LEGIONE CARABINIERI “SICILIA”
Comando Provinciale di Messina
Messina, 20
luglio 2016
COMUNICATO STAMPA
milazzo,
tortorici e barcellona p.g.
operazione
”TRIADE”
la
droga della mafia tortoriciana invade la fascia tirrenica
milazzo, tortorici e barcellona p.g.
21 ARRESTI
PER TRAFFICO DI DROGA, ARMI E BANCONOTE FALSE
Nelle prime ore odierne i Carabinieri
del Comando Provinciale di Messina
hanno eseguito in questa provincia e in quella di Siracusa, un’ordinanza
di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il
Tribunale di Messina, D.ssa Daniela Urbani, su richiesta della competente
Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Procuratore della
Repubblica di Messina, dott. Guido Lo Forte coadiuvato dai titolari
dell’indagine i Sostituti Procuratori, D.ssa Liliana Todaro e Dott. Fabrizio
Monaco, nei confronti di 21 soggetti
(15 dei quali ristretti in carcere, 5 sottoposti agli arresti domiciliari e 1
all’obbligo di presentazione alla p.g.), ritenuti responsabili – a vario titolo
– di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti,
porto e detenzione illegali di armi da fuoco e spendita di banconote
falsificate.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una attività d’indagine
sviluppata, sin dal settembre 2013, dalla Compagnia di Milazzo (ME), che ha
consentito di comprovare l’esistenza di un’organizzazione criminale, attiva in
quel centro e nei territori di Tortorici (ME) e Barcellona Pozzo di Gotto (ME),
delineandone le gerarchie interne e il ruolo svolto dai singoli associati nella
gestione di una vasta e lucrosa attività di narcotraffico.
Le investigazioni, in particolare, hanno permesso di documentare come un
gruppo di soggetti legati alle famiglie mafiose tortoriciane fornisse
periodicamente ingenti quantitativi di hashish
e marijuana ad altre due diverse
articolazioni della medesima organizzazione, operanti tra Barcellona P.G. e
Milazzo, che si preoccupavano poi di commercializzare lo stupefacente sulle principali
“piazze di spaccio” del litorale
tirrenico messinese.
A due
mesi dall’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe ANTOCI,
l’esecuzione odierna colpisce duramente uno dei settori di maggior interesse
criminale per le consorterie tortoriciane, confermandone il ruolo egemone nel
particolare settore della coltivazione su vasta scala di sostanze stupefacenti.
Si
tratta, peraltro, di una risposta in un contesto territoriale il cui controllo
era stato ulteriormente rafforzato dall’Arma dei Carabinieri anche con
l’impiego dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”
di Calabria, particolarmente specializzati nell’impiego in aree impervie, che
in questi ultime settimane ha consentito di scovare numerose piantagioni di
“cannabis indaca”, coltivata proprio all’interno del Parco dei Nebrodi.
Come è emerso dalle indagini, i tortoriciani,
garantivano i rifornimenti percorrendo, a bordo di fuoristrada, mulattiere e
strade di montagna dei Nebrodi, per giungere sulla fascia tirrenica.
A capo degli stessi Tortoriciani
vi era il 42enne Carmelo GALATI MASSARO, autorevole figura criminale già nota
alle forze dell’ordine, che, nella gestione dei traffici si avvaleva di sodali
di estrema fiducia, quali la moglie e il fratello minore.
Lo stupefacente fornito dai Tortoriciani
veniva poi commercializzato sulle principali “piazze di spaccio” della fascia
tirrenica compresa tra Barcellona P.G. e Milazzo, dalle altre due articolazioni
dell’organizzazione criminale, che si rapportavano con i tortoriciani tramite Nicolino ISGRÒ, 48enne di Condrò, figura
carismatica già nota alle forze dell’ordine per la sua lunga storia criminale.
Da sempre rispettato e contiguo alla mafia barcellonese, ISGRÒ, negli anni, si
è guadagnato il ruolo di “specialista” nel traffico di droga, armi e banconote
falsificate. Questa sua “professionalità” gli ha permesso di essere
“trasversale” rispetto alle vecchie e nuove generazioni della famiglia
barcellonese, nonché di rappresentare il trait
union con la mafia tortoriciana. Nicolino ISGRO’, quale leader
dell’articolazione “milazzese”
dell’organizzazione, era l’unico ad avere rapporti diretti, sia telefonici che
di persona, con il GALATI MASSARO. Durante gli incontri tra i due, che
avvenivano sempre nel parcheggio di un centro commerciale del messinese, venivano
concordati prezzi, quantità e modalità di consegna dello stupefacente, senza,
tuttavia, che l’ ISGRO’ e il GALATI MASSARO giungessero all’effettiva consegna
del pattuito, aspetto curato in un secondo momento da altri sodali.
