(IL VELINO) Aria di tensione per il settore della pesca. E già si vocifera di una grande manifestazione unitaria di tutte le grandi associazioni (Federcoopesca, Federpesca, Agci Agrital e Legapesca) per attirare l'attenzione delle istituzioni sul difficile momento che sta vivendo il comparto, già duramente provato dalla crisi economica. Prima il caro gasolio, poi la crisi globale, il tonno rosso e ora l'entrata in vigore delle norme europee sul piccolo strascico. Un vero e proprio "colpo di grazia", secondo le associazioni, quello causato con l’entrata in vigore delle norme ex Regolamento UE 1967/2006. Si sta lavorando in queste ore a un documento di bozza per chiedere l'unità di crisi che possa monitorare la situazione e risolvere almeno in parte i problemi che deriveranno dal nuovo regolamento europeo. Altre strade non ci sono, dato che la proroga non è prevista in alcun modo. Praticamente una strada senza uscita per i pescatori che da qui a breve si ritroveranno davanti a un bivio: operare nell'illegalità o rimmetterci quattrini. La norma di Bruxelles che dal primo giugno cambierà le carte in tavola prevede nuove maglie minime e nuove distanze minime dalla costa per lo strascico, nuove distanze minime dalla costa per le draghe idrauliche, determineranno di fatto un drastico abbassamento della capacità di cattura del comparto, e la fine di alcune attività di pesca, come quella delle telline e cannolicchi per le draghe. Senza contare che da Bruxelles sono già pronte "truppe" di ispettori deputati ai controlli. Nel giro di poche ore le associazioni rendereanno ufficiale la presa di posizione mentre per la data si sta ancora discutendo.
Le norme che entreranno in vigore a giugno, contro le quali le associazioni ittiche italiane si sono battute fin dall'inizio dell’iter di approvazione del relativo regolamento comunitario sono norme europee modificabili solo attraverso la lunga procedura comunitaria. L'unità di crisi che le associazioni intendono chiedere al ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan, da quanto ha appreso IL VELINO, dovrebbe avere il compito di monitorare l’impatto delle nuove norme dal punto di vista produttivo, economico ed occupazionale, rilevando anche le difficoltà tecniche di adeguamento delle imprese; chiedere alla Comunità europea, in coordinamento con i ministeri competenti degli altri Stati membri europei del Mediterraneo in cui si stanno registrando analoghe criticità, di procedere a una revisione del Regolamento 1967/2006 formulando una proposta di modifica, da presentare al Consiglio previo accordo con il Parlamento Europeo, (come previsto dal Trattato di Lisbona); definire, assieme alle regioni e le associazioni, tutti i possibili interventi sia tecnici che gestionali al fine di migliorare e velocizzare eventuali processi di riconversione all’interno del settore, (anche utilizzando i fondi FEP, regionali o nazionali in regime de minimis); e infine identificare un pacchetto anticrisi che consenta, con gli ammortizzatori sociali oggi disponibili, l’occupazione nel settore. In definitiva le associazioni intendono chiedere a Galan una mano tesa per risolvere un problema che può essere, allo stato attuale delle cose, solo scavalcato con l'istituzione di un'unità di crisi (come già successe per l'emergenza gasolio e mucillagine). Ma intanto, si scende in piazza. Da decidere solo la data.