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venerdì 7 novembre 2025
Tanti auguri di...
Buon compleanno a Valery Paino, Giusylena Cullotta, Giovanna Favaloro, Bartolo Centorrino, Emilio Pino
Eoliani e amici delle Eolie...che non ci sono più (Riproposizione 87° puntata)
In questo filmato realizzato con le foto in nostro possesso:Agostino Bongiorno, Agostino Dioguardi, Agostino Fichera, Agostino Scaffidi, Aida Camporeale in Giacomantonio, Aimée Carmoz, Alba Tripi in Palamara
Santo del giorno: San Prosdocimo di Padova
Greco, cresciuto alla greca sapienza, come sentì l' apostolo Pietro predicare il Vangelo in Antiochia, si diede subito a seguirlo. E Pietro, venuto a Roma con lui, l'ordinò Vescovo quando aveva appena, vent'anni e lo spedì a Padova a portarvi la fede di Gesù Cristo. E là le sue fatiche furono coronate di splendidi miracoli e di abbondantissima messe.
Appresso anche Vicenza, Feltre, Este, Altino, Asolo furono il fortunato campo dove egli gettò la divina semente. Anzi Treviso decise che abbia avuto il coraggio d'innalzare perfino una chiesa ad onore del suo maestro.
Tra molti che convertì, levò rumore Vitaliano il prefetto della provincia. Il quale, essendo vicino a soccombere di una mortale infermità, chiamato a sè Prosdocimo, si fece da lui battezzare, e fu subito guarito. Anche sua moglie gli venne dietro nella conversione, perchè ormai disperando di aver prole, per orazione del Santo venne fatta madre di una figlia di nome Giustina, che in seguito cresciuta ad alta perfezione, si cinse della doppia corona della, verginità e del martirio.
Dopo queste missioni, il beato Prosdocimo tornava a Padova quando appunto scoppiava la crudele persecuzione di Nerone. A mitigarla, e forse anche a finirla, il generoso voleva darsi ai' pagani. Ma Iddio, che lo aveva serbato a predicare sino all'ultimo la verità, disponeva invece che, superati sempre tutti i pericoli, vivesse della vita la più lunga. Di anni 113 si addormentava in Cristo.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Padova, san Prosdocimo, che si ritiene sia stato il primo vescovo di questa città.
Appresso anche Vicenza, Feltre, Este, Altino, Asolo furono il fortunato campo dove egli gettò la divina semente. Anzi Treviso decise che abbia avuto il coraggio d'innalzare perfino una chiesa ad onore del suo maestro.
Tra molti che convertì, levò rumore Vitaliano il prefetto della provincia. Il quale, essendo vicino a soccombere di una mortale infermità, chiamato a sè Prosdocimo, si fece da lui battezzare, e fu subito guarito. Anche sua moglie gli venne dietro nella conversione, perchè ormai disperando di aver prole, per orazione del Santo venne fatta madre di una figlia di nome Giustina, che in seguito cresciuta ad alta perfezione, si cinse della doppia corona della, verginità e del martirio.
Dopo queste missioni, il beato Prosdocimo tornava a Padova quando appunto scoppiava la crudele persecuzione di Nerone. A mitigarla, e forse anche a finirla, il generoso voleva darsi ai' pagani. Ma Iddio, che lo aveva serbato a predicare sino all'ultimo la verità, disponeva invece che, superati sempre tutti i pericoli, vivesse della vita la più lunga. Di anni 113 si addormentava in Cristo.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Padova, san Prosdocimo, che si ritiene sia stato il primo vescovo di questa città.
giovedì 6 novembre 2025
SKATE, la valigia high-tech per osservare i vulcani attivi. Cinque anni di test su Stromboli
La valigia sta lì, appoggiata sulla cenere nera a 300 metri dal cratere. Dentro, telecamere ad alta velocità catturano ogni frammento incandescente che Stromboli lancia nel cielo. Fuori, i vulcanologi dell’INGV sono già scesi a valle. Salgono una volta al giorno, giusto il tempo di cambiare batterie e schede di memoria. Il resto lo fa SKATE da solo: registra, sincronizza, aspetta. Quando un’esplosione solleva rocce grandi come camion a velocità supersonica, il sistema è già pronto. Centinaia di fotogrammi al secondo, temperatura precisa, suono dell’eruzione. Tutto in un solo file, perfettamente allineato. Cinque anni così, oltre mille esplosioni analizzate sui vulcani attivi. Nessun ricercatore bloccato per ore in zona rossa. Una valigia che vale 58mila euro e riduce i rischi.Quando restare vicini ai vulcani attivi costa troppo
Filmare un’eruzione esplosiva da vicino è sempre stato complicato. Bisogna piazzare le telecamere, attendere ore che qualcosa accada, sperare che tutto si attivi al momento giusto. I ricercatori devono restare sul posto, esposti a gas tossici, proiettili lavici, temperature estreme.
