgici sono scomparsi; i personaggi originari, con i quali il lettore o l'ascoltatore hanno tendenza a identificarsi, vengono ricacciati nell'ombra: il diacono Giacomo, per esempio, da autore e narratore che era, diventa un semplice attore che qualche volta non appare altro che nella scena finale. ll rapporto che unisce il servo di l )io alla serva di Satana non sempre viene compreso: si cerca di edulcorare o di giustificare piattamente la reazione di Nonno al passaggio di Pelagia ll dramma spirituale cede il posto al banale resoconto della conversione di una peccatrice come tante altre, e l'economia del racconto ne risulta talvolta sensibilmente modificata: un compendio in antico francese sopprime tutta la seconda parte della storia; una volta che la conversione sia compiuta e sia stata sanzionata dal battesimo, il resto non ha più la minima importanza. 
Una Santa in perdita di quota
Pelagia non ha avuto la fortuna, al pari di Maria Egiziaca, d'ispirare un Rutebeuf o un Valori, ma alcune opere, come la traduzione italiana dovuta al Domenicano pisano Domenico Cavalca (inizio del XIV secolo) o anche il ricercato poema del canonico di Reims Flodoardo (X secolo) nel suo De triumphis Christi Antiociiae gestif, avevano una notevole consistenza letteraria. 
In epoca moderna, anche se l'attività di traduzione e di adattamento si mantengono fino all'Illuminismo, la quantità e soprattutto la qualità diminuiscono pericolosamente. Segnaleremo appena quella "vulgata" francese che è la traduzione di Robert A rnaold d'Andilly, fratello del Grande Arnatild, nelle sue Vite dei santi padri del deserto e di alcune sante (Parigi 1647). È a seguito di essa che Madame de Miramion dà il nome di santa l). alla sua casa per donne pentite, ed è sempre lei a ispirare Philippe de Champagne che con stile troppo ricercato scrive, per il convento di Val de Grace, alcuni episodi della vita di quattro eremite, Maria Penitente, litide, Maria Egiziaca e Pelagia.
Di regola, si trova comunque maggiore originalità e spontaneità negli artisti piuttosto che nei letterati, e la presenza di reliquie stimola per esempio la fantasia degli scultori a Jonarre (reliquiario di Pelagia, in cui la commediante viene contrapposta all'eremita), a Mont SaintJean in Borgogna (statua dell'attrice còlta dalla compunzione) e nelle Fiandre, dove immagini di Pelagia in lacrime adornano i confessionali a significare il pentimento del peccatore. Nel XIX secolo infine, la figura della nostra santa, quasi caduta nell'oblio, conosce un mutamento che l'elegante q uad ro di Hippolyte Hand ri n simboleggia: la cortigiana è diventata un'attrice quasi rispettabile ed è a questa patrona dei commedianti che, sul finire della vita, nel 1956, Gaby Morlay consacra una biografia, l'ultima apparsa fino a oggi, in cui l'autore non nasconde la simpatia e il favore per "colei che ha dato lustro alla nostra professione". 
Poesia e verità
Di fronte a questo rigoglio di una leggenda tanto fluida e per così dire viva, è giusto chiedersi se essa poggi su fatti reali. Non è difficile trovarle un precedente, proprio ad Antiochia, ed è possibile che 'agiografo se ne sia servito, proprio come deve aver derivato il nome di Pelagia da una martire della stessa città, una giovane che alla fine del IV secolo aveva posto fine ai suoi giorni per sfuggire alle soldatesche. Si tratta di un personaggio storico, celebrato da Eusebio di Fnesa e da S. Ambrogio. S. Giovanni Crisostomo ha pronunciato su di lei un'omelia che si ritrova talvolta nei manoscritti agiografici, nei quali sostituisce la Vita. Un'altra P, martire a l'arso, si rivela facilmente una finzione letteraria: esiste solo attraverso la sua Leggenda, molto romanzata, che d'altronde non ha goduto di grande diffusione. In fatto di popolarità, nessuna delle omonime può rivaleggiare con l'attrice convertita. 
