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giovedì 20 maggio 2010

Lipari verso la zona retrocessione ? (di Pino La Greca)

Riceviamo dal dottor Pino La Greca e pubblichiamo:
Questa mattina nel fare la mia quotidiana rassegna stampa trovo i dati di una indagine di “Manageritalia, la Federazione dirigenti e quadri di trasporti, turismo e terziario, su pregi e difetti del Mezzogiorno d'Italia. L'indagine verrà presentata il 21 maggio a Palermo, il 22 maggio a Bari e il 10 giugno a Napoli in apertura di incontri organizzati da Manageritalia per dibattere come rilanciare lo sviluppo nel Sud puntando su management, terziario e turismo con rappresentati della politica, delle istituzioni e della business community del territorio. Personalmente ho provato a confrontare i dati di questo sondaggio con lo stato del nostro arcipelago, così un gioco per comprendere a che punto siamo noi di Lipari. Il sondaggio conferma che : Gli italiani amano il Sud per il clima (87%), le città d'arte (86%), la natura (68%), le qualità della gente per nulla intollerante e razzista (99%) e di mentalità poco chiusa (87%), ma lo bocciano per qualità dell'amministrazione, economia e criminalità. Veniamo ai punti sopra citati: clima (87%) – su questo aspetto non possiamo dire nulla, si sa il tempo fa quello che vuole a dispetto degli uomini e soltanto i cambiamenti climatici planetari rischiano di modifica il clima mediterraneo; le città d’arte (86%) – qui inizia la mia riflessione dolente. Lipari e l’arcipelago sono una immensa città d’arte, ricca di monumenti archeologici, penso alle strutture termali di San Calogero, di Valle Greca di Lipari centro; penso alle mura di cinta della città greca, della necropoli, dei villaggi preistorici di Filicudi, di Panarea, di Lipari, penso al Museo, alle chiese del Castello.
Non intravedo nessuna politica seria, determinata, decisa, verso questo settore del turismo; turismo che non ha bisogno del clima per incentivarsi, basta l’organizzazione e crederci, soprattutto, crederci, attraverso un’attività di promozione delle nostre qualità di arcipelago d’arte unendo le nostre qualità al prestigioso titolo di “patrimonio dell’Umanità”, invogliando i turisti a visitare le nostre strutture, rendendole visitabili in tutti i periodi dell’anno. La natura (68%) – altra nota dolete, abbiamo un grande biglietto da visita per promuovere le nostre isole in questo specifico settore, come dicevo, il titolo di bene “Patrimonio dell’Umanità” ma di contro scelte, a mio avviso sbagliate, spingono nella direzione contraria. Iniziamo dall’argomento principe all’ordine del giorno, “Il Parco Nazionale”. Invece di accettare un serio confronto con le istituzioni regionali e nazionali sulla istituzione di questo straordinario strumento di qualificazione del nostro territorio e del nostro turismo, si punta ad rinviare il varo di tale strumento. Mentre altre località puntano sulla qualificazione del loro territorio procedendo alla sua tutela per evitare il dissesto idrogeologico provocato dall’abbandono e dall’incuria dell’uomo, alla tutela dagli incendi (che provocano la desertificazione del territorio) nessuna reale politica viene svolta in tale direzione. Rinviare, rinviare, dire semplicemente “no”, non è una soluzione, non propone nulla in alternativa, non crea, distrugge qualsiasi possibilità di ottenere interlocuzione a livello regionale e nazionale per ottenere fondi in grado di garantire il mantenimento del nostro territorio. Penso al dissesto delle cave di pomice, ormai abbandonate da un paio di anni, penso alle discariche che continuano a proliferare all’interno del nostro territorio, agli interventi sgangherati che lo feriscono, lo sfregiano, agli incendi che depauperano progressivamente le nostre campagne; penso alle decine e decine di sentieri che di anno in anno diventano impraticabili sia per noi residenti sia per i turisti che raggiungono le isole Eolie per fare trekking. Sono questo le domande che a cui dare risposte e non dire semplicemente “no, non lo vogliamo”, rappresentare qual è l’alternativa al Parco. Non dimentichiamo le coste, erose, in balia delle onde, penso ad Acquacalda, a Canneto, alle realtà delle altre isole, di contro si continua a parlare di “mega” opere portuali, di interventi che suscitano le proteste dei comandanti, degli addetti ai lavori per la mancanza di un confronto serio, costruttivo, continuando a procedere in una cultura dell’emergenza e delle decisioni verticistiche che finiranno per danneggiare irreparabilmente la costa dell’isola di Lipari. Potrei continuare l’elenco per pagine e pagine, ma finirei per annoiare i lettori, quindi, mi limito a questo due argomenti attualmente all’attenzione del Paese.
Infine, l’ultimo punto: le qualità della gente per nulla intollerante e razzista (99%) e di mentalità poco chiusa (87%): sotto questo aspetto non credo possiamo lamentarci, la nostra popolazione rispecchia perfettamente il campione del sondaggio, non è intollerante né razzista, né di mentalità poco chiusa, tuttavia, dobbiamo porci una domanda collettiva, “che qualità della vita assicuriamo a chi visita le nostre isole?” abbiamo strutture ricettive adeguate? offriamo servizi adeguati? I nostri centri abitati sono a misura d’uomo, sono tranquilli, puliti, decorosi? Per queste cose non abbiamo bisogno di ricevere finanziamenti dall’esterno, è soltanto una volontà politica, volontà innanzi tutto della popolazione, dell’amministrazione, del singolo cittadino. Se riusciamo a dirigerci rapidamente verso questi obiettivi: valorizzazione e tutela del nostro patrimonio naturale, valorizzazione e tutela del nostro patrimonio storico-archeologico, valorizzazione della qualità della vita all’interno del nostro territorio, abbiamo la possibilità di poter continuare a vivere di turismo, ed utilizzando una metafora calcistica, soltanto così restiamo nella serie “A” delle località turistiche siciliane e nazionali, nel caso contrario penso ad una serie di retrocessioni che si condurrà tra i campionati dei dilettanti.
Pino La Greca