Trattati, da anni, come precari. Pagati, da sempre, come dipendenti ad ore, considerati indispensabili ma equiparati a lavoratori senza stabilità.
I giudici di pace, che già nei mesi scorsi avevano aderito ad uno stato di agitazione per il trattamento loro riservato dal Governo - nonostante le promesse - tornano a rivendicare il loro ruolo anche alla luce della proposta che vedrebbe triplicati i compiti loro assegnati a fronte di un assegno mensile di circa 800 euro.
«Lo scorso anno – si legge in un comunicato – ha visto il completarsi dell’iter legislativo con l’entrata in vigore della Legge delega di riforma della magistratura onoraria (la n. 57) e con l’emanazione del primo decreto legislativo attuativo che ha disciplinato la conferma nell’incarico di tutti i magistrati onorari ed ha regolamentato la sezione autonoma del Consiglio Giudiziario per la Magistratura Onoraria. Ora è in attesa di essere portato all’esame del Consiglio dei Ministri il secondo decreto legislativo di attuazione della magistratura onoraria per la disciplina “a regime” prevedendone la durata dell’incarico, le modalità d’impiego e le tutele previdenziali ed assistenziali, a cui seguirà un terzo decreto per la disciplina transitoria dei magistrati in servizio. Per quanto attiene all’iter legislativo della riforma - si legge ancora nel documento - occorre considerare che, a seguito delle richieste di procedure di infrazione, la Commissione UE ha attivato un’istruttoria per chiedere informazioni in merito alla compatibilità della disciplina nazionale con la direttiva 1999/70/CE. La Commissione UE ha dato una prima risposta ai rilievi dello Stato italiano, respingendo la ricostruzione da questi offerta del rapporto di servizio onorario come essenzialmente gratuito ed estraneo ad un rapporto di lavoro ed affermando che il magistrato onorario è un lavoratore ai fini del diritto dell’Unione Europea e che, conseguentemente, vanno allo stesso applicati tutti i diritti della qualifica corrispondente (ossia previdenza, ferie e malattia)». Presupposti positivi, quindi, che adesso invece sembrano sfociare in proposte irricevibili. E i magistrati onorari minacciano nuove proteste perché, questa volta, in ballo c’è la dignità personale e professionale.
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