L’Instituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha presentato a luglio 2024 i risultati di un approccio diverso: SKATE, acronimo di Setup for the Kinematic Acquisition of Explosive Eruptions. Un osservatorio portatile che fa tutto da solo.
Il sistema è stato sviluppato da Technology Equipment Engineering Solutions (TEES) e Dewesoft, seguendo le specifiche dell’INGV. Costa circa 58mila dollari e sta in una valigia rigida in polipropilene. Una valigia che contiene: una telecamera termica che registra a 32 fotogrammi al secondo, una ad alta velocità che scatta raffiche quando rileva picchi di temperatura, sensori acustici, un computer impermeabile. Il tutto sincronizzato in tempo reale. Quando un’esplosione parte, SKATE è già pronto. Niente attesa manuale, niente rischio di perdere il momento cruciale.
Stromboli, laboratorio naturale per vulcani attivi
Stromboli è uno dei pochi vulcani sulla Terra in attività persistente. Erutta ogni ora da secoli, con piccole esplosioni che lanciano frammenti di lava incandescente, lapilli e ceneri. Circa 500 residenti e migliaia di turisti convivono con questo spettacolo naturale. Per i vulcanologi è un laboratorio ideale: accessibile, costante, relativamente prevedibile. L’INGV lo monitora con reti sismiche, telecamere fisse, stazioni GPS. Ma per capire davvero come funziona un’esplosione servono dati ravvicinati. Velocità dei frammenti, temperatura del magma, suono dell’eruzione. SKATE è stato piazzato tra i 300 e i 900 metri dai crateri attivi e ha lavorato dal 2019 al 2024.
Secondo Jacopo Taddeucci, ricercatore senior dell’INGV, “le eruzioni esplosive sono processi estremamente veloci con particelle delle dimensioni di un camion o di un granello di polvere che possono viaggiare da pochi metri al secondo a velocità supersoniche”.
Per catturarle servono telecamere che “scattano” centinaia di fotogrammi al secondo e strumenti capaci di vedere, sentire e percepire l’eruzione simultaneamente.
L’Instituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha presentato a luglio 2024 i risultati di un approccio diverso: SKATE, acronimo di Setup for the Kinematic Acquisition of Explosive Eruptions. Un osservatorio portatile che fa tutto da solo.
Il sistema è stato sviluppato da Technology Equipment Engineering Solutions (TEES) e Dewesoft, seguendo le specifiche dell’INGV. Costa circa 58mila dollari e sta in una valigia rigida in polipropilene. Una valigia che contiene: una telecamera termica che registra a 32 fotogrammi al secondo, una ad alta velocità che scatta raffiche quando rileva picchi di temperatura, sensori acustici, un computer impermeabile. Il tutto sincronizzato in tempo reale. Quando un’esplosione parte, SKATE è già pronto. Niente attesa manuale, niente rischio di perdere il momento cruciale.
Stromboli, laboratorio naturale per vulcani attivi
Stromboli è uno dei pochi vulcani sulla Terra in attività persistente. Erutta ogni ora da secoli, con piccole esplosioni che lanciano frammenti di lava incandescente, lapilli e ceneri. Circa 500 residenti e migliaia di turisti convivono con questo spettacolo naturale. Per i vulcanologi è un laboratorio ideale: accessibile, costante, relativamente prevedibile. L’INGV lo monitora con reti sismiche, telecamere fisse, stazioni GPS. Ma per capire davvero come funziona un’esplosione servono dati ravvicinati. Velocità dei frammenti, temperatura del magma, suono dell’eruzione. SKATE è stato piazzato tra i 300 e i 900 metri dai crateri attivi e ha lavorato dal 2019 al 2024.
Secondo Jacopo Taddeucci, ricercatore senior dell’INGV, “le eruzioni esplosive sono processi estremamente veloci con particelle delle dimensioni di un camion o di un granello di polvere che possono viaggiare da pochi metri al secondo a velocità supersoniche”.
Per catturarle servono telecamere che “scattano” centinaia di fotogrammi al secondo e strumenti capaci di vedere, sentire e percepire l’eruzione simultaneamente.
Come funziona l’osservatorio portatile
SKATE sostituisce FAMoUS (Fast Multiparametric Setup), il prototipo precedente dell’INGV. FAMoUS funzionava, ma era pesante, ingombrante, richiedeva installazione manuale e doveva essere attivato a mano. I ricercatori dovevano restare ore in zona pericolosa per catturare poche sequenze.
