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lunedì 3 novembre 2025

"Novecento": Rubrica settimanale a cura di Pino La Greca. Oggi:1911 - 1912 Cronache Coatte

 1911 - 1912

Cronache Coatte

Riportiamo alcuni episodi di cronaca che riguardano i coatti e tratti dal mensile “La Voce della Patria”, pubblicato a Lipari fra il 1911 ed il 1912 e inseriti nel volume “La Lunga notte di Lipari” di Giuseppe La Greca, edizioni del Centro Studi Eoliano, 2010.

27 agosto 1911 Epidemia a Stromboli
Si conclude l’epidemia di gastro-enterite acuta che si era sviluppa a partire dalla dalla metà del mese di luglio, in contrada S. Bartolo, nell’isola di Stromboli e successivamente allargatosi a tutto il centro abitato. Grande fu l’allarme appena il dottore Renda avvertì la popolazione che si trattava di una malattia contagiosa. “Quasi tutti si chiusero in casa e nessuno, e a nessuno prezzo volle coadiuvarlo nelle norme profilattiche per circoscrivere il morbo. “  I soccorritori giunti da Lipari e da Messina, come scrivono i giornali del tempo; furono, nonostante disagi e fatiche, costretti a dormire per terra sulla spiaggia, perché da tutti sfuggiti e scacciati. Aiutarono il dottore Renda facendo con abilità da infermieri e becchini. Nell’isola furono realizzate cinque baracche in legno destinate a lazzaretto e locale di isolamento. Complessivamente i colpiti furono 14, 11  i morti. Due dei cadaveri furono seppelliti alla “Sciara del fuoco” e gli altri nove nella località chiamata “Fruntuna”. Scrive un quotidiano liparoto del tempo: “Si ritiene che il germe del morbo sia stato importato a Stromboli da un giovanotto, certo Cincotta Vincenzo, perché la prima ad essere colpita fu una sua parente. Egli trovavasi a bordo alla goletta Concettina che proveniva da Palermo quando vi morì un marinaio di gastroenterite acuta e fu poi seppellito a Lipari al Monte Rosa.”


Ben dato!

L’imprudenza, non dirò di alcun esc coatti, ma proprio di coatti in servizio attivo, oltrepassa i limiti della sopportazione. Il giorno 12 settembre l’egregio giovane Natoli Michele, che dall’America è venuto per rivedere il natio loco, trovatosi in piazza Ugo Di Sant’Onofrio, ad un certo punto vide che il coatto, cameriere della trattoria della discesa Garibaldi, guardandolo sputava verso la sua persona. Egli allora con flemma e freddezza americana, gli assesta un pugno tale, così di scuola, da mandare a ruzzoloni l’impudente. Tutti dapprima se ne meravigliarono, ma egli raccontò i precedenti e tutti poi furono d’accordo nel lodarlo. Un giorno il Natoli si presentò alla trattoria, ordinò del pollo e della malvasia. Chiesto il conto, il coatto, come cameriere disse che veniva due lire. Egli se ne meravigliò, perché non aveva mangiato altro che un pezzettino di pollo e bevuto un sol bicchiere di malvasia. Fece le sue lagnanze, e la padrona rispose: “lei è stato in America, ha soldi e può pagare”. Il Natoli si dolse di questo atto di camorra e disse che non sarebbe mai più tornato a farsi pelare. La cosa finì li, ma l’indomani trovandosi il Natoli seduto fuori la porta del tabacchino Biancheri, il coatto si pose a motteggiarlo, il Natoli se ne accorse e disse rivolto ai presenti: “costui parla perché io non andrò più da lui a farmi strozzare.” Ma il coatto pronto rispose: già, del pollo e della Malvasia, due lire sono poi troppe, nevvero, si vede che eravate avvezzo in America a mangiar patate”. Il Natoli lo avrebbe in quel momento conciato per le feste, ma si misero immezzo delle persone e tutto finì per il momento. Il giorno dopo, il coatto non contenuto, gli sputava contro, ma ben dato per Dio, bravo Natoli, giacchè il governo non pensa a torci di mezzo questa canaglia, trattiamola noi come si merita.

Il Natoli venne trattenuto dalla Questura, ma poco dopo fu rilasciato.


Nella colonia dei domiciliati Coatti

Fior da Fiore

Quando nel primo numero, feci manifesto un mio giudizio, su alcuni tipi di degenerati, che sfortunatamente il nostro paese alberga, ebbi a sentire e gustare il risentimento di queste anime nobili. Ma il nostro è un mestiere… difficile, e ci vuole pazienza. E poi… sopportare i fastidiosi, è opera di misericordia!! Dunque… ascoltate!