La storia di quest'anima peccatrice non è per nulla atemporale; al contrario, essa si radica in un contesto culturale ben determinato. Alcuni paralleli con la Vita di S. Simeone Stilita, il grande santo di Antiochia la cui festa apre l'arino liturgie() bizantino, permettono di datare la Vita al V secolo e di collocarne l'autore in ambiente siropalestinese. Certe risonanze erano là particolarmente avvertibili: la popolarità dei mimi nella metropoli orientale, la resistenza del paganesimo a Uopoli convertita a viva forza da Nonno. Quest'ultimo poi può esser stato ispirato da Nonno, vescovo di Qinneirir (Calcide) tra il 475 e il 485. 
La Leggenda lascia quasi nell'anonimato questo vigoroso personaggio: una tentazione troppo grande per gli storici come per gli agiografi. La Cronografia di Teofane lo identifica con un vescovo di &lessa che aveva sostituito Ibas nel 450451 prima di succedergli nel 457. Nel X secolo, a Roma, il rovesciamento è completo: la Leggenda di P è diventata la Vita di IppolitoNonno, vescovo di Porto! Entrambe le identificazioni sono di pura fantasia. 
Sebbene la Leggenda non possieda niente del resoconto di uno storico, essa è non di meno percorsa da un significato che in tutte le epoche si è cercato di cogliere. Per Simeone Metafrasto (agiografo bizantino del X secolo), essa consacra il trionfo di una donna nella "gara" tra i sessi: "Una virtù femminile che non è da meno in nulla rispetto a quella degli uomini: il racconto è, per tutti, vantaggioso e profittevole". 
Per uno storico delle religioni del secolo scorso come Hermann Usener, essa mirava, insieme ad altre Leggende imparentate, ad esempio quelle di Marina, Porfiria o Eufrosine, a cristianizzare il culto di Afrodite, dea del mare (pelagos) e dell'amore. Oggi non si crede più a questi antecedenti mitologici, ma l'idea di collocare P all'interno di una o più famiglie di sante si è imposta con grande naturalezza. Si scopre così che la sua penitenza ha ispirato altre Leggende come quella di Pansemnè, mima ad Antiochia, o quella di Eudocia, attrice di Eliopoli. Alcuni artifici romanzeschi, come l'invio di una lettera per chiedere un incontro o la fuga notturna, appaiono estremamente banali; per contro, il cambiamento di nome e saprai tutto il travestimento da monaco, attestato in una decina di casi, rispondono senza dubbio all'idea espressa nel Vangelo dl Tommaso, ma anche altrettanto bene da trattati ortodossi, che la donna deve finsi uomo per entrare nel Regno dei Cieli, dove l'unità dell'umanità sarà in tal modo ristabilita. 
Pelagia è l'esempio tipico di una femminilità esasperata che l'ascesi riconduce all'estremo opposto. La reclusa si è liberata dalle insidie della carne, realizzando così l'ideale dei padri del deserto. Se essa non temesse di rivelare il proprio segreto, potrebbe proclamare con l'anacoreta Sarra: "Di natura, sì, sono donna, ma non di spirito". 
"Abbà, di' soltanto una parola, perché io sia salvato"
Naturalmente la Leggenda non ci rimanda all'esperienza vissuta da Pelagia, ma all'universo mentale del suo agiografo, e questo universo è quello del deserto, o piuttosto dei deserti, come si diceva nel XVII secolo, vaste distese desolate che i monaci d'Egitto e del Sinai, di Palestina e di Siria popolavano per trasformarli in città di Dio. Questo mondo è perfettamente evocato dagli Apofiegmi dei Padri, dapprima parole di vita in risposta alla domanda angosciata di un discepolo, poi colloqui e semplici storie utili all'anima. Possiamo percepire dappertutto nella Penitenza di P l'eco di questi detti degli Antichi. La fuga di Pelagia dal mondo? à ciò che Dio ha comandato ad Arsenio: "Fuggi gli uomini, e sarai salvo". Perché la vita da reclusa? "Resta seduto nella tua cella, e la tua cella ti insegnerà ogni cosa'. (Mosè di Scete). Nonno piange sulla bellezza di Pelagia? L'abba Pambo scende ad Alessandria del deserto, vede una scrittrice e scoppia in lacrime: "Due cose mi hanno turbato: la prima, la perdita di costei; la seconda, che io non metta tanto zelo nel piacere a Dio quanto ne impiega costei per piacere a uomini depravati". È inutile moltiplicare i paralleli: Aroma P e la sua Leggenda sono i frutti del deserto.

