L'attività stromboliana varia in dimensione ed intensità e può evolversi in una minaccia per le popolazioni che vivono sui vulcani con attività persistente o semi-persistente. Ad esempio, sul vulcano attivo dell'Eolie l'attività stromboliana "ordinaria", che consiste nell'espulsione intermittente di bombe e lapilli attorno alle bocche eruttive, è talora interrotta da eventi esplosivi ad alta energia (localmente chiamati esplosioni maggiori o parossistiche), che possono interessare aree molto estese.
Recentemente, il parossismo esplosivo del 3 luglio 2019 ha causato serie preoccupazioni nella popolazione e nei media locali. Le esplosioni maggiori, pur non mettendo in pericolo le aree abitate, producono spesso una ricaduta di bombe e lapilli nelle zone frequentate dai turisti. Nonostante ciò, la classificazione delle esplosioni stromboliane in base alla loro intensità deriva da misure non sempre replicabili (come i rilievi sul campo). Da qui la necessità di una classificazione rapida, oggettiva e quantitativa dell'attività esplosiva.
In questo lavoro, sono state utilizzate le immagini della rete di telecamere di monitoraggio, i dati di sismicità e deformazione del suolo, per caratterizzare e distinguere i parossismi, che colpiscono l'intera isola, dalle esplosioni maggiori, che colpiscono la sommità del vulcano sopra i 500 metri, dall'attività esplosiva lieve che normalmente non ha alcun impatto sulla popolazione locale.
L'analisi è stata effettuata su 12 eventi esplosivi verificatisi a Stromboli dopo il 25 giugno 2019 ed è aggiornata al 6 dicembre 2020.
Il lavoro è open access e può essere scaricato al link: https://www.mdpi.com/2072-4292/13/5/944
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