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giovedì 8 marzo 2018

Oggi è l'Otto Marzo. Buongiorno e Buon 8 Marzo a tutte le donne con l'editoriale del nostro direttore e le "tappe" di un cammino non facile!

"FESTA" DELLA DONNA..... MA NON SOLO PER OGGI (L'EDITORIALE DI SALVATORE SARPI)
Torna oggi come ogni 8 marzo quella che viene definita la“Festa della donna” anche se è fortemente riduttivo concentrare in un giorno, dietro una mimosa, l'apprezzamento, il rispetto a chi, da madre, sorella, moglie, figlia o amica, percorre insieme a noi una parte più o meno lunga della strada.
Più che di una festa preferisco quindi pensare e parlare di "Giornata internazionale della donna".
Festeggiare la donna l'otto marzo, senza riconoscerle un ruolo fondamentale negli altri 364 giorni dell'anno, è fortemente riduttivo.
E allora più che un augurio, è giusto rivolgere rispetto e ammirazione ad una donna che sa essere femminile e non femminista, determinata e dolce, tenera e coraggiosa, sognatrice e pratica, fantastica ogni giorno dell'anno... conscia del proprio ruolo...rispettosa di se stessa e di chi le vive accanto... e che non aspetta l'otto marzo e una mimosa per essere protagonista....
E allora buon 8 marzo a tutte le donne, in particolare a quelle che ogni giorno urlano in silenzio, che non possono vivere la propria femminilità, che dedicano la loro vita alla famiglia e alla cura degli altri, a quelle intrappolate dai preconcetti e dalle ipocrisie.
PROPONIAMO ADESSO ALCUNE DELLE TAPPE, DEL PERCORSO, DEL LUNGO E FATICOSO "VIAGGIO" CHE LE DONNE HANNO COMPIUTO NEL TEMPO PER ARRIVARE ALLE CONQUISTE ATTUALI.



Non una festa, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile e per organizzare lotte per migliorare le condizioni di vita della donna: in questo modo la data dell'8 marzo ha assunto col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il proprio riscatto.
La Festa della donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo. L'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è invece diffusa ovunque. L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche - se non soprattutto - da connotati di carattere commerciale. 8 marzo festa della donna. L'8 marzo ha radici lontane. Nasce dal movimento internazionale socialista delle donne.
Era il 1907: Clara Zetkin (che nella prima guerra mondiale fondò la Lega di Spartaco) dirigente del movimento operaio tedesco organizza con Rosa Luxemburg (teorica della rivoluzione marxista che fondò il partito socialista polacco e il partito comunista tedesco) la prima conferenza internazionale della donna.
Ma la data simbolo è legata all'incendio divampato in un opicificio (Cottons) di Chicago nel 1908, occupato nel corso di uno sciopero da 129 operaie tessili che morirono bruciate vive.
Nel 1910 a Copenaghen, in occasione di un nuovo incontro internazionale della donna si propone l’istituzione di una GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA, anche in ricordo dei fatti di Chicago.
Successivamente la giornata comincia ad essere celebrata in varie parti del mondo e anche in Italia durante e dopo la prima guerra mondiale (1914-18). La tradizione, nel nostro Paese, viene interrotta, nel 1943, dal fascismo.
La celebrazione riprende durante la lotta di liberazione nazionale come giornata di mobilitazione delle donne contro la guerra, l’occupazione tedesca e per le rivendicazioni di diritti femminili. Nascono i gruppi di difesa della donna collegati al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) che daranno origine all’UDI (Unione Donne Italiane).
Nel 1946 l’UDI prepara il primo 8 marzo nell’Italia libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti sociali e politici delle donne. Sceglie la mimosa come simbolo della giornata.
La vera "esplosione" in termini di popolarità e di partecipazione, l'8 marzo l'avrà negli anni ’70. Anni che segnano la collaborazione dei movimenti femminili e femministi che, tra l'altro, operano attivamente per la legge di parità, per il diritto al divorzio e all’aborto.
La prima manifestazione femminista, risale infatti al 1972 e si svolse a Roma.
Ma il top, la celebrazione dell'8 marzo, lo raggiunge nel 1980, con una grande manifestazione unitaria in cui confluiscono per la prima volta tutti i movimenti femminili e femministi.
In conclusione possiamo dire che il percorso dell'8 marzo si snoda in quasi un secolo di storia che ha visto nascere movimenti politici, guerre, ideologie, ricostruzioni. Un cammino lungo e complesso per le donne di tanti paesi, con tanti sistemi di governo, più volte interrotto, ma che con grande tenacia hanno sempre ripreso con l'obiettivo dell'emancipazione e della liberazione delle donne.
Le Donne e Le Conquiste Del ‘900
DIRITTO DI VOTO: Il 2 GIUGNO 1946 l'Italia va alle urne per il referendum istituzionale. Per la prima volta il voto viene esteso alle donne.
PARITA’ SALARIALE: art. 37 della Cost., regolato da una legge solo nel ’57 in applicazione di una convenzione internazionale del BIT. Con un accordo interconfederale del 1960 si decide l'eliminazione dai contratti collettivi nazionali di lavoro delle tabelle remunerative differenti per uomini e donne. Viene così sancita la parità formale e sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Le clausole di nubilato vengono definitivamente vietate con la legge n. 7 del '63.
DIVORZIO: L. 898 del 1970, approvazione della legge sul divorzio. 12 maggio 1974: vittoria del No al referendum popolare per l'abrogazione della legge.
MATERNITA’: L. 1204 del 1971; viene estesa la tutela della maternità alle lavoratrici dipendenti. Amplia ed estende i diritti introdotti dalla prima legge (L. 860 varata nel 1950) sui diritti e le tutele delle lavoratrici, che definisce per la prima volta le assenze per maternità, ore di allattamento e divieto di licenziamento entro il primo anno di vita del bambino.


