Al Sindaco
del Comune di Lipari
Marco
Giorgianni
e p.c.
All'Assessore
Regionale al Turismo
On. Avv.
Anthony Emanuele Barbagallo
Agli
organi di stampa
OGGETTO: Nota su bando regionale guide vulcanologiche.
Gentile Sindaco,
con il recente “bando” per la figura di guida vulcanologica, indetto con
decreto del 20 aprile 2016 dell’Assessorato regionale al Turismo, Sport e
Spettacolo e pubblicato sulla GURS n. 5 del 29 aprile 2016, il governo
regionale ha deciso di avallare senza remore le politiche di protezionismo
esasperato che – da anni – caratterizzano l’attività delle guide vulcanologiche
dell’Etna.
Purtroppo, la cosa ci riguarda perché avviene anche a danno della qualità
dei servizi di fruizione turistica a Stromboli, oltre a mortificare il diritto
degli abitanti dell’isola e dell’arcipelago di poter aspirare a svolgere
un’occupazione dignitosa nel loro territorio.
Il corso di formazione ha un costo esoso – 7.400 euro, più 250 euro di
iscrizione – e di fatto esclude tantissimi potenziali aspiranti – soprattutto
giovani – che non dispongono delle possibilità finanziarie necessarie per
sostenere tale investimento.
Non è superfluo notare che l’indirizzo di posta elettronica certificata
riportato nell’avviso pubblico al punto 1 (“Ente gestore”) risulti inesistente,
così come il sito web che segue nell’indirizzo dello stesso
(www.collegioguidealpinevulcanologichesicilia.it).
Inoltre, le prove di
selezione prevedono un “curriculum” di 20 escursioni con dislivello minimo di
1.100 metri e 5 con dislivello minimo di 1.300; è evidente che chi pratica tale
attività alle Eolie non potrà mai trovarsi nella condizione di vantare
esperienze del genere, dato che il massimo altitudinale dell’arcipelago – Monte
Fossa delle Felci a Salina –
raggiunge appena quota 962 metri, e le conclusioni a questo punto sono
piuttosto facili da trarre.
Ma l’aspetto a dir poco grottesco è che questo bando, pubblicato dopo
quindici anni di latitanza nonostante la legge preveda uno svolgimento biennale
di corsi di formazione per guide vulcanologiche, limita la disponibilità a soli
20 posti. Chi lo ha redatto ignora – o meglio, forse, fa finta di ignorare – la
realtà dei fatti: ogni estate, alle poche guide di Stromboli si affiancano
decine di guide alpine e vulcanologiche provenienti dai luoghi più disparati –
naturalmente, non dall’arcipelago – che vengono assoldate per fare fronte alle
numerose richieste degli escursionisti; il corso appena indetto non cambierà la
situazione, così che a Stromboli continueranno a lavorare le guide di Belluno,
di Merano e forse qualcuna di Nicolosi, ma certamente non gli strombolani.
Non è possibile tollerare che un decreto,
per il quale qualcuno potrebbe anche pensare che sia stato scritto e varato in funzione degli interessi
di bottega di una compagine lobbistica – ma che coinvolge nostro malgrado una
delle realtà più espressive della nostra offerta turistica – , penalizzi in
maniera così evidente e prepotente le esigenze e le aspirazioni dei cittadini
eoliani, senza tenere minimamente conto sia della nostra peculiarità
territoriale, sia delle effettive esigenze del mercato, e non ultime anche
delle difficoltà economiche diffuse tra vaste fasce di popolazione.
In qualità di primo cittadino del comune che amministra Stromboli, riteniamo
che lei debba intervenire con urgenza presso l’Assessore regionale, chiedendo
la revoca del decreto e una sua drastica rimodulazione, al fine di garantire
anche ai nostri concittadini reali opportunità di accesso alla formazione e
alla professione.
In alternativa, la invitiamo a valutare e a sollecitare con urgenza e
concretezza la possibilità di scindere il percorso formativo e le qualifiche
professionali relative a Stromboli – che certamente non presenta la complessità
geografica e ambientale che caratterizza in senso lato l’Etna – da quello delle
guide afferenti al Collegio etneo, per le quali Stromboli rappresenta terra di
conquista, o quanto meno un ripiego – stagionale – senza effettivo beneficio
per la nostra comunità.
I consiglieri comunali
Giacomo Biviano