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mercoledì 5 aprile 2023

Trasporti marittimi, gratuità e disparità di trattamento. Le "considerazioni" del giovane Fonti

Bartolo Fonti

Via Cugna Corte 28

98055 LIPARI


Al Signor

Presidente della Regione Siciliana

Al Signor

Presidente Assemblea Regionale

Al Signor

Assessore alle Infrastrutture e Trasporti

Al Signor

Sindaco del Comune di Lipari

Al Signor

Presidente del Consiglio Comunale




Oggetto: Art. 6 comma 2 della Legge Regionale 22 febbraio 2023, n. 2. Legge di Stabilità Regionale 2023-          2025.

 

In Sicilia, è ancora molto forte l'usanza di dare ai nuovi nati il nome dei nonni, come segno di rispetto verso i suoceri o verso i genitori. A Lipari è altrettanto forte l'usanza di dare in dote ai bambini il nome del patrono del paese, una scelta tangibile della profonda devozione delle genti delle Eolie verso San Bartolomeo. I miei genitori non hanno avuto dubbi che ad accompagnarmi nel cammino della vita dovesse essere il nome del nonno.

Sono un ragazzo molto fortunato e sono orgoglioso di essere nativo di un territorio incantevole, ricco di cultura e tradizioni.

Terminati gli studi di scuola superiore, per inseguire i miei obiettivi e realizzare ciò che sognavo per me, mi sono trasferito a Messina per frequentare l'Università.

Sede che ho scelto intenzionalmente, per non allontanarmi troppo dal mio paese e per sentirmi più vicino a casa. Appartengo, infatti, a quella categoria di giovani che amano incondizionatamente la propria terra, nella quale vorrebbero vivere sempre e per sempre. D'altronde, è il contesto in cui viviamo che definisce il nostro modo di essere e la nostra identità. Il nostro spirito isolano vede la personificazione del "nido" come luogo sicuro che inizialmente accoglie, ma non sempre può garantire opportunità e un futuro adeguato alle aspettative ed esigenze di una persona.

Affitto una casa a Messina, con tanta determinazione e un po' di malinconia, con l’intento di rendere proficui i miei studi e di riuscire nel lavoro che avevo scelto per me. Con la speranza, in un futuro non tanto lontano, di poter svolgere la mia attività a Lipari. Ho studiato sodo per non perdere tempo prezioso e per contenere il più possibile i costi della mia permanenza fuori casa.

A distanza di sette anni ho conquistato qualche gratificante certezza. Attualmente lavoro a Messina, insegno in una scuola e sono assegnatario di una borsa di ricerca presso una struttura sanitaria.

Svolgo la mia attività nell'ambito del settore pubblico e lo faccio fuori sede, lontano dalla mia residenza. Sono felice di ciò che faccio, ma lo sarei stato ancor di più se avessi potuto svolgere i miei due incarichi a Lipari, non lontano dalla mia famiglia e dai miei amici. Non lontano dai tanti impegni associativi e di volontariato che mi spingono a rientrare a Lipari, ogni fine settimana, con grandi sacrifici per il poco tempo a disposizione.

Da studente prima e da dipendente nell'ambito del settore pubblico in seguito, posso dire di conoscere bene i disagi e le difficoltà a cui si va in contro vivendo fuori sede. Sopra ogni cosa, il sacrificio di vivere lontano da casa e il peso economico delle trasferte.

Mi soffermo su quest’ultimo aspetto in quanto dal 31/03/2023 è in vigore in Sicilia la norma che istituisce la gratuità dei trasporti da e per le isole minori per le forze dell’ordine e il personale pubblico in servizio nelle Isole minori, fino "ad esaurimento delle risorse". Provvedimenti contenuti nella legge di stabilità approvata dall’Ars nel mese di febbraio.

Ritengo questo provvedimento ingiusto nella misura in cui non considera i costi delle trasferte di chi dalle isole minori, in aliscafo o in nave, raggiunge ogni giorno la propria sede di lavoro. Non nascondo che appurata la notizia sono stato assalito da mille pensieri. Incredulità e delusione, i sentimenti che mi accompagnano.

Se da un lato, per ovvi motivi, posso giustificare e trovare corretta la proposta, dall’altro viene cosi evidenziato l’aspetto che rende il comune di Lipari un’aerea disagiata solo per chi le raggiunge, ma non per chi, sobbarcandosi un carico logistico e finanziario non da poco, deve affrontare lo stesso viaggio verso la terra ferma e per lavoro. Riscontro un'evidente disparità di trattamento e di opportunità.

E dunque mi chiedo, sono un cittadino e lavoratore di serie B?

Non ho scelto io la sede, mi è stata assegnata. Cosi come, nella maggioranza dei casi, è stata assegnata e non scelta, dai miei colleghi in servizio a Lipari, che, esattamente come me, avrebbero preferito lavorare in un luogo meno distante da casa.

Credo, inoltre, che la norma sia discriminante anche nei confronti dei tantissimi cittadini delle isole minori che quotidianamente devono ricevere cure non garantite dai nosocomi insulari e senza usufruire, anche in questo caso, di alcuna agevolazione.

Ravviso più pesi e più misure in un paese che si professa democratico.

Perché non estendere l’aiuto anche a coloro che, dalle isole minori, sono costretti a viaggiare per adempiere ai propri compiti? Perché non estenderlo anche a coloro che per motivi di salute sono costretti a spostarsi periodicamente?

Sostengo che questo provvedimento debba essere rivisto.

Se di diritti occorre parlare, lo si faccia in piena consapevolezza dei valori costituzionali tanto decantati. 

Porgo distinti saluti.

Bartolo Fonti

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