ASILI NIDO: L. 1044 del 1971; l'obiettivo di questa legge è realizzare un servizio a supporto delle famiglie e soprattutto delle donne, onde favorirne la permanenza nel mondo del lavoro anche dopo la nascita dei figli. Inoltre si è voluto affermare il diritto del bambino alla socializzazione e allo sviluppo armonico della sua personalità.
DIRITTO DI FAMIGLIA: 1975; con la L. 151 viene varata la riforma del diritto di famiglia che introduce la parità tra uomini e donne nell'ambito familiare: la potestà sui figli, infatti, spetta a entrambi i coniugi che hanno identici diritti e doveri e non più solo al padre. In attuazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi.
LEGGE DI PARITA'(in materia di lavoro): L. 903 del 1977; ha rappresentato la più importante svolta culturale nei confronti delle donne. Si passa dal concetto di tutela per la donna lavoratrice al principio del diritto di parità nel campo del lavoro. Vengono introdotte norme più avanzate in materia di maternità e primi elementi di condivisione fra i genitori nella cura dei figli. Nel marzo 2000 con la legge 53 sui "congedi parentali" questa legge ha recepito i nuovi diritti di paternità in materia di assenza facoltativa.
INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA: L. 194 del 1978 "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza". La legge ha come scopo principale la prevenzione delle gravidanze indesiderate, oltre che contrastare l'aborto clandestino.
LEGGE PARI OPPORTUNITA’ (Azioni positive): L. 125 del 1991: fortemente voluta dalle donne, questa legge è uno strumento in grado di intervenire e rimuovere le discriminazioni e far avanzare l’idea di uguali opportunità uomo-donna nel lavoro. La L. 125 ha rappresentato un importante passo avanti per rendere visibile e valorizzare la presenza e il lavoro delle donne nella società, nel lavoro e nella famiglia. Purtroppo resta ancora sostanzialmente inapplicata. Oltre 400 i progetti approvati in 8 anni. (Nel 2000 L. 196 di modifica)
IMPRENDITORIA FEMMINILE: L. 215 del 1992; l'imprenditoria femminile è in forte sviluppo: il 35% delle nuove imprese giovanili sono guidate da donne. Questa legge (promuove l'uguaglianza sostanziale, pari opportunità economiche e imprenditoriali) favorisce la nascita di imprese composte per il 60% da donne, società di capitali gestiti per almeno 2/3 da donne e imprese individuali, aumentano ogni anno. Le imprese sono tenute a mantenere la prevalenza femminile nella società per almeno cinque anni.
VIOLENZA SESSUALE: L. 866 del 1996; stabilisce che la violenza sessuale non è più un delitto contro la morale, bensì contro la persona. Una legge di civiltà e dignità che rende giustizia alle donne e premia il lungo e sofferto cammino per affermare il diritto alla sessualità libera e condivisa.
LAVORO NOTTURNO: legge comunitaria del 1998 per il divieto assoluto delle donne al lavoro notturno durante la maternità sino al compimento di un anno di vita del bambino e il non obbligo fino a che il bambino ha 3 anni, nel caso di genitore unico, fino a 12 anni. Con la legge 903 del '77 il lavoro notturno era vietato alle sole dipendenti delle imprese manifatturiere. Con la legge varata nel '98, si regolamenta il lavoro notturno per tutti i settori pubblici e privati.
ASSEGNO DI MATERNITA' PER CASALINGHE E DISOCCUPATE: L. 448 del 1999, prevede un'indennità di maternità per le donne che non lavorano, o che svolgono il cosiddetto "lavoro familiare". Con la Finanziaria del 2000 questo diritto viene esteso alle cittadine dell'Ue ed extracomunitarie con carta di soggiorno. INFORTUNI DOMESTICI: L. 493 del 1999, contiene il riconoscimento del lavoro in ambito domestico. Le persone comprese tra i 18 e i 65 anni che svolgono in via non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di subordinazione, il lavoro domestico, hanno diritto all'Assicurazione contro gli infortuni.
CONGEDI PARENTALI: L: 53 dell'8 marzo 2000. Questa legge armonizza i tempi di cura , di formazione e di relazione (tempi delle città). Si tratta di una grande conquista sociale: la cura dei figli smette di essere prerogativa delle madri dal punto di vista legislativo e coinvolge anche i padri garantendogli uguali diritti e tutele. Si tratta di una legge in controtendenza rispetto ai datori di lavoro che invocano riduzioni di salari e di diritti. La normativa punta a una maggiore condivisione dei compiti all'interno del nucleo familiare. Si applica a tutti i lavoratori, uomini e donne, pubblici e privati, anche autonomi, apprendisti e soci di cooperative. Prevede la parità tra genitori naturali e adottivi o affidatari. Sia la madre che il padre potranno chiedere anche contemporaneamente l’aspettativa di 6 mesi fino un massimo di 10 mesi, entro gli 8 anni di vita del bambino. Al padre, inoltre, verrà concesso un "bonus" di un altro mese per seguire il figlio nel caso in cui dovesse chiedere un congedo per un periodo superiore a tre mesi. L'età del bambino entro cui si può fruire dei permessi per malattia viene elevata dai 3 agli 8 anni del piccolo. I padri possono usufruire del congedo anche nei casi in cui la madre del bambino non è lavoratrice.
BANCA DEL TEMPO: è un'esperienza che ha trovato una collocazione legislativa all'interno della L. 53 (Congedi parentali). Coniugare lavoro e vita: tra le iniziative più utili c'è, infatti, la Banca del tempo, nella quale anziché denaro si depositano ore. Ore di attività per scambiarle con altri "correntisti" decisi a mettere a disposizione le ore depositate sul proprio conto.