Buongiorno. Oggi è mercoledì 8 ottobre


 

martedì 7 ottobre 2025

Accadde oggi...nel 1992 (fonte:accaddeoggi.it)


 

Islands of Sicily DMO: resilienza e sostenibilità di una partnership pubblico-privata per un’offerta turistica integrata

 Le Isole di Sicilia si presentano al TTG Travel Experience 2025 consolidando il proprio posizionamento come destinazione smart e sostenibile, risultato tangibile della forza della rete di Destination Management Organization. La DMO rappresenta oggi il punto di incontro tra i 14 Comuni insulari siciliani e oltre 80 operatori privati, uniti da una visione comune: promuovere sul mercato nazionale e internazionale un’offerta integrata, strutturata e gestita in modo sistemico.

Questo modello di governance cooperativa supera la frammentazione tipica delle destinazioni multiple, offrendo ai buyer globali prodotti affidabili e scalabili, già pronti per l’inclusione nei cataloghi. Esperienze autentiche e modulabili – dal trekking al diving, dalle visite archeologiche alle degustazioni in cantina, dagli eventi culturali alle escursioni naturalistiche – permettono di valorizzare al meglio i pilastri tematici della destinazione: mare e natura, storia e cultura, paesaggi e tradizioni, cibo e vino.

La resilienza sistemica della DMO si ispira anche alle azioni concrete condotte dai Comuni attraverso i progetti del programma PNRR Isole Verdi, che destina alle isole siciliane 153 milioni di euro per interventi su energia, acqua, mobilità sostenibile e gestione dei rifiuti. 

Dal proprio canto la DMO si avvia alla fase di attuazione del protocollo con il WTTC per l’adozione degli Hotel Sustainability Basics. Investimenti che non solo migliorano l’impatto ambientale, ma garantiscono nel lungo periodo la capacità di gestire in maniera sostenibile i flussi turistici e la destagionalizzazione. 

Accanto agli interventi, Islands of Sicily rafforza la propria identità come destinazione data-driven, grazie alla partecipazione al progetto europeo D3HUB (EU Competence Centre for Tourism), finanziato da EISMEA. Si tratta di un’iniziativa che posiziona la DMO tra i leader europei nella gestione intelligente delle destinazioni, con strategie basate sull’analisi dei dati per ottimizzare i flussi, affrontare le sfide del cambiamento climatico e garantire standard internazionali di sostenibilità e innovazione.

L’8 ottobre alle ore 14:30, presso lo stand della Regione Siciliana al TTG, si terrà il talk “Islands of Sicily DMO: la forza di una rete pubblico-privata per un brand unico delle 14 isole, tra sostenibilità e promozione integrata”. Sarà l’occasione per presentare, assieme agli amministratori pubblici e agli operatori privati, le prime risultanze della stagione 2025 e illustrare le strategie future, invitando i partner internazionali a scoprire un prodotto insulare non solo affascinante, ma soprattutto frutto di un approccio unificato, sostenibile e strategicamente lungimirante.

Collaudato da mesi, il pontile di Vulcano resta ancora chiuso. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 7 ottobre 2025

L'articolo diventa leggibile cliccandoci sopra
 

Lipari, la "festa dei popoli" è un inno alla pace. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 7 ottobre 2025


 

Da domani divieto d'accesso nell'area antistante l'ex asilo nido di via Cappuccini

Con ordinanza n. 131 del 07-10-2025 del dottor Francesco Cataliotti, comandante della Polizia municipale di Lipari, si istituisce, a partire da domani 8 ottobre, il divieto di accesso nell'area antistante l'ex Asilo Nido di via Torrente Cappuccini a Lipari, dovendo l’impresa affidataria procedere alla pulizia dello stabile ex-asilo nido dato l’imminente inizio dei lavori di riqualificazione dell'immobile

Stromboli pensa al futuro e chiama a raccolta le istituzioni: “Vicinanza e ascolto per un’isola che è tutelata dall’Unesco”

 COMUNICATO STAMPA 

Ricco e interessante il dibattito emerso durante convegno “Stromboli quale futuro?” organizzato dalla Pro Loco lo scorso 5 ottobre. Acceso simbolicamente un faro su settori chiave per il benessere dell’isola: dai trasporti alla sanità, passando per la messa in sicurezza del territorio e la sua valorizzazione

L’accensione simbolica di un faro che punta al vulcano e poi l’interrogativo “Quale futuro per Stromboli?”. Così la Pro Loco Amo Stromboli ha richiamato l’attenzione sui bisogni dell’isola, riunendo attorno a un tavolo politici, esperti e residenti che il 5 ottobre scorso hanno dialogato durante un ricco e articolato convegno, provando a immaginare un domani diverso. Nella sala dell’hotel “Villaggio Stromboli” si è posta l’attenzione su settori chiave per il benessere dell’isola: dai trasporti alla sanità, passando per la messa in sicurezza del territorio e la sua valorizzazione. Temi caldi e di stretta attualità su cui si fondano dubbi e speranze di chi non abbandona Stromboli alla fine di ogni estate. 

