Bartolo Fonti
Via Cugna Corte 28
98055 LIPARI
Oggetto: Art. 6 comma 2 della Legge Regionale 22 febbraio 2023, n. 2. Legge
di Stabilità Regionale 2023-
2025.
In Sicilia, è ancora molto forte
l'usanza di dare ai nuovi nati il nome dei nonni, come segno di rispetto verso
i suoceri o verso i genitori. A Lipari è altrettanto forte l'usanza di dare in
dote ai bambini il nome del patrono del paese, una scelta tangibile della
profonda devozione delle genti delle Eolie verso San Bartolomeo. I miei
genitori non hanno avuto dubbi che ad accompagnarmi nel cammino della vita
dovesse essere il nome del nonno.
Sono un ragazzo molto fortunato e
sono orgoglioso di essere nativo di un territorio incantevole, ricco di cultura
e tradizioni.
Terminati gli studi di scuola
superiore, per inseguire i miei obiettivi e realizzare ciò che sognavo per me,
mi sono trasferito a Messina per frequentare l'Università.
Sede che ho scelto intenzionalmente,
per non allontanarmi troppo dal mio paese e per sentirmi più vicino a casa.
Appartengo, infatti, a quella categoria di giovani che amano
incondizionatamente la propria terra, nella quale vorrebbero vivere sempre e
per sempre. D'altronde, è il contesto in cui viviamo che definisce il nostro
modo di essere e la nostra identità. Il nostro spirito isolano vede la
personificazione del "nido" come luogo sicuro che inizialmente
accoglie, ma non sempre può garantire opportunità e un futuro adeguato alle
aspettative ed esigenze di una persona.
Affitto una casa a Messina, con tanta
determinazione e un po' di malinconia, con l’intento di rendere proficui i miei
studi e di riuscire nel lavoro che avevo scelto per me. Con la speranza, in un
futuro non tanto lontano, di poter svolgere la mia attività a Lipari. Ho
studiato sodo per non perdere tempo prezioso e per contenere il più possibile i
costi della mia permanenza fuori casa.
A distanza di sette anni ho
conquistato qualche gratificante certezza. Attualmente lavoro a Messina,
insegno in una scuola e sono assegnatario di una borsa di ricerca presso una
struttura sanitaria.
Svolgo la mia attività nell'ambito
del settore pubblico e lo faccio fuori sede, lontano dalla mia residenza. Sono
felice di ciò che faccio, ma lo sarei stato ancor di più se avessi potuto
svolgere i miei due incarichi a Lipari, non lontano dalla mia famiglia e dai
miei amici. Non lontano dai tanti impegni associativi e di volontariato che mi
spingono a rientrare a Lipari, ogni fine settimana, con grandi sacrifici per il
poco tempo a disposizione.
Da studente prima e da dipendente
nell'ambito del settore pubblico in seguito, posso dire di conoscere bene i
disagi e le difficoltà a cui si va in contro vivendo fuori sede. Sopra ogni
cosa, il sacrificio di vivere lontano da casa e il peso economico delle
trasferte.
Mi soffermo su quest’ultimo aspetto
in quanto dal 31/03/2023 è in vigore in Sicilia la norma che istituisce la
gratuità dei trasporti da e per le isole minori per le forze dell’ordine e il
personale pubblico in servizio nelle Isole minori, fino "ad esaurimento
delle risorse". Provvedimenti contenuti nella legge di stabilità approvata
dall’Ars nel mese di febbraio.
Ritengo questo provvedimento ingiusto
nella misura in cui non considera i costi delle trasferte di chi dalle isole
minori, in aliscafo o in nave, raggiunge ogni giorno la propria sede di lavoro.
Non nascondo che appurata la notizia sono stato assalito da mille pensieri.
Incredulità e delusione, i sentimenti che mi accompagnano.
Se da un lato, per ovvi motivi, posso
giustificare e trovare corretta la proposta, dall’altro viene cosi evidenziato
l’aspetto che rende il comune di Lipari un’aerea disagiata solo per chi le
raggiunge, ma non per chi, sobbarcandosi un carico logistico e finanziario non
da poco, deve affrontare lo stesso viaggio verso la terra ferma e per lavoro.
Riscontro un'evidente disparità di trattamento e di opportunità.
E dunque mi chiedo, sono un cittadino
e lavoratore di serie B?
Non ho scelto io la sede, mi è stata
assegnata. Cosi come, nella maggioranza dei casi, è stata assegnata e non
scelta, dai miei colleghi in servizio a Lipari, che, esattamente come me,
avrebbero preferito lavorare in un luogo meno distante da casa.
Credo, inoltre, che la norma sia
discriminante anche nei confronti dei tantissimi cittadini delle isole minori
che quotidianamente devono ricevere cure non garantite dai nosocomi insulari e
senza usufruire, anche in questo caso, di alcuna agevolazione.
Ravviso più pesi e più misure in un
paese che si professa democratico.
Perché non estendere l’aiuto anche a
coloro che, dalle isole minori, sono costretti a viaggiare per adempiere ai
propri compiti? Perché non estenderlo anche a coloro che per motivi di salute
sono costretti a spostarsi periodicamente?
Sostengo che questo provvedimento
debba essere rivisto.
Se di diritti occorre parlare, lo si faccia in piena consapevolezza dei valori costituzionali tanto decantati.
Porgo
distinti saluti.
Bartolo Fonti
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