Un fiore, tra i tanti del giardino ubertoso, a nome Angius Clelio, per impulso di brutale malvagità, inferse gravi lesioni al compagno Di Dio Nunzio. Ebbene mi chiederete subito la ragione, ma… Angius Clelio non ha ragionato in tanti e tanti anni di vita gloriosa, e permettetemi… non può ragionare in questo momento!!

Egli ha voluto semplicemente mostrare, che Angius Clelio, quel tale Angius, fatto (come si dice) traslocare tempo addietro dal Cav. Costa per le sue qualità fiorite; quel tale Angius nonché, Clelio pessimo tra i pessimi, delinquente tra i delinquenti, era ormai ritornato da Ustica; lo stesso Clelio, lo stesso Angius… come il lupo che cambia il pelo.. la sera del 23 novembre, dopo la chiusura, entrando Clelio, nella sua non certo amata sala da letto, pensò forse che i colleghi avrebbero potuto aver dimenticato il suo illustre nome, e voltosi adunque al Di Dio, suo collega più vicino, esclamò: “voglio farti conoscere che è Angius Clelio.” E ciò detto sollevò un trespolo del vicino letto e giù un primo colpo. Il povero Di Dio, invocò parecchie volte il nome del suo omonimo Dio, ma a quell’ora si vede bene, Dio non potè ascoltare Di Dio.

E Angius, versata dell’acqua in bocca alla povera vittima per non farla gridare, mediante un pezzo di latta resa tagliente, incominciò la sua opera. Volle intromettersi il coatto Cardinale Gaetano, ma Angius che non aveva avuta alcuna deferenza per Di Dio, non poteva ascoltare il Cardinale, che mise subito al silenzio, minacciandolo di morte. Il povero Cardinale abbastanza vecchio non potè reagire e Clelio con maggior veemenza continuò la sua opera. Quando il sangue, filtrato il pavimento cominciò a colare nella camerata sottostante la Questura fu avvertita, e aperta la Camerata trovò l’operoso Clelio intento più che mai al suo brutale divertimento. A viva forza, poiché l’arrivo delle guardie, non gli aveva fatto impressione, fu allontanato e si potè vedere Di Dio, irriconoscibile in una immensa pozza di sangue.

Tra le innumerevoli ferite due importano sfregio permanente. Avete capito?

Il nostro disprezzo e il nostro disgusto non hanno limiti. E vergognoso per dio, che una Nazionale Civile, non abbia ancora saputo trovare, o mezzi virtuosi da migliorare questi uomini, o di appartarli, essendo indegni di appartenere a Nuovo Secolo e al Mondo Civile.

Un altro furto

Da parecchi mesi a questa parte, il signor Pajno Francesco era stato passivo di rilevante furto di farina per opera d’ignoti; in seguito a predisposto servizio la P.S. ha potuto arrestare l’autore principale nelle persone del coatto Filippi Francesco domestico del signor Pajno, nonché tutti i suoi complici sequestrando parecchi sacchi della farina rubata. Finora sono stati deferiti all’autorità Giudiziaria fra coatti e paesani 6 persone che formano la combriccola e forse altre persone saranno anche compromesse.


Tentato furto

La sera del giorno 29 maggio diversi coatti, riusciti a fuggire dal camerone del Castello, scesero in città e si recarono al Pastificio Mulino “progresso” dei Signori Saltalamacchia e C., ove scassando la porta d’entrata, cercarono d’entrare nel magazzino ove si trovava la cassa.

Vi riuscirono, ma ben presto svanì il loro sogno, la cassa era vuota, il sig. Saltalamacchia la sera prima, previdente, aveva tolto tutto.

Ritornarono al Castello:

  • perché siete usciti dal camerone, dissero le guardie.

  • Oh! Bella, risposero i coatti, sentivamo caldo.

  • Ebbene favorite pure con noi, vi metteremo al fresco.

Coatti fuggiaschi

La sera del primo giugno, i coatti Maltesi Giuseppe, Benvenuto Florestano e Del Taglia non risposero all’appello serale della chiusura del Castello. La P.S. dietro alcune informazioni armò un battello, e il Maresciallo accompagnato da quasi tutte le guardie, inseguì e arrivò i tre coatti vicino al Monterosa. Furono ricondotti in Castello e messi in cella, un’altra volta non faranno più gite in barchetta.