SKATE è più leggero, si piazza in pochi minuti, parte da solo quando serve. Il computer interno coordina telecamera termica e camera ad alta velocità. Registrare video 4K in continuo riempirebbe la memoria in poche ore: 100 volte più spazio di quello disponibile. La soluzione? Attivazione automatica. La telecamera termica gira sempre. Quando rileva un picco improvviso di temperatura, fa partire la camera ad alta velocità. Tutto viene scritto su due SSD da 6 terabyte totali, in un unico file sincronizzato.
L’alimentazione arriva da pannelli solari e batterie sostituibili. Autonomia: una giornata intera con bel tempo. I vulcanologi salgono una volta al giorno, cambiano batterie e schede di memoria, scendono. Minuti invece di ore. Il design modulare permette di aggiungere sensori: l’INGV sta testando una telecamera UV per quantificare le emissioni di anidride solforosa e un telemetro laser che misura distanze dieci volte al secondo.
Quest’ultimo serve per ricostruire con precisione le traiettorie delle bombe vulcaniche e capire dove atterrano.
SKATE sostituisce FAMoUS (Fast Multiparametric Setup), il prototipo precedente dell’INGV. FAMoUS funzionava, ma era pesante, ingombrante, richiedeva installazione manuale e doveva essere attivato a mano. I ricercatori dovevano restare ore in zona pericolosa per catturare poche sequenze.
SKATE è più leggero, si piazza in pochi minuti, parte da solo quando serve. Il computer interno coordina telecamera termica e camera ad alta velocità. Registrare video 4K in continuo riempirebbe la memoria in poche ore: 100 volte più spazio di quello disponibile. La soluzione? Attivazione automatica. La telecamera termica gira sempre. Quando rileva un picco improvviso di temperatura, fa partire la camera ad alta velocità. Tutto viene scritto su due SSD da 6 terabyte totali, in un unico file sincronizzato.
L’alimentazione arriva da pannelli solari e batterie sostituibili. Autonomia: una giornata intera con bel tempo. I vulcanologi salgono una volta al giorno, cambiano batterie e schede di memoria, scendono. Minuti invece di ore. Il design modulare permette di aggiungere sensori: l’INGV sta testando una telecamera UV per quantificare le emissioni di anidride solforosa e un telemetro laser che misura distanze dieci volte al secondo.
Quest’ultimo serve per ricostruire con precisione le traiettorie delle bombe vulcaniche e capire dove atterrano.
Mille esplosioni, mille personalità diverse
Dal 2019 al 2024 il team INGV ha analizzato oltre mille esplosioni registrate da SKATE. Ogni cratere ha sviluppato una sua personalità. I getti ricchi di gas suonano più morbidi e durano più a lungo. Le esplosioni cariche di cenere e bombe vulcaniche ruggiscono brevemente e scagliano frammenti incandescenti più in alto. Studi recenti dimostrano che le eruzioni dei vulcani attivi hanno effetti profondi sul clima globale, dalle modifiche ai flussi d’acqua ai cambiamenti nelle precipitazioni. Capire come funzionano le esplosioni non è solo questione di curiosità scientifica: serve per proteggere le persone.
SKATE non è un sistema di allerta 24/7. È troppo complesso e affamato di dati per trasmettere in tempo reale da un bordo craterico. Serve invece alle reti di monitoraggio fisse, posizionate più lontano dai crateri: telecamere termiche, array di infrasuoni, stazioni sismiche.
I dati raccolti da SKATE aiutano a interpretare meglio i segnali registrati da queste reti. Capire come le bolle di gas risalgono nel magma, come si formano i condotti vulcanici, quali processi sotterranei non possono essere visti da strumenti ordinari. L’INGV sta usando i pattern ricorrenti per creare librerie di riferimento che potrebbero addestrare sistemi automatici a riconoscere segnali di allarme precoce nei dati in diretta.
Dal 2019 al 2024 il team INGV ha analizzato oltre mille esplosioni registrate da SKATE. Ogni cratere ha sviluppato una sua personalità. I getti ricchi di gas suonano più morbidi e durano più a lungo. Le esplosioni cariche di cenere e bombe vulcaniche ruggiscono brevemente e scagliano frammenti incandescenti più in alto. Studi recenti dimostrano che le eruzioni dei vulcani attivi hanno effetti profondi sul clima globale, dalle modifiche ai flussi d’acqua ai cambiamenti nelle precipitazioni. Capire come funzionano le esplosioni non è solo questione di curiosità scientifica: serve per proteggere le persone.
SKATE non è un sistema di allerta 24/7. È troppo complesso e affamato di dati per trasmettere in tempo reale da un bordo craterico. Serve invece alle reti di monitoraggio fisse, posizionate più lontano dai crateri: telecamere termiche, array di infrasuoni, stazioni sismiche.
I dati raccolti da SKATE aiutano a interpretare meglio i segnali registrati da queste reti. Capire come le bolle di gas risalgono nel magma, come si formano i condotti vulcanici, quali processi sotterranei non possono essere visti da strumenti ordinari. L’INGV sta usando i pattern ricorrenti per creare librerie di riferimento che potrebbero addestrare sistemi automatici a riconoscere segnali di allarme precoce nei dati in diretta.
