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giovedì 9 febbraio 2017

In cammino verso la Pasqua. Secondo approfondimento. A cura di Padre Antonino Costa

Nell’epoca della globalizzazione , in quella fase cioè della storia in cui il mondo si unifica a tutti i livelli e gli uomini si sperimentano sempre di più come una sola famiglia, è possibile trovare una base morale comune a tutti, la quale ispiri i comportamenti dei singoli e dei gruppi e sulla quale costruire le leggi che governano la società ?
In parole più semplici , è possibile stabilire su basi certe e inoppugnabili ciò che è bene e ciò che è male ?
La Chiesa ne è convinta e da sempre fa riferimento a una legge morale naturale, che Dio creatore ha scolpito nel cuore di ogni uomo. Esiste dunque una luce universale della moralità che brilla nell’anima spirituale, creata a immagine e somiglianza di Dio. In base ad essa, tutti gli uomini sono in grado di percepire quei principi fondamentali della moralità che consentono con sicurezza ciò che è bene e ciò che è male.
Non tutti però la pensano in questo modo. Alcuni ritengono che non esista una morale universale, valida per tutti gli uomini. Parlano di un pluralismo etico, nel senso che possano esistere morali fra loro diverse, a seconda dei tempi, dei popoli, delle culture e delle forme di pensiero. L’Eutanasia, l’aborto, il divorzio, l’adulterio e così via, ad esempio, se per un dato orientamento morale è un male, per un altro potrebbe essere considerata invece un bene.
Sotto l’etichetta di pluralismo etico in realtà vi è un impostazione di pensiero ben precisa. Si fa dell’uomo la fonte stessa della morale, come se fosse lui, a suo insindacabile giudizio, a stabilire ciò che è bene e ciò che è male. In questa prospettiva quello che in un dato periodo storico era ritenuto un male, oggi potrebbe essere ritenuto un bene. Non vi sarebbe quindi una legge assoluta, universalmente valida, che determina con certezza la moralità delle azioni, ma vi sono soltanto degli orientamenti provvisori e suscettibili di cambiamento.
Questa impostazione in realtà non fa che giustificare la decadenza morale del nostro tempo. Quando l’uomo, sotto la spinta delle passioni, abbandona l’ideale della virtù, ecco che chiama col nome di virtù ciò che in realtà è vizio. Quando nella coscienza delle persone si eclissa l’ideale della giustizia, ecco che vengono ritenuti giusti dei comportamenti che tali non sono. Avete notato ad esempio come nella nostra società si tenda a circondare di rispettabilità le perso che hanno successo, prescindendo dalla loro moralità ?
Oggi viviamo un’eclissi dei valori che preoccupa coloro a cui sta a cuore il futuro dell’umanità. Coinvolge l’intera società, ma mina nelle fondamenta in modo particolare la vita delle famiglie e dei giovani. Socrate, il grande saggio greco, passeggiava per le vie di Atene discutendo su ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, su ciò che è buono e ciò che è cattivo. Siamo oggi appassionati a questi problemi ? Ci teniamo veramente a mettere a fuoco quegli ideali della vita che elevano l’uomo al di sopra delle fiere ?
Viviamo in tempi in cui si è offuscato l’ideale dell’uomo buono e virtuoso. È stato sostituito dall’immagine dell’uomo forte ed efficiente, non importa con quali mezzi e camminando su quali cadaveri. Ma così la società diventa sempre più inospitale e ostile. Si è trasformata in una giungla dove regna la legge del più forte. Ma un mondo, dove la bontà, la giustizia e l’onestà sono state sostituite dalla forza e dall’astuzia, non può avere un grande futuro davanti a sé.
L’uomo del nostro tempo crede nel progresso come se fosse un dogma di fede. La storia dell’umanità è vista come un passaggio dalle tenebre alla luce. La visione evolutiva del mondo rappresenta il futuro come se fosse un progresso necessario e indefinito. La realtà delle cose però è molto diversa. Le civiltà hanno visto i loro momenti di declino morale. L’avventura umana ha conosciuto progressi e regressi. Gli antichi hanno rappresentato concordemente la storia del mondo come un processo di decadenza inarrestabile. L’epoca moderna ha conosciuto uno sviluppo tecnico straordinario. Possiamo dire che si è verificato altrettanto sul piano morale ? In questo settore ( quello morale ) i successi non sono affatto scontati. Da due genitori buoni non nasce necessariamente un bambino buono. La moralità è una conquista che esige un impegno costante. Con ogni uomo che nasce bisogna sempre incominciare da capo. È possibile che un’epoca progredisca sul piano materiale, economico e politico e regredisca sul piano morale, purtroppo. Non fu forse così con l’Impero Romano ?
Il nostro tempo è caratterizzato dall’esplosione della tecnica , ma anche dal crollo della moralità, sia sul piano individuale che su quello sociale. Qualcuno potrebbe obiettare che il male è sempre dilagato nel mondo e che oggi non siamo più peccatori di ieri. Perfino in epoche di grande fervore religioso, come il Medioevo, la moralità non era migliore della nostra. Questo è vero, ma c’è qualcosa che è specifico del nostro tempo e lo contrassegna in termini particolarmente negativi.
Mentre ad esempio nella società medievale, contraddistinta da grandi santi, ma anche da non meno grandi peccatori, a tutti era ben chiaro lo spartiacque invalicabile fra il bene e il male, nella nostra società di oggi, questa divisione netta fra la luce e le tenebre vacilla e in non pochi casi crolla, mescolando acque fra loro inconciliabili. Oggi in molti ambiti del comportamento umano non si esita a chiamare bene ciò che secondo la legge naturale è un male. In altre parole oggi il male viene spesso negato, giustificato, elevato a diritto e proposto come un bene. Il crollo dell’opposizione fra la luce e le tenebre, e l’affermazione che tutto è lecito purchè sia utile, è uno degli aspetti caratterizzanti del nostro tempo. Alcuni parlano di nuova etica. In realtà si dovrebbe parlare di tramonto dell’etica. Invece della società dell’amore si sta costruendo la società dell’egoismo più sfrenato.

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