Il dibattito, moderato dall’avvocata Pina Alberghina, è stato aperto dai saluti della presidente della Pro Lo Amo Stromboli Rosa Oliva. “Abbiamo bisogno di vicinanza e ascolto - ha detto Rosa Oliva - parliamo di diritti umani. Sono stati anni duri, dal 2022 le ferite sono evidenti e aiutare è un dovere visto che Stromboli è patrimonio dell'Unesco. Chi indugia ha gravi responsabilità, non abbiamo contezza sulle opere finanziate ed è stato necessario ricorrere al Tar e fare un accesso agli atti. C'è un finanziamento di 15 milioni che prevedeva anche la manutenzione delle strade. Serve volontà politica. Ci risulta che fra i finanziamenti era previsto un minimo di indennizzo per i danneggiati residenti, possiamo chiedere perché a distanza di 3 anni non è stato ancora erogato? Il rifacimento del manto stradale di alcune stradine perché non è stato ancora fatto? La mancata messa in sicurezza dei torrenti che ha determinato altri problemi e costi non è un danno erariale? Vogliamo parlare della Riserva Naturale Orientata di Stromboli e Strombolicchio? della mancata manutenzione e cura? Linee tagliafuoco mai fatte, pulizia dei sentieri quasi sempre ad opera dei volontari. Riserva che è stata affidata all'assessorato Ambiente e Territorio. Cosa costa individuare una persona fisica o ente che sia punto di riferimento unico e che si occupi di prevedere, programmare e mettere in atto la cura necessaria per il territorio?  Facciamo un patto oggi?  Stabiliamo che da oggi in poi saranno prese in considerazione le esigenze di un territorio e della sua gente, tenendo presente che non è solo un dovere civico ma una opportunità economica per l'intera regione? Stromboli è il volano della economia turistica delle Eolie ed anche di buona parte della Sicilia”.

Nonostante l’assenza del sindaco Riccardo Gullo, il filo diretto con la politica non è mancato. Intervenuta infatti l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusy Savarino che ha promesso ulteriore attenzione per Stromboli. “Stiamo lavorando per superare le criticità e conducendo una battaglia su insularità e continuità territoriale riconosciute dall'Europa. Vi daremo ulteriori risposte, la prossima legge finanziaria prevede investimenti per le aree a rischio isolamento, ragioniamo anche su nuove regole per la gestione dei porti”.

E a proposito di porti, la questione legata al diritto alla mobilità per i residenti di Stromboli rischia di diventare un’emergenza. Durante il convegno è stata posta l’attenzione sul rischio di nuovi tagli ai collegamenti con Napoli e la Calabria e alla scelta di effettuare il servizio con mezzi che spesso si trovano in difficoltà nelle giornate di maltempo. In particolari condizioni meteo. Da qui la necessità di rassicurazioni e di un dialogo costante per evitare che la condizione di insularità crei ulteriori disagi. 

Un dialogo che senza un tavolo tecnico permanente rischia di interrompersi. Lo ha ribadito la deputata Bernadette Grasso, membro della commissione Ambiente dell'Ars. “Quando ero assessore alle Autonomie Locali avevo istituito una cabina di regia con tutte le isole minori ragionando su uno sviluppo integrato, individuando opportunità e risorse a partire dai bandi. E in questo tavolo permanente le associazioni devono trovare spazio”.

