Oltre ad atroci dolori, la “beffa” di vedersi passare davanti l’ambulanza e non potere essere soccorso perché il mezzo del 118 era già stato attivato, in precedenza, per una emergenza nella frazione di Quattropani.
E’ accaduto a Lipari, nella tarda serata di ieri, ad un cittadino, coinvolto in un incidente, nelle immediatezze del centro dell'isola.
L’uomo, alla fine, dopo una inutile e dolorosissima attesa, ovviamente non da ascrivere a chi era impegnato nel soccorso a Quattropani che, dista ben 11 chilometri dall’ospedale, è stato trasferito nel nosocomio eoliano, dove gli è stato riscontra la frattura di ben sei costole, con la macchina della moglie.
Per fortuna, seppure in presenza di un incidente grave, non era in ballo la vita dell’uomo.
Una situazione questa, dei due soccorsi contemporanei, che si è verificata spesso nell’estate dello scorso anno, per fortuna senza gravi conseguenze, ma che rischia di ripetersi adesso dove le chiamate al 118 sono inevitabilmente in aumento, in modo proporzionale all’incremento delle presenze sull’isola. Ricordiamo, ad esempio che, nell’agosto scorso, si arrivò all’aggressione e alle minacce ad un operatrice del 118, “colpevole”, secondo l’aggressore, di essere arrivata in ritardo, con l’ambulanza, sul luogo dell’intervento: il realtà il “ritardo”, se così si può chiamare, si era verificato in quanto il mezzo era già impegnato, in altro soccorso, a diversi chilometri di distanza.
Eppure l’ospedale di Lipari può contare su una seconda ambulanza, seppure non medicalizzata, che resta parcheggiata.
Certo si dirà che l'ASP di Messina ha pubblicato il bando, riservato alle associazioni di volontariato, che permetterà, una volta che questo sarà aggiudicato, di attivarla, per il servizio di emergenza - urgenza per codici di bassa gravità, ma, nelle more che ciò avvenga, non si potrebbe autorizzare personale ospedaliero ad intervenire, oppure è meglio lasciare lo sfortunato in attesa?
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