Oltre 500 mila morti, 5,6 milioni di profughi e 6 milioni di sfollati, di cui 2,5 milioni sono bambini: sono questi i numeri che ci arrivano dal conflitto senza fine e senza vincitori in Siria. Gli americani di Trump non sono più interessati all'area e, come annunciato, hanno abbandonato le loro postazioni dichiarando ormai neutralizzato il pericolo dei fanatici dello Stato Islamico (Isis).
La mossa di Erdogan è stata quella di annunciare e mettere in pratica una massiccia invasione militare del Nord Est siriano da parte dell'esercito turco, il secondo più vasto della coalizione Nato di cui anche l'Italia fa parte. L'obiettivo dichiarato del sultano turco è la creazione di una “Zona sicura”; quello palese è schiacciare i curdi, ripagandoli così con un bagno di sangue per aver prima arginato e poi cacciato l'Isis dalle loro terre. Tra Siria, Iran Iraq e Turchia, sì, ma a due passi dall'Europa. A due passi da noi.
Questo attacco spietato ha già provocato in pochi giorni centinaia di morti e decine di migliaia di sfollati; i terroristi dell'Isis detenuti nelle prigioni curde, nel caos di un nuovo fronte di guerra e con l'esercito curdo sparigliato e messo in fuga, possono evadere e riorganizzarsi. Erdogan, che già negli anni passati non ha fatto nulla per fermare migliaia di “foreign fighters” che passavano per i suoi confini per andare a rinforzare le cellule terroristiche dello Stato Islamico, da un lato riaccende la miccia del terrorismo alle porte d'Europa, dall'altro minaccia l'Europa stessa di invaderla con milioni di profughi.
L'Europa e l'Italia, se con una mano scrivono proclami, chiedono il cessate il fuoco e dichiarano solidarietà al popolo curdo, con l'altra fanno accordi col sultano turco, gli vendono armi e legittimano una politica scellerata e violenta che ha trasformato la Turchia in una prigione a cielo aperto senza diritti e libertà, in cui è stata vietata la pena di morte ma è ancora legittimo incarcerare, torturare e uccidere oppositori e giornalisti, così come perseguitare un'etnia con le tecniche di un vero e proprio genocidio.
Il Magazzino di Mutuo Soccorso - Eolie si schiera al fianco del popolo curdo, un'etnia di oltre 40 milioni di persone senza stato, da sempre in fuga e martoriato da tutti gli eserciti dei Paesi che si affacciano sull'altopiano mediorientale. Il Magazzino fa parte di una rete nazionale e internazionale che sostiene e supporta le rivendicazioni del popolo curdo, che si batte perché l'esperimento sociale e politico del Rojava, fondato su ideali di democrazia, emancipazione delle donne e ambientalismo, continui e non finisca tra le ceneri dei bombardamenti ordinati da chi ha cuore solo la destabilizzazione di un'intera area geopolitica.
Ci vediamo domenica 20 Ottobre alle ore 19:00 presso il Centro Studi Eoliano (Via Maurolico 15) per la proiezione del documentario BINXET - Sotto il confine. Interverrà anche Cristina Roccella (a capo del dipartimento politiche sociali dell'UNICEF in Siria dal 2015 al 2018) e verranno raccolti fondi in favore della Mezza Luna Rossa Kurdistan Italia ONLUS, una delle poche ONG presenti attualmente sul campo.
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