E all’ordine del giorno non può che esserci anche l’argomento sanità, un’urgenza per Stromboli dove manca perfino l'ambulanza, sostituita dalla motoape con tutte le difficoltà del caso. Ma, come ha ricordato, durante il convegno, il medico di base Giandomenico Maneri, le attrezzature che fino a pochi anni fa consentivano di effettuare analisi cliniche di routine sono state riposte in un magazzino senza la possibilità di utilizzo. Così per ogni esigenza medica bisogna andare a Lipari con il primo aliscafo della mattina su cui salgono anche neonati per un semplice vaccino. Piccoli che neanche un pediatra può visitare. Un grido d'allarme raccolto anche dal deputato all'Ars Giuseppe Lombardo, componente della commissione Salute. “Raccogliamo un disagio che va attenzionato dalla politica, l'imperizia finora ha comportato problemi. Il tema va inquadrato in una logica più generale, oggi dopo il Covid permangono criticità e carenze, L'assenza dell'ambulanza è un problema conosciuto, mette in luce la fragilità del sistema sanitario inadeguato in un territorio difficile dove servono soluzioni calibrate. C'è ad esempio un progetto di telemedicina chiamato ‘Trinacria’ che consentirà assistenza a distanza e che può essere un primo passo”.

C’è un territorio da mettere in sicurezza. Lo sanno bene i residenti che al momento però temono ogni pioggia. Sul tema è intervenuto Salvo Cocina, dirigente generale del dipartimento regionale di protezione civile.Sono stati autorizzati i lavori di pulizia di tre   torrenti a Stromboli e anche a Ginostra siamo intervenuti a seguito della ultima alluvione 2024 il cui commissario delegato è il Presidente della Regione Siciliana On. le Schifani , resta il problema emergenza 2022 per il quale è delegato il  sindaco di Lipari che consentirebbe di risolvere il problema della commistione tra strade e torrenti, una criticità che si ripete. Dopo l'alluvione del 2022 per Stromboli sono stati stanziati dal Governo Nazionale  15 milioni di euro ancora non utilizzati. Serve concretezza, il resto sono chiacchiere".

Intanto, la Regione ha aumentato i controlli e reso più stringenti le disposizioni, come evidenziato da Rosario Celi dell'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia. “Lavoriamo su undici progetti in corso di validazione dal Comune di Lipari. Stiamo anche predisponendo altri quattro progetti per installazione di nuove barriere e contro erosione sponde”.

Stromboli negli ultimi anni ha pagato un prezzo sempre più alto dopo le ondate di maltempo. Durante il convegno è emersa una spiegazione agli effetti delle recenti alluvioni. Qualcosa sull'isola è cambiato e il luglio 2024 si può considerare una data simbolo. Da questa considerazione ha avuto inizio l’intervento del professore Luciano Nunziante, già ordinario e direttore dei dipartimenti di Scienza delle Costruzioni delle Università di Catania e di Napoli Federico II. Nunziante ha messo in luce una correlazione tra le ultime eruzioni e le violente alluvioni registrate nell’ultimo periodo, partendo da quella nube "gialla" e da quel "tappeto di cenere" che ha reso impermeabile il terreno, formando di fatto un percorso privilegiato per le acque meteoriche che hanno invaso in più occasioni il centro abitato.

Ma a Stromboli c'è anche un'unicità da tutelare. Su questo ha riflettuto Alessandro Chiarucci, professore del dipartimento Scienze Biologiche e Ambientali dell'università di Bologna. “Stromboli è un'isola vulcanica, è unica nel Mediterraneo, il gruppo di ricerca dell'università di Bologna si è concentrato sull'unicità di Stromboli studiando la lucertola endemica degli isolotti delle isole Eolie e le tre specie di piante endemiche. L'isolamento genera diversità culturale e biologica, specie cresciute in un ambiente selettivo. E in tal senso un'opportunità è l'iscrizione alla Mabs Riserve Biosfere dell'Unesco”.