La devozione d’un coatto

Perugini Vincenzo, calabrese d’origine, ciarlato di professione, lo si vedeva spesso sul Corso Garibaldi, col giornale in mano, seduto presso qualche salone, leggere e commentare le notizie della guerra; altre volte tra gruppi di amici, discutere sul Codice e sulle leggi, proporre modificazioni . etc. etc.

Ora, questo buon uomo aveva la santa pazienza di recarsi ogni giorno solo soletto, di nascosto s’intende, nella chiesa dell’Addolorata al Castello. Cosa faceva?

Pregava, si capisce.. e il sagrestano vedeva mancarsi la provvista dell’olio per le lampade, vedeva mancarsi molte altre cose; ma chi accusare?

Una guardia di P.S., pensò, saputo il fatto, di scoprire l’autore di si continuati furti. Entrò in chiesa e se ne salì sul pergamo, aspettando….

Aspettò molte ore, ma finalmente l’amico arrivò. Prima di entrare bussò alla porta centrale per vedere se dentro ci fosse qualcuno, ma rassicurato dal silenzio, entrò.

Con una piccola chiave, aprì la custodia, ma altro cercava e voleva il buon Perugini, difatti sali fin dove è posta l’Addolorata e le tolse la corona.

A questo punto la guardia G. Castiglia Angelo, nascosto nel pergamo apparve con la rivoltella spianata contro e gli intimò di fermarsi.

Successe dopo una fiera colluttazione, ma Perugini fu vinto e trascinato in cella.

Prima della colluttazione egli aveva buttato la corona che fu poi raccolta dalla guardia Carbone. Un bravo alle guardie per il buon servizio.






L'ordine del giorno del consiglio comunale di Lipari del 5 novembre

Ordine del Giorno del Consiglio Comunale convocato con nota prot. 40328 del 29/10/2025 per il 5 novembre alle ore 11:00, così come integrato con successive note prot. n. 40515 del 30/10/2025 e prot. n. 40728 del 31/10/2025 riporta il seguente Ordine del Giorno:

1. Mozione presentata dal Consigliere Comunale Christian Lampo avente ad oggetto “La sicurezza stradale nel nostro territorio”.

2. Grave situazione dei collegamenti marittimi con la terraferma e tra le isole Eolie: sostituzione della nave “Laurana”, riduzione delle corse settimanali, rischio sospensione dei servizi serali e tutela della continuità.

3. Discussione sulla nuova rete ospedaliera regionale e sulle gravi conseguenze per l’Ospedale di Lipari – richiesta di chiarimenti e relazione dell’Assessore comunale alla Sanità, dott.ssa Roccella.

Santo del giorno: Santa Silvia

Nata a Roma intorno al 520 in una famiglia di modeste condizioni ma discendente forse dall'illustre gens Octavia, aveva due sorelle: Emiliana e Tarsilla, anch'esse sante. Nel 538 sposò il senatore Gordiano, che apparteneva alla gens Anicia, nobile famiglia romana alla quale sembra sia da ascrivere anche san Benedetto. La coppia andò ad abitare nella villa degli Anici sul colle Celio al Clivo di Scauro, dove oggi si trova la chiesa di San Gregorio al Celio. Ebbe due figli, il primogenito fu Gregorio, poi eletto al soglio pontificio nel 590.

Rimasta vedova intorno al 573, si ritirò in una casa sull'Aventino chiamata Cella Nova, seguendo la regola benedettina e dedicando il resto della sua vita alla preghiera, alla meditazione e all'aiuto dei malati e dei più bisognosi. Il figlio Gregorio continuò invece ad abitare nella villa paterna, che trasformò in monastero e dove eresse una chiesa dedicata a sant'Andrea (l'attuale oratorio di Sant'Andrea al Celio). In questo periodo sua madre si preoccupava di fargli recapitare ogni giorno un pasto caldo, temendo che l'austerità della vita eremitica compromettesse ulteriormente la salute già cagionevole di Gregorio.

Silvia morì nel 592; papa Gregorio la fece seppellire nel monastero di Sant'Andrea, nel sepolcro dove già si trovavano le sorelle (o cognate) Tarsilla ed Emiliana, e vi fece dipingere la sua immagine con la croce nella destra e un libro nella sinistra recante la scritta: «Vivit anima mea et laudabit te, et iudicia tua adiuvabunt me» ("Vive la mia anima e ti loderà, e i tuoi giudizi mi aiuteranno").