Nicolino ISGRO’ fungeva da “cerniera” anche tra la
sua articolazione e quella “barcellonese”,
i cui elementi di spicco risultano il 29/enne Filippo BISCARI, il 31enne Salvatore
IANNELLO (cugino del primo) e il 41enne Giuseppe ARICO’, barcellonesi già noti
alle forze dell’ordine. I tre, attraverso contatti tenuti quotidianamente con ISGRO’
sempre nel parcheggio del predetto centro commerciale, si assicuravano
settimanalmente un cospicuo quantitativo di stupefacente che poi provvedevano a
spacciare al dettaglio nella cittadina del Longano avvalendosi, tra gli altri,
di SALAMONE Francesco, 45/enne consigliere comunale di Terme Vigliatore.
Tale articolazione, inoltre, gestiva non solo droga
ma anche armi, verosimilmente destinate, da una parte, a proteggersi dalle
bande rivali nel redditizio business della droga e, dall’altra, a porre in essere
intimidazioni, nell’ambizioso tentativo di accreditarsi sul territorio.
Emblematiche a tal riguardo sono le conversazioni tra ISGRO’ e Salvatore
IANNELLO quando parlano di armi:
ISGRÒ
Nicolino : e poi c'è un fucile...
IANNELLO
Salvatore: no, il fucile non mi
interessa.....la pistola....ma quanto viene questa pistola?
ISGRÒ
Nicolino : tu che vuoi....400...500....
ISGRÒ Nicolino : 7 mila....seimila e cinque per dieci pistole....contanti...nuove
IANNELLO
Salvatore: dai.. assai sono.. assai sono
7 mila
ISGRÒ
Nicolino: nuova ...potrebbe passare un
700 euro l'una...
La collaborazione tra le articolazioni “milazzese” e “barcellonese”
dell’organizzazione, oggi smantellata, andava sicuramente oltre la
commercializzazione di droga, armi e banconote falsificate. I due gruppi,
infatti, erano pronti a scambiarsi anche azioni di fuoco sul territorio. A tal
riguardo risultano particolarmente significative e allarmanti le parole di ISGRO’
dirette a IANNELLO Salvatore: “…..se devi
bruciare una saracinesca.. gli devi sparare ad uno nelle gambe.... dico se voi
non volete uscire... ci possiamo scambiare questo tipo di favore”.
Dall’inchiesta, dunque, emerge un’ organizzazione in grado di
monopolizzare, attraverso le sue articolazioni, lo spaccio di stupefacente in
una parte consistente del litorale tirrenico della provincia di Messina. In estrema
sintesi, l’articolazione tortoriciana si
preoccupava dell’ approvvigionamento di grossi quantitativi di stupefacente,
che, rivenduto all’articolazione milazzese facente capo all’ ISGRO’, veniva da
quest’ultima in parte commercializzata direttamente nell’hinterland di Milazzo,
per la restante parte venduta “all’ingrosso” all’articolazione barcellonese, che provvedeva a sua volta
a spacciarla nei territori di Barcellona e dintorni. I barcellonesi acquistavano dall’ISGRO’ anche armi e banconote false,
le prime per affermare il controllo criminale nel barcellonese e contrastare le
mire espansionistiche delle compagini operanti nei territori limitrofi, le
seconde per poi spacciarle al dettaglio e creare, così, un’ulteriore canale di
finanziamento illecito attraverso la percezione deli introiti: basti pensare
che 10mila euro di banconote falsificate avevano un costo di 1500 euro.
Nel corso delle esecuzioni sono stati rinvenuti e sequestrati circa 3,5
kg di marijuana e hashish destinati allo spaccio,
stupefacente che si aggiunge così alla considerevole quantità già sottoposta a
sequestro nel corso delle indagini, durante le quali sono
stati anche arrestati in flagranza 9 trafficanti.
IL VIDEO DIFFUSO DALL'ARMA
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