Riceviamo e pubblichiamo:
Le Eolie sono in positivo fermento per l'attesa delle riprese del film sull'Odissea che avverranno nei nostri territori, sperando che le recenti esperienze siano state maestre. Attendiamo, da questo, un cospicuo ritorno economico e di visibilità per l' arcipelago che gli spetta di diritto. Il Carnevale eoliano e qualche altra iniziativa istituzionale e privata tentano di risvegliare un po' dall'assopimento invernale cercando di mettere allegria e di creare quel po' di aggregazione che ormai è quasi totalmente sostituita dai like virtuali che hanno preso il sopravvento sui sorrisi, gli abbracci e le strette di mano reali. Esiste, però, un nemico subdolo, che difficilmente si scorge e, ancora più difficilmente, si riconosce. Quanto sopra detto aiuta nello stesso modo di quello che può fare un analgesico quando c'è un dolore interno e cronico, elimina, solo temporaneamente, i sintomi. Se il mio animo è dolorante e, a volte morto, posso divertirmi fino allo stremo delle forze e magari ubriacarmi ma, quando l'effetto sarà passato, il mio animo non sarà guarito. Un sano divertimento è bello e buono ma non sana il nostro vero e profondo male interiore. Conosco persone che, pur non avendone la stretta necessità economica, lavorano senza sosta senza sapere il perchè. Altri che aspettano come l'acqua nel deserto, il mese da trascorrere in luoghi sperduti solo per godimento fisico. Alcuni, alla domanda: perchè lavori, rispondono: per mangiare. A che ti serve mangiare? Per andare a lavorare. Siamo ridotti a criceti dentro la ruota che corrono stando sempre fermi. Compriamo, l'avrete notato, inutili auto sempre più grandi e potenti che, forse, non usciranno mai dall'isola dove al massimo puoi "lanciarti" a cinquanta chilometri all'ora. Status simbol, si dirà, Di cosa? Di un vuoto interiore da riempire. Apparire per esistere ma non per essere. Il nostro microcosmo socio culturale non si scosta da tale profonda incapacità a trovare un motivo, uno scopo alla nostra vita, e così i nostri giovani (sempre più giovani) e padri e madri di famiglia, cercano rifugio in internet, social, cibo, alcool, droghe. Moderne e subliminali dipendenze difficili da sradicare. Se ancora siamo arroccati dietro la fragilissima teoria del "a Lipari questo non succede" è molto meglio per tutti che ci disincantiamo e guardiamo la tragica realtà in faccia. Sarebbe necessario che smettessimo di cercare colpe e nemici, retaggio dei nuovi e vecchi oracoli populisti, per cercare, trovare e far partire soluzioni urgenti e concrete. Ecco, nelle Eolie, non vedo nulla di tutto questo. I nostri figli dove sono fisicamente, psicologicamente e spiritualmente? Ognuno per il suo campo o carisma: la Chiesa, le Istituzioni, la Scuola, la Politica, i Gruppi e le Associazioni locali, le Famiglie, gli uomini e le donne di questa realtà bellissima e malata abbiamo il diritto e il dovere di agire. Adesso, non domani. Il benessere economico è sempre più alto ma i suicidi giovanili sono in rapido e preoccupante aumento.Mettiamo la Persona al primo posto e mammona (i soldi) al secondo o ci troveremo poveri in tutto. I nostri figli si ricorderanno di quante volte li abbiamo abbracciati e non di quante case o auto gli abbiamo lasciato.
Buon lavoro Eoliani.
Francesco Coscione
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