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martedì 13 novembre 2007

Crisi idrica

Tre navi cisterna cariche d’acqua potabile ferme in rada a Lipari, in attesa di scaricare il più che prezioso liquido, cisterne, specie nelle isole minori, a secco. La situazione più critica si registra ad Alicudi e Filicudi. L’incongruenza, che salta immediatamente all’occhio, è dettata dal fatto che da circa una settimana il ministro Padoa Schioppa continua a tenere sulla sua scrivania, senza firmarlo, il decreto di proroga da 2 milioni di euro che consentirebbe di scongiurare la crisi idrica nelle isole minori siciliane e che garantirebbe l’approvvigionamento idrico sino a dicembre. Dovrebbe essere, comunque, questione di qualche ora. Qualcuno si è chiesto come mai, se non è stato ancora firmato il decreto, le navi cariche di acqua siano già in rada. La spiegazione sta nel fatto che, trattandosi di proroga del contratto e di non di nuovo affidamento, è indubbio che debba essere assegnata alla Marnavi che, per accelerare i tempi per il rifornimento, ha deciso di fare stazionare le sue navi in rada. Se le isole minori piangono, Lipari certamente non ride. Il quantitativo d’acqua prodotto dal dissalatore di S. Vincenzo non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di tutta la popolazione dell’isola e, se non dovessero maturare fatti nuovi, si potrebbe andare verso una razionalizzazione del prezioso liquido.

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