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giovedì 16 aprile 2009

"Cave di pomice e la sorte degli ex dipendenti" nel documento presentato da Bruno all’assemblea dell’Associazione Città e Siti Italiani Unesco

Questo il documento presentato dal Sindaco di Lipari all’assemblea dell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco in corso a Ferrara da oggi al 19 aprile. Lo stesso documento è stato inviato al Presidente della Regione e agli Assessori regionali, al Presidente e al Vice-presidente dell'ARS
IL TESTO:
Sin dall’anno 2000, l’UNESCO si era espressa chiaramente in merito al destino delle cave di pomice di Lipari prevedendone la graduale dismissione come condizione necessaria al mantenimento delle Eolie quale sito Patrimonio dell’Umanità.
Il 12.06.2006 il sindaco di Lipari indirizzava la missiva protocollo n° 27351 a tutti i vari Enti interessati evidenziando che, a seguito della dismissione delle attività estrattive, si sarebbe venuta a creare una crisi occupazionale insostenibile in quanto il tessuto socio economico Eoliano, prettamente incentrato sul turismo stagionale, non offre altre opportunità occupazionali per tutto l’arco dell’anno.
Per tali ragioni, andava assicurata una possibilità alternativa di inserimento nel mondo del lavoro delle maestranze coinvolte nelle attività di cava.
Il 21.09.2006 l’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Onorevole Francesco Rutelli ribadiva, nella missiva protocollo n° 18585, l’assoluta necessità di adempiere allo specifico impegno assunto nei confronti della collettività internazionale attraverso l’iscrizione delle Eolie nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
A tale proposito veniva sottolineato che il mancato adempimento di tale obbligo avrebbe posto lo Stato in una spiacevole posizione di inadempienza di un trattato internazionale ed il sito inserito nella condizione di essere cancellato dalla Lista, prospettiva insostenibile per lo Stato Italiano.
In data 10.10.2006, con lettera protocollo n° 32350, il Sindaco di Lipari in risposta alla nota dell’Onorevole Ministro Francesco Rutelli ribadiva la consapevolezza della notevole importanza del prestigio che l’ambito riconoscimento dava al Paese ed in particolare alle Isole Eolie, precisando comunque che a seguito della chiusura delle Cave di Pomice si sarebbe venuta a creare una crisi occupazionale difficilmente sopportabile dal già precario tessuto socio economico delle Isole Eolie, pertanto, sarebbe stato necessario valutare mirati interventi ed adeguate soluzioni.
In data 31.10.2006, l’allora Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Onorevole Alfonso Pecorario Scanio, con nota protocollo GAB/2006/9817/C, evidenziava che le Eolie rappresentano l’unico bene di tipo “naturale” finora iscritto nella prestigiosa lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ribadendo la necessità della chiusura delle cave di pomice al fine di scongiurare la possibile cancellazione delle Isole Eolie dalla lista di Patrimonio dell’Umanità.
In occasione della Missione presieduta dal Professore Hamilton in visita ufficiale a Lipari dal 21 al 28 Marzo 2007 è stato evidenziato chiaramente il problema occupazionale relativo ai circa quaranta lavoratori impiegati nelle cave di pomice.
La Commissione,nel verbale conclusivo,al punto 3.2, dichiarava che il problema principale dei lavoratori di cava era dettato dalla mancanza di una occupazione alternativa chiara ed immediata.
Veniva evidenziato altresi’ che la riassunzione ed il riaddestramento erano stati discussi non solo a livello Comunale ma anche con le Autorità Regionali e veniva raccomandato che un programma comprensivo di ricollocazione doveva essere effettuato immediatamnte.
Le stesse argomentazioni vennero ribadite anche nel documento WHC 07/31 COM-7 badd).
Nella 31° sessione dell’Unesco tenutasi in Nuova Zelanda dal 23.06.07. al 02.07.07 (WHC – 07/31 com/24), veniva ulteriormente ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito Eoliano fosse conservato, era la chiusura delle cave di Pomice e che, tra le altre cose, doveva essere messo in atto un programma di riassunzione e/o riqualificazione delle persone interessate.
Nel Novembre 2007, dopo la chiusura delle cave di pomice ed a seguito del licenziamento di tutte le maestranze impiegate, l’Assessore Regionale al Lavoro pro tempore On.le Santi Formica aveva predisposto, uniamente all’Assessore Regionale ai Ben Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione On. Lino Leanza, un progetto che prevedeva la richiesta da parte del Comune di Lipari di utilizzare i suddetti lavoratori in ASU, attivando le procedure previste dall’art.7 comma 2 del dlgs n.468/97, il successivo utilizzo degli stessi presso il Museo di Lipari, delle sezioni staccate del Museo di Panarea e Filicudi e delle aree archelogiche di Lipari, Filicudi e Panarea per arrivare alla stabilizzazione mediante l’assunzione presso la Beni Culturali Spa.
Mentre, l’Assesorato Regionale al Lavoro avrebbe erogato ai suddetti lavoratori, durante la loro utilizzazione diretta in attività socialmente utili, l’importo integrativo di cui all’art. 8, comma 2 del dlgs n.468/97.