Oltre Stromboli
SKATE è stato testato anche sull’Etna, sul Fuego e sul Santiaguito in Guatemala. Il prossimo obiettivo è il Monte Yasur a Vanuatu, soprannominato “Faro del Pacifico” per le sue eruzioni quasi continue con getti ritmici di lava incandescente e gas. Nel mondo ci sono 500 milioni di persone che vivono vicino a vulcani attivi, molti dei quali senza alcun sistema di monitoraggio.
Come spiega Piergiorgio Scarlato, direttore della ricerca INGV, “lavorare in condizioni così estreme, con umidità, gas e cambiamenti improvvisi di temperatura, è il vero test per qualsiasi tecnologia. La differenza ora è che i nostri interventi durano minuti, non ore”.
L’umidità corrode i cavi, il vapore appanna le lenti delle telecamere. Durante un recente dispiegamento, una capra ha mangiato il cavo del microfono. In un test su Stromboli, un nuovo sensore in bianco e nero ad alta velocità, ideale per tracciare le bombe incandescenti di notte, ha faticato più del previsto: le esplosioni durano solo pochi secondi e il sensore non faceva in tempo a mettere a fuoco. Questioni tecniche, certo. Ma gestibili.
La vera differenza è il tempo di esposizione: come detto, minuti invece di ore. Più sicurezza per i ricercatori, più dati di qualità per la scienza. E forse, un giorno, previsioni migliori per chi vive all’ombra dei vulcani attivi.
SKATE è stato testato anche sull’Etna, sul Fuego e sul Santiaguito in Guatemala. Il prossimo obiettivo è il Monte Yasur a Vanuatu, soprannominato “Faro del Pacifico” per le sue eruzioni quasi continue con getti ritmici di lava incandescente e gas. Nel mondo ci sono 500 milioni di persone che vivono vicino a vulcani attivi, molti dei quali senza alcun sistema di monitoraggio.
Come spiega Piergiorgio Scarlato, direttore della ricerca INGV, “lavorare in condizioni così estreme, con umidità, gas e cambiamenti improvvisi di temperatura, è il vero test per qualsiasi tecnologia. La differenza ora è che i nostri interventi durano minuti, non ore”.
L’umidità corrode i cavi, il vapore appanna le lenti delle telecamere. Durante un recente dispiegamento, una capra ha mangiato il cavo del microfono. In un test su Stromboli, un nuovo sensore in bianco e nero ad alta velocità, ideale per tracciare le bombe incandescenti di notte, ha faticato più del previsto: le esplosioni durano solo pochi secondi e il sensore non faceva in tempo a mettere a fuoco. Questioni tecniche, certo. Ma gestibili.
La vera differenza è il tempo di esposizione: come detto, minuti invece di ore. Più sicurezza per i ricercatori, più dati di qualità per la scienza. E forse, un giorno, previsioni migliori per chi vive all’ombra dei vulcani attivi.
Tanti auguri di...
Buon compleanno a Martina La Greca, Silvia Barbera, Roberta Acquaro, Fabio Spanò, Giuseppe Pellegrino, Malika Sammoudi, Daniela Pollara
Santo del giorno : San Leonardo di Limoges
Nacque nelle Gallie sul finire del secolo v da illustre famiglia, parente del celebre Clodoveo re dei Franchi, che lo tenne a battesimo e lo volle alla sua corte perchè ricevesse una educazione degna del suo rango. Ed il fanciullo crebbe bello, intelligente, gentile e valoroso, degno in tutto dei suoi antenati.
Clodoveo sperava di farne un illustre generale del suo esercito, ma i disegni di Dio su questo fiore dei Franchi erano diversi. Difatti appena raggiunse la pubertà, il giovanetto, segnato dal dito di Dio, si ritirò dalla corte per frequentare la scuola del celebre S. Remigio. Alla scuola ed agli esempi del Santo, il giovane si innamorò talmente di Dio e della vita apostolica, che volle dedicarsi interamente a Dio, e consacrarsi alla propagazione del Vangelo tra i popoli barbari. E predicò coll'esempio e colla parola : visitò poveri, soccorse infermi, liberò carcerati.
Tanta virtù gli attirò ben presto l'ammirazione di tutti, tanto che lo stesso figlio di Clodoveo lo propose per la dignità episcopale. Leonardo, saputo questo, dopo aver rifiutato, credendosene indegno, si ritirò nel territorio di Orléans dandosi qui alla evangelizzazione di quei pagani. Poco dopo entrò nel monastero di Micy e dopo il noviziato vi fece la professione religiosa. Di qui fu inviato quale apostolo nell'Aquitania: con lui entrò in quella regione la sapienza e la carità di Cristo. Gli idoli furono abbattuti, la vera religione stabilita. Memorabile è il prodigio che egli operò in favore della sposa del re Teodoberto: stava per morire durante il parto, quando per le preghiere del nostro Santo immantinente lei e la sua creatura furono liberati dalla morte. Per questo S. Leonardo è stato sempre invocato come protettore delle gestanti.