Stromboli non ci sta a “vivere” solo durante i mesi estivi in cui è scelta da migliaia di turisti che trascorrono giorni sull’isola. Calato il sipario, si spegne anche l’interesse sui veri bisogni dei residenti. Un tema su cui ha riflettuto Roberto Sauerbon in qualità di direttore del Gal Tirrenico Mare, Monti e Borghi. Sauerbon ha parlato di sviluppo sostenibile rilanciando l’idea del Parco Nazionale delle Eolie. “La fondazione del Parco Nazionale delle isole Eolie e, dunque, la gestione sostenibile delle isole, dovrà consentire, innanzitutto, di risolvere il conflitto sociale esistente tra la varie fazioni, indigene e non, tra chi ritiene lo sviluppo solo legato al depauperamento del territorio ed ad un suo uso commerciale e chi lo ritiene un bene culturale. A tale proposito, di grande aiuto possono essere i ‘nuovi’ strumenti di partecipazione democratica per un approccio sostenibile alla gestione del territorio quale, ad esempio il processo di Agenda 21 locale oppure, o inoltre, l’implementazione di un processo di certificazione ambientale secondo il Regolamento Comunitario EMAS. L’avvio di questi processi potrebbe consentire di definire, unitamente alla popolazione locale, una politica ambientale veramente sostenibile. Infatti, è opportuno ricordare come la sostenibilità presupponga una condivisione degli obiettivi con chi li deve perseguire che è, nella fattispecie, la popolazione locale e che, quindi, deve essere convinta e consapevole del percorso avviato. Si capisce così, come l’interesse per queste isole, oggi, non possa e non debba più essere solo di carattere turistico ma investe altri aspetti di carattere antropologico e geografico. Si rende necessaria una sensibilità nuova innanzitutto da parte delle istituzioni vocate al  governo e alla gestione del territorio anche al fine di avviare una ricerca utile ad individuare, con esattezza, nuovi indicatori ambientali congruenti con le realtà microinsulari.  Per questo chiediamo la nomina del Presidente/Commissario  del Parco e l’avvio della procedura di attuazione  del Parco Nazionale delle Isole Eolie”.

C’è un vulcano da tutelare e valorizzare. Lo sa bene Franco Emmi, vicepresidente del Collegio Regionale Guide Alpine e Vulcanologiche. Attualmente è vietato raggiungere in escursione la vetta dello Stromboli, una delle attività preferite dai turisti che ogni anno frequentano l’isola. A risentirne sono soprattutto le guide e proprio Emmi durante il convegno ha sottolineato i disagi provocati dalle limitazioni dovute a motivi di sicurezza chiedendo alle istituzioni di trovare un’alternativa per fruire del vulcano come un tempo e senza ulteriori rischi per l’incolumità pubblica. 

I risultati del convegno costituiranno materiale utile per indicare, a partire dal caso di Stromboli, questioni e possibilità del delicato tessuto delle isole minori italiane, i cui Stati Generali si terranno a Lipari dal 10 al 12 ottobre.


CHI È INTERVENUTO

SALUTI ISTITUZIONALI: - ON.LE DEPUTATA GIUSEPPA SAVARINO, ASSESSORE REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE; ON.LE DEPUTATA BERNADETTE GRASSO, VICE PRESIDENTE COMMISSIONE IV AMBIENTE, TERRITORIO E MOBILITÀ REGIONE SICILIA; ON.LE DEPUTATO GIUSEPPE GEREMIA LOMBARDO, COMPONENTE VI COMMISSIONE SALUTE, SERVIZI SOCIALI E SANITARI; ING. SALVATORE COCINA, DIRIGENTE GENERALE DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE REGIONE SICILIANA; ING. GASPARE MAGGIO,PRESIDENTE PROVINCIALE UNPLI MESSINA

RELATORI:  PROF. ALESSANDRO CHIARUCCI PROFESSORE ORDINARIO UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, DIPARTIMENTO SCIENZE BIOLOGICHE GEOLOGICHE E AMBIENTALI:DOTT. FRANCO EMMI VICEPRESIDENTE DEL COLLEGIO REGIONALE GUIDE ALPINE E VULCANOLOGICHE; PROF. LUCIANO NUNZIANTE GIÀ ORDINARIO E DIRETTORE DEI DIPARTIMENTI DI SCIENZA DELLE COSTRUZIONI DELLE UNIVERSITÀ DI CATANIA E DI NAPOLI FEDERICO II; DOTT. ROSARIO CELI DIRIGENTE AUTORITÀ DI BACINO DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SICILIA; ARCH. ROBERTO SAUERBORN DIRETTORE DI GAL TIRRENICO MARE MONTI E BORGHI ; DOTT. GIANDOMENICO MANERI, MEDICO DI BASE

Rosa Oliva (Presidente Pro Loco Amo Stromboli APS)

Scriveva così...oggi...lo scorso anno la Gazzetta del sud


 

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Gaetano Orto, Giovanna Giuffrè, Serena Zaouli, Giulia Ziino, Bartolomeo Casamento


Turismo, prorogato di un mese il bando da 135 milioni per strutture ricettive. Amata: «Incontro alle esigenze del comparto»

 Le imprese turistiche avranno altri trenta giorni di tempo per partecipare all'avviso pubblico della Regione che mette a disposizione 135 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, per potenziare l'accoglienza turistica e incentivare la riqualificazione delle strutture ricettive in Sicilia.


