"Alluvione Stromboli. Note tecniche".
"Nella prima e nella seconda foto, a monte - scrive Cocina - vediamo uno dei valloni/canali che scende dalla montagna e a lato una stradina. Appena a valle il corso d’acqua sparisce lasciando il posto alla stradina.
Con la pioggia intensa e alluvionale il corso d’acqua trascina terra e pietre dai ripido versanti del vulcano purtroppo denudati dalla vegetazione (a causa dell’incendio del 25 maggio).
L’acqua irrompe nei cortili e nelle case costruite ai lati è troppo vicine lasciando i detriti (probabilmente senza il rispetto delle distanze minime) e, ancora più giù, scava la stradella e si riprende il suo naturale spazio.
Questa zona danneggiata è una di quelle in rosso rappresentata nella Mappa delle interferenze idrauliche redatta dal Drpc e adottata dalla Giunta regionale.
Interferenze fra corso d’acqua e manufatti dell’uomo costruiti, erroneamente, in aree a forte rischio alluvionale.
Non possiamo fermare la forza della natura. Bisogna ridurre i rischi per l’uomo e fare tesoro di queste lezioni non restringendo lo spazio degli elementi naturali.
P.S. Come riferito da alcuni cittadini locali, eventi analoghi si sarebbero verificati ciclicamente anche negli anni ‘70, ‘80, 2000.
"Nella prima e nella seconda foto, a monte - scrive Cocina - vediamo uno dei valloni/canali che scende dalla montagna e a lato una stradina. Appena a valle il corso d’acqua sparisce lasciando il posto alla stradina.
Con la pioggia intensa e alluvionale il corso d’acqua trascina terra e pietre dai ripido versanti del vulcano purtroppo denudati dalla vegetazione (a causa dell’incendio del 25 maggio).
L’acqua irrompe nei cortili e nelle case costruite ai lati è troppo vicine lasciando i detriti (probabilmente senza il rispetto delle distanze minime) e, ancora più giù, scava la stradella e si riprende il suo naturale spazio.
Questa zona danneggiata è una di quelle in rosso rappresentata nella Mappa delle interferenze idrauliche redatta dal Drpc e adottata dalla Giunta regionale.
Interferenze fra corso d’acqua e manufatti dell’uomo costruiti, erroneamente, in aree a forte rischio alluvionale.
Non possiamo fermare la forza della natura. Bisogna ridurre i rischi per l’uomo e fare tesoro di queste lezioni non restringendo lo spazio degli elementi naturali.
P.S. Come riferito da alcuni cittadini locali, eventi analoghi si sarebbero verificati ciclicamente anche negli anni ‘70, ‘80, 2000.
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