Intanto il re Teodoberto, riconoscente, volle dare al nostro Santo ingenti ricchezze, ma Leonardo rifiutò e dopo aver esortato il re ad usare quanto avrebbe dato a lui in favore dei poveri, accettò soltanto una selva nella foresta di Pauvain, nel Limosino, per fabbricarvi un monastero. Da qui in poi fu soprannominato da Limonges (Limosino). Radunati molti suoi seguaci ed ammiratori, li educò alla vera vita religiosa e per mantenerli nel fervore istituì per primo l'adorazione perpetua a Gesù in Sacramento.
Dopo aver compiuto altri miracoli ed aver edificato i suoi religiosi ed il popolo colle sue straordinarie virtù, rendeva la sua bell'anima a Dio il 6 novembre del 569.
PRATICA. Facciamo oggi qualcosa in favore dei poveri.
PREGHIERA. O Signore, ti preghiamo di ascoltare le preghiere del tuo servo Leonardo, affinchè colui che noi veneriamo con debito ossequio ci sollevi con la sua intercessione.
Clodoveo sperava di farne un illustre generale del suo esercito, ma i disegni di Dio su questo fiore dei Franchi erano diversi. Difatti appena raggiunse la pubertà, il giovanetto, segnato dal dito di Dio, si ritirò dalla corte per frequentare la scuola del celebre S. Remigio. Alla scuola ed agli esempi del Santo, il giovane si innamorò talmente di Dio e della vita apostolica, che volle dedicarsi interamente a Dio, e consacrarsi alla propagazione del Vangelo tra i popoli barbari. E predicò coll'esempio e colla parola : visitò poveri, soccorse infermi, liberò carcerati.
Tanta virtù gli attirò ben presto l'ammirazione di tutti, tanto che lo stesso figlio di Clodoveo lo propose per la dignità episcopale. Leonardo, saputo questo, dopo aver rifiutato, credendosene indegno, si ritirò nel territorio di Orléans dandosi qui alla evangelizzazione di quei pagani. Poco dopo entrò nel monastero di Micy e dopo il noviziato vi fece la professione religiosa. Di qui fu inviato quale apostolo nell'Aquitania: con lui entrò in quella regione la sapienza e la carità di Cristo. Gli idoli furono abbattuti, la vera religione stabilita. Memorabile è il prodigio che egli operò in favore della sposa del re Teodoberto: stava per morire durante il parto, quando per le preghiere del nostro Santo immantinente lei e la sua creatura furono liberati dalla morte. Per questo S. Leonardo è stato sempre invocato come protettore delle gestanti.
Intanto il re Teodoberto, riconoscente, volle dare al nostro Santo ingenti ricchezze, ma Leonardo rifiutò e dopo aver esortato il re ad usare quanto avrebbe dato a lui in favore dei poveri, accettò soltanto una selva nella foresta di Pauvain, nel Limosino, per fabbricarvi un monastero. Da qui in poi fu soprannominato da Limonges (Limosino). Radunati molti suoi seguaci ed ammiratori, li educò alla vera vita religiosa e per mantenerli nel fervore istituì per primo l'adorazione perpetua a Gesù in Sacramento.
Dopo aver compiuto altri miracoli ed aver edificato i suoi religiosi ed il popolo colle sue straordinarie virtù, rendeva la sua bell'anima a Dio il 6 novembre del 569.
PRATICA. Facciamo oggi qualcosa in favore dei poveri.
PREGHIERA. O Signore, ti preghiamo di ascoltare le preghiere del tuo servo Leonardo, affinchè colui che noi veneriamo con debito ossequio ci sollevi con la sua intercessione.
mercoledì 5 novembre 2025
Tanti auguri di...
Buon compleanno a Ivana Merlino, Francesco Megna, Nando Favorito, Maurizio Acquaro, Fabiola Taranto, Giuseppe Raccuia
La "Pagina culturale": Il Venerdì Santo a Lipari
Il Venerdì Santo a Lipari rappresenta uno degli eventi religiosi più intensi e sentiti dell’intera isola, momento culminante della Settimana Santa, carico di emozione e devozione. Ogni anno, le vie del centro storico si animano con la suggestiva processione delle Varette, una tradizione che affonda le radici nei secoli passati e che coinvolge tutta la comunità isolana.