Qui, nel 1603, il cardinale Cesare Baronio fece erigere l'oratorio di Santa Silvia al Celio e in quello stesso anno ottenne da papa Clemente VIII che il nome di santa Silvia venisse inserito nel Martirologio Romano al 3 novembre.

Su sollecitazione invece di papa Giovanni XXIII, il 23 febbraio del 1959, nel quartiere Portuense, venne istituita una parrocchia dedicata alla madre di San Gregorio Magno, la cui chiesa fu aperta al culto nel 1968

fonte:wikipedia.org

Buongiorno. Oggi è lunedì 3 novembre


 


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domenica 2 novembre 2025

Accadde...oggi...nel 1975


 

Giornata mondiale della pesca. Gli appuntamenti a Lipari. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 2 novembre 2025


 

Cabotaggio marittimo. L'Autorità risponde sulle attività di verifica. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud 2 novembre 2025


 

Calcio, Terza categoria: Giornata amara per le eoliane


Doppia battuta d'arresto per le formazioni eoliane, impegnate nel secondo turno del campionato di Terza categoria.
Lo Stromboli è stato sconfitto in casa (si giocava a Lipari) per 2 a 1 dall'Astro Pappottello.

Il Malfa, in trasferta sul campo del Castanea, per 2 a 1

Stromboli e Malfa restano ferme, rispettivamente, a quota zero e tre punti in classifica

Scrivevamo così...oggi...lo scorso anno


 

Commento al Vangelo di domenica 2 NOVEMBRE 2025

Collegamenti isole minori a rischio, Caronte&Tourist annuncia esuberi. L'Ansa del direttore Sarpi

Lipari, 2 novembre 2025 (Ansa) - Restano appesi a un filo i collegamenti marittimi integrativi, a mezzo nave, con le isole minori siciliane. È, infatti, scaduta, a ottobre, la proroga dell’obbligo di servizio pubblico che garantiva la continuità dei collegamenti con gli arcipelaghi siciliani e, di conseguenza, il trasporto di merci e passeggeri da e per Eolie, Egadi, Ustica e Pantelleria, gestito da Caronte&Tourist isole minori.

La proroga, concessa dopo che le gare bandite dalla Regione erano andate deserte, non può essere, ulteriormente, estesa in virtù del regolamento europeo 1370/2007, che ne vieta i rinnovi. Dal dipartimento regionale ai Trasporti si attendeva una soluzione per assicurare la prosecuzione dei servizi ma, finora, non è emerso nulla di concreto se non una convocazione “verbale” della società, per domani, a Palermo.

Nell’attesa, Caronte&Tourist isole minori ha continuato a garantire le corse anche sabato e domenica ma, nel frattempo, la società di navigazione, nei giorni scorsi, vista l’assenza di un nuovo contratto di affidamento, ha preannunciato ai sindacati “l’intenzione di attivare la procedura di gestione degli esuberi di personale e dei licenziamenti collettivi”. (ANSA)

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Antonio Parisi, Francy Giunta, Salvatore Galletta, Santina Currò, Pamela Catillo, Luana Biviano, Rosy Alessi, Giovanna Di Franco, Andrea Grano, Eliana Mollica

2 n

Calcio 5, serie D: Partenza "sbagliata" per la Ludica Lipari (foto e video)

 


Inizia con una sconfitta per 6 a 4, sul campo della SIAC Messina, il cammino della Ludica Lipari nel campionato di serie D di calcio a 5.

Le reti degli eoliani sono state messe a segno da Peppe Fanni (3) e Cristian Cincotta

Nello stesso girone di serie D vi è anche il Lipari calcio che, in questo turno, riposa 





 

Al cimitero di Ginostra un fiore per ogni bimbo deceduto e Santa Messa celebrata da Don Emilio (foto e video)




Oggi, 2 novembre: Commemorazione dei defunti

La ricorrenza di questo giorno fu stabilita per suffragare le anime dei giusti che si trovano ancora nel Purgatorio. 

Antichissimo è l'uso della Chiesa di pregare per i defunti, perché vengano liberati dalle loro pene. 

Tertulliano lo dice di origine apostolica e scrive: « Noi facciamo ogni anno l'anniversario dei morti, secondo le tradizioni dei nostri antenati ». Gregorio Nazianzeno, in occasione della morte del fratello San Cesario, promette di inviargli ogni anno i suoi suffragi. S. Agostino dice: « Chi può dubitare che le preghiere, i sacrifici e le elemosine che si fanno per i defunti non siano loro di sollievo? ».

