A ponente dell’isola di Lipari e a due chilometri e mezzo distante dalla terra – scrive il giornale di Sicilia – si trova una secca molto ricca di pesci detta “Secca del Bagno” larga quasi un chilometro di diametro e profonda dai 20 ai 50 metri. Vi era nel mezzo di tale secca un grosso scoglio, che trovandosi a 4 metri al di sotto della superficie del mare – arrivando anche a 3 metri quando vi era bassa marea – rendeva difficile e pericolosa la navigazione: e per cui il ministero della marina, dopo i relativi studi, ne deliberò la demolizione.
Questa venne eseguita giorni or sono. Furono impiegati cinque quintali di dinamite, e l’abbattimento riuscì alla perfezione. Vi assistevano a debita distanza alcuni vaporini e parecchie barche pescherecce.
Imponente, grandiosa è stata la colonna d’acqua che s’innalzò quando avvenne lo scoppio della roccia sott’acqua: si sentì quindi come una scossa di terremoto, e il forse scroscio dell’acqua che cadeva. Si calcola, che la grossa colonna d’acqua si sia sollevata al di sopra della superficie del mare per un 70 metri.
Cessato ogni pericolo, vi fu un correre di vapori e barche sul luogo dello scoppio, dove si vide il mare coperto di pesci d’ogni specie: la superficie del mare era piena addirittura. I vaporini e le barche facevano a gara a catturare pesci. Il numero dei pesci grossi presi superò i cento; in peso poi il tutto si calcola a 35 quintali di pesci.
* L’episodio è stato inserito nel romanzo “Agata del Vento” di Francesca Maccani.

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