Il dipartimento regionale del Turismo, dello sport e dello spettacolo ha prorogato alle ore 17 del prossimo 14 novembre la scadenza per la presentazione delle domande per accedere alle agevolazioni, che riguardano anche interventi di ristrutturazione, ampliamento o realizzazione di nuove attività ricettive. Le richieste, che saranno istruite dall'Irfis, la società finanziaria partecipata dalla Regione, vanno inoltrate esclusivamente attraverso la piattaforma informatica incentivisicilia.irfis.it. I contributi sono destinati a micro, piccole, medie e grandi imprese con strutture ricettive nell'Isola.

«Ho dato parere favorevole alla proroga dei termini per venire incontro alle esigenze manifestate dalle associazioni di categoria - afferma l'assessore al Turismo, Elvira Amata - offrendo più tempo per la predisposizione delle istanze, dopo la lunga stagione estiva particolarmente intensa per il comparto. Si è tenuto conto dell'importanza del bando, molto atteso dagli operatori, che punta a una complessiva riqualificazione dell'offerta turistico-ricettiva. Le agevolazioni porteranno anche a un miglioramento dei servizi offerti agli utenti, incentivando il riutilizzo di immobili dismessi o che hanno una particolare valenza storico culturale».

Nel dettaglio, il finanziamento varia da un minimo di 50 mila euro a un massimo di 3,5 milioni per ciascuna domanda, con intensità dell’agevolazione fino all’80% di fondo perduto. La selezione avverrà attraverso una procedura valutativa a graduatoria, con due distinti regimi di aiuto, “de minimis” e “in esenzione”, ciascuno con le proprie soglie di finanziamento. Tra i criteri di valutazione anche la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica delle strutture. Gli investimenti non potranno comportare un aumento della cubatura rispetto a quanto previsto dalle normative e dai regolamenti edilizi vigenti e, in ogni caso, non è ammesso alcun consumo di nuovo suolo. Dal momento della sottoscrizione del disciplinare di finanziamento, le aziende avranno 24 mesi di tempo per realizzare gli interventi.

È possibile consultare il decreto di proroga a questo link.

La "Pagina culturale": L'Acropoli di Lipari: Un Viaggio nella Storia del Mediterraneo

Conosciuta anche come il Castello, l'Acropoli di Lipari è il cuore storico e il punto focale del centro abitato. Questo promontorio, che domina il paesaggio, è un vero e proprio scrigno archeologico che ha accolto insediamenti fin dal Neolitico, passando per l'età del bronzo, l'età dei metalli e il periodo ellenistico, come testimoniano gli inestimabili ritrovamenti.

L'accesso a questa cittadella fortificata, situato sul lato sud di Piazza Mazzini, è un'esperienza a sé stante: si attraversa la porta più antica, si passa sotto una torre normanna e si supera un secondo passaggio sostenuto da arcate ogivali, che ci proietta immediatamente indietro nel tempo.

Arte, Fede e Architettura

All'interno delle mura, la storia si manifesta attraverso un susseguirsi di edifici religiosi e storici:

  • La chiesa di S. Caterina, oggi chiusa al culto, è una delle prime tappe del percorso.

  • L'abside della chiesa cinquecentesca dell'Addolorata cattura l'attenzione con i suoi ricchi altari lignei, gli stucchi dorati in stile barocco e una preziosa tela seicentesca della Crocifissione.

  • Si prosegue verso la chiesa dell'Immacolata prima di arrivare alla magnifica Cattedrale dedicata a S. Bartolo, patrono delle Isole Eolie. Fatta costruire da Ruggero I, la cattedrale conserva le originali volte a crociera ogivale di stile normanno, anche se l'interno e la facciata sono stati rifatti in epoche successive. Al suo interno sono custoditi tesori come la statua argentea di San Bartolomeo e una tavola del Seicento raffigurante la Madonna del Rosario.

Più avanti, la chiesa della Madonna delle Grazie, anch'essa chiusa al culto, ospita pregevoli affreschi di Alessio Cotrone del 1708. Accanto alla cattedrale si trova il Palazzo Vescovile del 1753, oggi adibito a padiglione del museo.

