«Non riaprire le scuole in Sicilia, rinviando l’inizio delle lezioni, fino a quando non saranno effettuate tutte le verifiche tecniche atte a certificare la possibilità o meno che l’immobile possa essere utilizzabile sul fronte della vulnerabilità sismica». Lo chiede ai prefetti dell’Isola il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi. L’associazione di consumatore chiede anche «alle istituzioni competenti di rendere pubblici gli obbligatori certificati di rispondenza alla normativa antisismica». «Ogni anno la cronaca riporta fatti spiacevoli all’interno delle scuole – afferma Tanasi – e la sicurezza dei ragazzi non può interessare a giorni alterni». La sollecitazione non è stata accolta dalla Regione che - pur alzando il livello di guardia sulla sicurezza, ha confermato la data del 12 Settembre oer la riapertura delle scuole in Sicilia.
Roberto Lagalla, assessore all’istruzione e alla formazione professionale, risponde alle sollecitazioni: «Nei sette mesi trascorsi dal suo insediamento, il governo Musumeci ha provveduto a finanziare gli enti locali per l’espletamento delle verifiche antisismiche e ha promosso un bando per la realizzazione di interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici che, già ad ottobre, vedrà definita la graduatoria delle opere immediatamente finanziabili, a valere sul piano triennale 2018-2020. Per quanto oggi possa essere tempestivo l’intervento dell’autorità regionale – dice – sono evidenti i ritardi accumulati negli ultimi anni e purtroppo sono tali da non poter immaginare soluzioni miracolistiche, né tantomeno estemporanee. È ovvio che le lezioni scolastiche dovranno essere avviate in una condizione di massima tutela della sicurezza degli studenti e, in questo ambito, è preponderante il ruolo degli enti territoriali, con i quali l’Amministrazione regionale continuerà a confrontarsi».
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