La sorella di Giulia ha fatto delle affermazioni che da molti sono state criticate, anche entrando nella sua sfera personale cercando di denigrare e rendere nemico l'altro, senza comprenderne il significato profondo. Andiamo a riascoltarle e, scremate della sacrosanta emotività del momento, facciamole nostre e guardiamoci dentro come uomini e come società. L' introspezione, quella seria e profonda, fa male e ci mette a nudo. Per me è stato così e, quando mi sono scoperto, ho compreso che ciò che ha detto era troppo gentile per il genere "uomo". Non si tratta di colpevolizzarsi ma di prendere coscienza e di guardare noi e la società in cui siamo immersi in modo critico, cambiando con forza, per quanto ci tocca direttamente. La parola patriarcato è divenuta parte del quotidiano ma il problema è molto più profondo e antico di millenni. Non si risolve solo con piccole iniziative, pur lodevoli e utili, ma con un cambiamento radicale del modo di pensare al maschile che non sarà facile da sradicare. Se ci togliamo gli occhiali colorati coi quali guardiamo ogni cosa, vedremo mille particolari di conferma. Fra uomo e donna vi sono, grazie a Dio, diversità biologiche che sono necessarie alla vita e all'arricchimento di entrambi (sto naturalmente semplificando) ma proviamo a pensare se accetteremmo e approveremmo una completa parità. Di quanti luoghi comuni, stupide e goliardiche battutine, prevenzioni e prevaricazioni sulle donne è costellata la nostra vita quotidiana?
Logicamente, anche chi scrive più di altri, ha la responsabilità di errori e mancanze che hanno costellato la sua esistenza ma mi sento sereno in questo ripensando costantemente ad una frase dei miei figli: un uomo è tale quando è capace di riconoscere i propri errori, chiedere perdono e rialzarsi. Dice Papa Francesco: fra di voi, anche moglie e marito, usate queste parole: grazie, prego, scusa. Non risolvono ma aiutano.
Francesco Coscione
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.