Oggi una donna di volontà riesce a farsi strada. Ma deve dimostrare sempre molte più cose di un uomo. (Edwige Fenech)
Essere donna è così affascinante. È un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai. (Oriana Fallaci)
La casa è la prigione della ragazza e il riformatorio della donna. (George Bernard Shaw)
'Che cosa sarebbe l'umanità, signore, senza la donna?' 'Sarebbe scarsa, signore, terribilmente scarsa'. (Mark Twain)
La donna sarà anch'essa poeta quando cesserà la sua schiavitù senza fine, quando avrà riconquistato per sé la propria esistenza (nel momento in cui l'uomo, che è stato fino ad allora ignobile nei suoi riguardi, la lascerà libera). (Arthur Rimbaud)
Essere donna è terribilmente difficile, perché consiste soprattutto nell'avere a che fare con gli uomini. (Konrad Lorenz)
In politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna. (Margaret Thatcher)
SORELLE IRACHENE di Mirella Floris
Chi vi conduce sorelle?
Un dilaniante
guizzo di morte
invade
il vostro fresco respiro,
spegne
il bel cristallo del riso,
dei neri occhi la luce.
Danzano
sul vostro sangue
i dollari sonanti
di mafie russe,
sceicchi sornioni
ricchi presidenti.
Il silenzio
spazza freddo le piane
quando cessano infine
i frastuoni accecanti
delle armi letali.
Senza speranza giace
la mia voce d'argento
chiusa nello stupore.
Balbetta
l'inno dell'uomo
vuoto di senso
in stracci di parole.
Piange silente
il canto del poeta:
sommersa è la sua voce
dal buio della morte.
da Strisce di vento BESA ed.
Donne
Giulia Luigia Tatti
Donne che camminano controvento,
al passo con la lentezza di un tempo
in cui l' amore, le ha assorbite e divorate
in quelle notti a rovescio,
aggrappate a sogni scorticati
e spoglie di pensieri e sguardi.
Sedute su una panchina al parco,
tra le macerie di una vacua esistenza,
sproloquiando su giorni vissuti
strappandoli al delirio di sorrisi morti,
donati, intravisti, immaginati,
imprigionati tra ragnatele di rughe.
Espressione di astratti pensieri,
abbandonati tra i tarli,
in fondo a cassetti vuoti.