La processione si tiene nella serata del Venerdì Santo, subito dopo la Liturgia della Passione del Signore. La processione segue un percorso che tocca i luoghi più significativi del centro di Lipari, partendo dalla Chiesa dell'Addolorata, ubicata all'interno del castello.
Il rito è caratterizzato da un clima di raccoglimento e silenzio, interrotto solo dal passo cadenzato dei confratelli, dal suono solenne della banda e dal rumore delle "troccole" – strumenti tradizionali tipici dell’isola – che accompagnano il corteo. Le “varette”, statue sacre che rappresentano le scene della Passione di Cristo, vengono portate in spalla dai fedeli, creando una suggestiva sequenza di momenti devozionali che rievocano il percorso di Cristo verso il Calvario.
Santo del Giorno : San Guido Maria Conforti
Fondatore Missionari Saveriani
Dalla sua aveva una volontà di ferro, una passione travolgente per la diffusione del Vangelo e tanti sogni che illuminavano le sue giornate, ma non la salute. Nelle sue condizioni soffriva di epilessia e sonnambulismo chiunque sarebbe rimasto ai blocchi di partenza; lui invece s'è lanciato con foga e tenacia, giungendo dove sognava di arrivare, cioè a riprendere l'evangelizzazione della Cina dal punto in cui il grande missionario gesuita, san Francesco Saverio, era stato costretto a fermarsi dalla morte, che l'aveva colto nel 1552. Non lo farà di persona, perché la malattia continuerà a segnare e a porre limiti alla sua vita, ma attraverso i confratelli della congregazione missionaria cui darà vita. Non solo, ma riuscirà a reintrodurre nella vita della chiesa lo spirito evangelico della missione ad gentes, per diversi motivi fortemente appannato.
Guido Conforti nasce il 30 marzo 1865 a Casalora di Ravadese, nel parmense. È l'ottavo dei dieci figli di Rinaldo e Antonia Adorni. Dopo aver studiato dai Fratelli delle scuole cristiane e superato le perplessità del papà, non troppo felice per la sua scelta, Guido entra nel seminario di Parma. La sua vocazione è legata a un episodio che, diventato vescovo, ricorderà spesso. Nella chiesa della Pace in Borgo delle Colonne, sulla strada che percorre per andare a scuola, c'è un Crocifisso davanti al quale si ferma spesso a pregare: «Io lo guardavo e lui guardava me e mi pareva che dicesse tante cose», racconterà assicurando che la sua vocazione sacerdotale è nata lì.
A diciassette anni, i primi sintomi della malattia, che potrebbe sbarrargli la strada verso il sacerdozio, ma il rettore, monsignor Andrea Ferrari (futuro arcivescovo di Milano e santo) lo rincuora e lo guida fino all'ordinazione sacerdotale, che avviene nel santuario di Fontanellato (Parma) il 22 settembre 1888. Dopo l'ordinazione, don Guido ritorna in seminario a proseguire nell'incarico di vicerettore, che monsignor Ferrari gli ha affidato da chierico e che ha svolto con intelligenza e cuore dimostrando di essere un buon educatore. A ventotto anni è eletto vicario generale della diocesi parmense.
In seminario, il giovane Conforti ha letto una biografia di san Francesco Saverio e rimane affascinato dal suo spirito e dalle sue imprese missionarie. La prematura conclusione della missione dell'eroico gesuita accende il lui il sogno di riprenderla e proseguirla. Si sente missionario e vuole fare il missionario, ma con la malattia che si ritrova nessun istituto dedito alla missione è disposto ad accettarlo.
E allora che cosa fa? Il 3 dicembre 1895 (festa di san Franceso Saverio) ne fonda uno per conto suo, che chiama Istituto emiliano per le missioni estere, tre anni dopo ufficialmente riconosciuto come Congregazione di san Francesco Saverio per le missioni estere.
All'inizio ha pochi alunni e un solo prete che lo aiuta, ma assai presto può consegnare la croce ai primi due missionari saveriani diretti in Cina, Gaio Rastelli e Odoardo Mainini. Conforti a questo punto è in una situazione delicata: mentre è vicario generale della diocesi di Parma, prepara preti da mandare in missione, e questo in un momento storico in cui la missione è vista come una sottrazione di elementi al clero locale, e lui ha il suo bel daffare per convincere i confratelli che la chiesa è per la sua stessa natura missionaria.
Intanto nel 1902, a trentasette anni, è nominato arcivescovo di Ravenna, ma sulla cattedra di Sant'Apollinare resta un solo anno, costretto al ritiro dall'acuirsi della sua malattia. Nel frattempo, uno dei suoi missionari in Cina muore e l'altro ritorna in Italia. In questo periodo Conforti si dedica alla formazione dei giovani aspiranti missionari.