Il Parco Archeologico e il Museo

Le aree di maggiore interesse per gli appassionati di storia sono il Parco Archeologico e l'omonimo Museo. Quest'ultimo, in particolare, è una tappa imprescindibile per chiunque voglia comprendere le radici profonde dell'arcipelago. Il museo custodisce una vasta collezione di ritrovamenti archeologici che coprono un arco temporale che va dal Neolitico all'età del bronzo, fino ai periodi greco e romano, offrendo uno sguardo privilegiato sulla vita e sulle culture che hanno plasmato Lipari nel corso dei millenni.

L'Acropoli si conferma quindi non solo come un centro storico affascinante, ma anche come un autentico libro di storia a cielo aperto, fondamentale per la comprensione del passato e del presente delle Isole Eolie.

Oggi, 7 ottobre: Beata Vergine Maria del Rosario

La festa odierna ci ricorda il giorno in cui i Cristiani riportarono la vittoria contro i Turchi a Lepanto nel 1571. S. Pio V la istituì sotto il titolo di S. Maria della Vittoria e due anni dopo Gregorio XIII la confermava, mutandone il nome in quello di festa del S. Rosario. 
A ragione questa vittoria venne attribuita alla SS. Vergine poiché, mentre a Lepanto si combatteva, in tutta la cristianità si recitava il Rosario. Erano milioni di fedeli con a capo il Papa che pregavano affinchè la scimitarra degli infedeli non giungesse a far strage nelle nostre contrade, com'era preciso disegno dei Turchi. L'armata cristiana; inferiore di numero, assalì con gran:. de fede ed ardore il nemico, e gli inflisse una tale sconfitta che abbattè per sempre la potenza turca sul mare. 
Non ci dilunghiamo sui particolari di quel memorando avvenimento; vogliamo invece considerarne meglio l'arma vincitrice, ossia il Rosario. Le sue origini sono molto antiche e vanno ricercate nell'uso degli anacoreti dei primi secoli e dei frati laici i quali non potendo recitare i centocinquanta salmi dell'Ufficio vi supplivano con altrettanti Pater Noster. Verso il secolo xn si incominciò a recitare in tal modo anche l'Ave Maria che ben presto si alternò con il Pater. Più tardi vi si aggiunsero le considerazioni dei misteri e, dopo le dieci Ave Maria, il Gloria Patri. Così si giunse alla forma attuale. 
Il merito di aver dato il maggior impulso alla devozione del Rosario è di S. Domenico. Si dice che mentre il Santo predicava contro gli Albigesi, gli apparve la Vergine SS. e consegnandogli una corona gli disse che con quell'arma avrebbe vinto l'errore. Il grande predicatore diffuse la pratica del Rosario tra i fedeli e le sue prediche ottennero quel magnifico risultato che la storia registra. 
La SS. Vergine confermò più volte con prodigi la eccellenza del Rosario, specialmente apparendo a Lourdes ed a Fàtima con la corona in mano. 
Il Rosario è senza dubbio la devozione più facile e più cara : è un intreccio delle preghiere che ogni bambino impara sulle ginocchia della mamma: il Pater insegnatoci parola per parola da Gesù; l'Ave Maria composta dalle parole con le quali l'arcangelo Gabriele e S. Elisabetta salutarono Maria SS.; il Gloria, inno di lode e ringraziamento alla SS. Trinità. 
Queste soavi preghiere vengono intrecciate con la meditazione dei tratti più notevoli della vita di Gesù e di Maria. Anzi i misteri sono l'anima del Rosario. Infatti lo scopo di questa santa istituzione è appunto quello di ricordarci quei divini misteri che ogni cristiano deve sempre avere dinanzi agli occhi, perchè lo incitino alla riconoscenza dei benefici divini e perchè possa vedere se la sua vita è conforme ai modelli contemplati. 
Per ottenere questi frutti dobbiamo recitare il Rosario adagio, con devozione; e mentre il labbro ripete l'Ave Maria, il pensiero deve meditare i misteri assegnati per ogni decina e trarre da essi i principali insegnamenti pratici. 

PRATICA. Acquistiamo la pia abitudine di recitare quotidianamente il S. Rosario.

PREGHIERA. O Dio, il cui Unigenito Figliuolo con la sua vita, morte e risurrezione ci meritò la grazia dell'eterna salvezza, deh!, fa' che mentre noi meditiamo i misteri del santissimo Rosario della B. V. Maria, ne imitiamo in tal guisa il contenuto, che possiamo poi conseguire il premio celeste che essi ci promettono.

Buongiorno. Oggi è martedì 7 ottobre