Il percorso individuato venne definito e sottoscritto in una conferenza di servizi tenutasi presso l’Assessorato Regionale al Lavoro il 24/01/08.
A seguito di quanto stabilito nella suddetta riunione del 24.01.2008, l’Amm.ne Comunale di Lipari provvide, con delibera di Giunta n.7 del 05/02/08 ad attivare la procedura di utilizzo dei lavoratori ai sensi degli articoli 7 e 8 del Dlgs n.468/97, susseguentemente, il Centro regionale per L’impiego di Lipari assegnò i lavoratori al Comune di Lipari che richiese all’Ass.to al Lavoro l’integrazione salariale prevista.
In data 08/07/08 l’Assesore Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione On. Antinoro, in accordo con l’Ass.re Regionale al Lavoro On. Incardona, convocava una conferenza di servizi per definire l’iter da seguire per la definizione della problematica prevedendo l’utilizzo di tutti i lavoratori presso il proprio Assessorato garantendo, successivamente, la loro stabilizzazione attraverso un percorso che prevedeva l’approvazione di una delibera di giunta interassessoriale appositamente redatta dagli Assessorati al Lavoro ed ai BB. CC. AA. e Pubblica Istruzione.
Il Sindaco di Lipari, nelle more della definizione di quanto concordato nel corso della suddetta conferenza di servizi, in data 23/07/08 con nota prot. 27728 comunicava, la disponibilità del comune di Lipari al trasferimento dei suddetti lavoratori presso l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione.
In data 23.01.2009, con nota protocollo DPN-2009-0001309, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare trasmetteva a tutti gli enti interessati la relazione sull’attuazione delle condizioni poste dall’UNESCO per il mantenimento del sito Isole Eolie nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
In tale documento veniva evidenziato come a partire dal 01.02.09, essendo stato già risolto il primo punto (chiusura delle cave di pomice), le Autorità avrebbero dovuto affrontare i restanti otto punti espressi nella decisione “31-COM-7B-24” dove, tra l’altro, alla lettera “f” si parla di un programma di riassunzione e/o riqualificazione dei lavoratori interessati.
A tale proposito già il 03.12.2008 in una riunione tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente alla presenza degli Amministratori Regionali si era discusso circa il reimpiego degli ex lavoratori del settore pomicifero presso strutture Museali sia esistenti ché in fase di progettazione (Museo Archeologico Regionale Eoliano “Bernabò Brea” ed Eco - Museo Regionale della Pietra Pomice) come suggerito dall’UNESCO.
In considerazione di quanto sopra al punto 3° (implementazione delle condizioni richieste dalla decisione
31-COM-7B.24 paragrafo “6” lettera “f”) veniva individuato il percorso per la realizzazione, con finanziamenti pubblici, dell’Eco – Museo della Pietra Pomice e, comunque, veniva evidenziato come già il 24.01.2008 la Regione Siciliana aveva attivato una formale procedura di reimpiego dei lavoratori dell’ex comparto pomicifero nelle strutture Museali esistenti a Lipari (Museo Archeologico “Bernabò Brea”).
Ad oggi la delibera interassessoriale, a suo tempo proposta dagli Onorevoli Assessori Regionali Antinoro ed Incardona, non è stata adottata dalla Giunta Regionale disattendendo, immotivatamente, quanto più volte espresso nei vari tavoli istituzionali per la risoluzione della problematica occupazionale conseguente alla chiusura delle cave di pomice.
Si fa presente che la Pumex Spa era una Azienda produttiva con crescente utilizzo di manodopera che è stata chiusa non per fallimento o crisi di mercato ma, unicamente, per il rispetto del titolo “Patrimonio dell’Umanità” assegnato nell’anno 2000 non concedendo il rinnovo delle concessioni di escavazione.
Tutto ciò non doveva comportare perdita di posti di lavoro poichè le competenti autorità avrebbero dovuto provvedere alla ricollocazione delle maestranze in altri settori lavorativi.
A tutt’oggi i circa quaranta lavoratori sopravvivono con poco più di cinquecento euro mensili, modesto contributo di mobilità, molti di loro stanno per perdere anche questo contributo che nella crisi generale sta ad indicare disperazione ed impossibilità di collocazione in altre attività lavorative.
L'unica certezza è che senza una immediata e definitiva soluzione della problematica, questi operai e le loro famiglie saranno le uniche a pagare per consentire il mantenimento delle Isole Eolie nella lista di Patrimonio dell'Umanità.
Così come l’Unesco ha moralmente invitato il Governo Nazionale e quello Regionale ad attivarsi per la chiusura delle cave di pomice di Lipari, siamo certi che l’Associazione Città e siti Italiani Patrimonio mondiale Unesco saprà far valere i diritti di circa quaranta lavoratori che desiderano esclusivamente riavere una opportunità di impiego, suggerendo al Governo Nazionale ed al Governo Regionale Siciliano le strade da seguire per il reimpiego nell’attività lavorativa dei circa quaranta ex lavoratori del settore pomicifero Eoliano.
IL SINDACO DI LIPARI
(Dott. Mariano Bruno)