Un periodo beve, perché Pio X lo nomina coadiutore del vescovo di Parma e nel 1907 successore del presule defunto. Reggerà la diocesi parmense per quasi venticinque anni, sempre attivissimo: indìce due sinodi, visita per cinque volte ciascuna delle trecento parrocchie, avendo al vertice delle sue preoccupazioni pastorali l'istruzione religiosa dei fedeli. Istituisce e promuove l'Azione cattolica, soprattutto tra i giovani. Intanto i suoi missionari saveriani fanno ritorno in Cina e nel 1912 uno di loro, padre Luigi Calza, è nominato vescovo di ChengChow e a consacrarlo nella cattedrale di Parma è monsignor Conforti.
Nello stesso anno, assieme a don Giuseppe Allamano, fondatore a Torino dei Missionari della Consolata, si fa promotore di una campagna per ridestare nella chiesa la sua connaturata vocazione missionaria. I due lanciano un appello al papa, che non cade nel vuoto: la Giornata missionaria mondiale, che sarà istituita poi nel 1926 da papa Pio XI, è frutto anche dell'interesse suscitato dall'appello.
Ecco altre due date importanti nella vita di monsignor Conforti e del suo istituto: 1921 e 1928. Il 15 agosto 1921 sono definitivamente approvate dal papa le costituzioni dell'Istituto saveriano che regolano la vita delle comunità. Nel 1928 Conforti è in Cina a far visita ai suoi missionari e a consolidare il legame di comunione fra la comunità cattolica di Parma e la giovane chiesa dell'Honan occidentale, il sogno di Francesco Saverio avverato...
Monsignor Conforti trova nella missione ottimi motivi per essere un eccellente pastore della sua diocesi, che rievangelizza attraverso la catechesi e la carità, vissuta in tutte le direzioni, in particolar modo nell'assistere le famiglie colpite dai lutti e dai disagi della prima guerra mondiale, impegno riconosciuto anche dal governo italiano che gli conferisce un'alta onorificenza.
Tornato dalla Cina, monsignor Conforti riprende la sua attività, ma il suo fisico tanto provato, pur sorretto da un'indomita volontà, cede irrimediabilmente. Il 5 novembre 1931, accompagnato dai confratelli e confortato dal sacramento degli infermi, si addormenta nel Signore.
Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclama beato, mentre Benedetto XVI il 23 ottobre 2011 lo cinge dell'aureola dei santi.
PRATICA. I dolori di Gesù e di Maria si imprimano nel nostro cuore, vi rimangano profondamente scolpiti, ci ispirino ripugnanza al peccato e siano indelebile sigillo di amore
PREGHIERA O Dio, che ti sei degnato di rendere mirabile San Guido Maria nel predicare la passione del tuo Unigenito e nel superare tutte le avversità, concedici per la sua intercessione che, muniti contro le subdole insidie dei nemici, godiamo pienamente del frutto del divino Sangue
Dalla sua aveva una volontà di ferro, una passione travolgente per la diffusione del Vangelo e tanti sogni che illuminavano le sue giornate, ma non la salute. Nelle sue condizioni soffriva di epilessia e sonnambulismo chiunque sarebbe rimasto ai blocchi di partenza; lui invece s'è lanciato con foga e tenacia, giungendo dove sognava di arrivare, cioè a riprendere l'evangelizzazione della Cina dal punto in cui il grande missionario gesuita, san Francesco Saverio, era stato costretto a fermarsi dalla morte, che l'aveva colto nel 1552. Non lo farà di persona, perché la malattia continuerà a segnare e a porre limiti alla sua vita, ma attraverso i confratelli della congregazione missionaria cui darà vita. Non solo, ma riuscirà a reintrodurre nella vita della chiesa lo spirito evangelico della missione ad gentes, per diversi motivi fortemente appannato.
Guido Conforti nasce il 30 marzo 1865 a Casalora di Ravadese, nel parmense. È l'ottavo dei dieci figli di Rinaldo e Antonia Adorni. Dopo aver studiato dai Fratelli delle scuole cristiane e superato le perplessità del papà, non troppo felice per la sua scelta, Guido entra nel seminario di Parma. La sua vocazione è legata a un episodio che, diventato vescovo, ricorderà spesso. Nella chiesa della Pace in Borgo delle Colonne, sulla strada che percorre per andare a scuola, c'è un Crocifisso davanti al quale si ferma spesso a pregare: «Io lo guardavo e lui guardava me e mi pareva che dicesse tante cose», racconterà assicurando che la sua vocazione sacerdotale è nata lì.
A diciassette anni, i primi sintomi della malattia, che potrebbe sbarrargli la strada verso il sacerdozio, ma il rettore, monsignor Andrea Ferrari (futuro arcivescovo di Milano e santo) lo rincuora e lo guida fino all'ordinazione sacerdotale, che avviene nel santuario di Fontanellato (Parma) il 22 settembre 1888. Dopo l'ordinazione, don Guido ritorna in seminario a proseguire nell'incarico di vicerettore, che monsignor Ferrari gli ha affidato da chierico e che ha svolto con intelligenza e cuore dimostrando di essere un buon educatore. A ventotto anni è eletto vicario generale della diocesi parmense.
In seminario, il giovane Conforti ha letto una biografia di san Francesco Saverio e rimane affascinato dal suo spirito e dalle sue imprese missionarie. La prematura conclusione della missione dell'eroico gesuita accende il lui il sogno di riprenderla e proseguirla. Si sente missionario e vuole fare il missionario, ma con la malattia che si ritrova nessun istituto dedito alla missione è disposto ad accettarlo.
E allora che cosa fa? Il 3 dicembre 1895 (festa di san Franceso Saverio) ne fonda uno per conto suo, che chiama Istituto emiliano per le missioni estere, tre anni dopo ufficialmente riconosciuto come Congregazione di san Francesco Saverio per le missioni estere.
All'inizio ha pochi alunni e un solo prete che lo aiuta, ma assai presto può consegnare la croce ai primi due missionari saveriani diretti in Cina, Gaio Rastelli e Odoardo Mainini. Conforti a questo punto è in una situazione delicata: mentre è vicario generale della diocesi di Parma, prepara preti da mandare in missione, e questo in un momento storico in cui la missione è vista come una sottrazione di elementi al clero locale, e lui ha il suo bel daffare per convincere i confratelli che la chiesa è per la sua stessa natura missionaria.
Intanto nel 1902, a trentasette anni, è nominato arcivescovo di Ravenna, ma sulla cattedra di Sant'Apollinare resta un solo anno, costretto al ritiro dall'acuirsi della sua malattia. Nel frattempo, uno dei suoi missionari in Cina muore e l'altro ritorna in Italia. In questo periodo Conforti si dedica alla formazione dei giovani aspiranti missionari.
Un periodo beve, perché Pio X lo nomina coadiutore del vescovo di Parma e nel 1907 successore del presule defunto. Reggerà la diocesi parmense per quasi venticinque anni, sempre attivissimo: indìce due sinodi, visita per cinque volte ciascuna delle trecento parrocchie, avendo al vertice delle sue preoccupazioni pastorali l'istruzione religiosa dei fedeli. Istituisce e promuove l'Azione cattolica, soprattutto tra i giovani. Intanto i suoi missionari saveriani fanno ritorno in Cina e nel 1912 uno di loro, padre Luigi Calza, è nominato vescovo di ChengChow e a consacrarlo nella cattedrale di Parma è monsignor Conforti.
Nello stesso anno, assieme a don Giuseppe Allamano, fondatore a Torino dei Missionari della Consolata, si fa promotore di una campagna per ridestare nella chiesa la sua connaturata vocazione missionaria. I due lanciano un appello al papa, che non cade nel vuoto: la Giornata missionaria mondiale, che sarà istituita poi nel 1926 da papa Pio XI, è frutto anche dell'interesse suscitato dall'appello.
Ecco altre due date importanti nella vita di monsignor Conforti e del suo istituto: 1921 e 1928. Il 15 agosto 1921 sono definitivamente approvate dal papa le costituzioni dell'Istituto saveriano che regolano la vita delle comunità. Nel 1928 Conforti è in Cina a far visita ai suoi missionari e a consolidare il legame di comunione fra la comunità cattolica di Parma e la giovane chiesa dell'Honan occidentale, il sogno di Francesco Saverio avverato...
Monsignor Conforti trova nella missione ottimi motivi per essere un eccellente pastore della sua diocesi, che rievangelizza attraverso la catechesi e la carità, vissuta in tutte le direzioni, in particolar modo nell'assistere le famiglie colpite dai lutti e dai disagi della prima guerra mondiale, impegno riconosciuto anche dal governo italiano che gli conferisce un'alta onorificenza.
Tornato dalla Cina, monsignor Conforti riprende la sua attività, ma il suo fisico tanto provato, pur sorretto da un'indomita volontà, cede irrimediabilmente. Il 5 novembre 1931, accompagnato dai confratelli e confortato dal sacramento degli infermi, si addormenta nel Signore.
Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclama beato, mentre Benedetto XVI il 23 ottobre 2011 lo cinge dell'aureola dei santi.
PRATICA. I dolori di Gesù e di Maria si imprimano nel nostro cuore, vi rimangano profondamente scolpiti, ci ispirino ripugnanza al peccato e siano indelebile sigillo di amore
PREGHIERA O Dio, che ti sei degnato di rendere mirabile San Guido Maria nel predicare la passione del tuo Unigenito e nel superare tutte le avversità, concedici per la sua intercessione che, muniti contro le subdole insidie dei nemici, godiamo pienamente del frutto del divino Sangue
martedì 4 novembre 2025
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