Quantunque la S. Chiesa abbia sempre inculcato di commemorare i fedeli defunti, di pregare per loro e di offrire Messe in loro suffragio, tuttavia per lungo tempo non si aiutarono che le anime in particolare, senza che ci fosse un giorno dedicato alla memoria di tutti i defunti. 

Nel decimo secolo, S. Odilone abate di Cluny ordinò a tutti i conventi da lui dipendenti di cantare la sera del I novembre l'Ufficio dei Defunti, e che il giorno seguente i sacerdoti celebrassero la S. Messa per tutte quelle anime che si trovassero ancora nel Purgatorio. 

Quest'usanza a poco a poco divenne universale e la Chiesa la confermò e la inserì nella sua liturgia il 2 novembre, giorno scelto da S. Odilone. È questo un dovere di carità dovuto a tutte le anime, ma specialmente a quelle che non hanno chi si ricordi di loro. 

Dopo che la Chiesa istituì questo giorno, la pietà verso le anime purganti andò sempre più intensificandosi nel corso dei secoli e si elevarono chiese ed altari, si lasciarono legati di Messe, si istituirono opere sante, per suffragare le anime dei trapassati. 

Durante la grande guerra, quando tutto il mondo piangeva i suoi morti, il Sommo Pontefice Benedetto XV estese a tutta la cristianità un privilegio che già esisteva nella Spagna, ossia permise che il giorno 2 novembre ogni sacerdote celebrasse tre Messe in suffragio dei defunti: la prima deve essere applicata secondo le intenzioni dell'offerente, la seconda per tutti i fedeli defunti e la terza secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. 

Nulla è più conforme allo spirito di carità cristiana quanto la carità verso le anime purganti. Sono anime di genitori, fratelli, di superiori, di benefattori, di amici e conoscenti, che chiedono misericordia e sollievo nei più atroci dolori. Miseremini mei, miseremini mei, saltem vos amici mei: « abbiate pietà, abbiate pietà di me, almeno voi, o miei amici ». Queste povere anime non possono nulla per se stesse; noi invece possiamo sollevarle ed anche liberarle con poca fatica. 

Pensiamo che forse un giorno ci troveremo anche noi tra quelle fiamme, ed avremo piacere che gli altri si ricordino di noi. Facciamo dunque agli altri quello che vorremmo si faccia a noi. 

Quelle anime inoltre ricambieranno dal cielo mille e mille volte il nostro atto di carità e non permetteranno che piombiamo nelle pene eterne dell'Inferno.

PRATICA. — Suffraghiamo con le nostre preghiere il maggior numero di anime che ci sarà possibile. 

PREGHIERA. O Dio, Creatore e Redentore di tutti i fedeli, concedi alle anime dei tuoi servi e delle tue serve la remissione di tutti i loro peccati affinchè ottengano, con le nostre pie suppliche, il perdono che hanno sempre desiderato. 

Buongiorno. Oggi è domenica 2 novembre


 

 


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sabato 1 novembre 2025




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In occasione dell'imminente commemorazione dei defunti sono arrivate le piantine di crisantemi (di ogni dimensione). Il tutto di alta qualità e ad un costo assolutamente competitivo. 
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Accadde...oggi...nel 1993 (fonte: accaddeoggi.it)


 

Collegamenti per le Eolie, si ai servizi integrativi. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 1°novembre 2025



 

Riti e usanze della Festa dei morti in Sicilia. Altro che Hallowen!!

*
E' lontana, tanto lontana la tradizione siciliana del "Giorno dei morti" dalla festa di Halloween.

“U iornu di morti”, che si "celebra" in Sicilia il due novembre, rappresenta una visione serena della morte e una considerazione benevola dei defunti.
Nel film “Baaria” di Tornatore vi è una scena in cui gli anziani si recano al capezzale di un moribondo per raccomandargli di portare i saluti ai loro cari, appena arrivato all’aldilà. Non si tratta di una trovata del regista, ma della rappresentazione di un’usanza un tempo tipica in Sicilia. Ciò testimonia il rapporto dei siciliani con la morte e con i morti: di accettazione, rispetto, venerazione.
Ed è questo lo spirito con cui si manifesta il culto dei morti il due novembre.
Nella tradizione siciliana,la notte del primo novembre i morti lasciano le tombe e si incamminano per le strade delle città per "recuperare" giocattoli, dolci, vestiti nuovi da portare ai bambini. Ogni paese, poi, descrive l’evento riferendolo ai propri luoghi o arricchendolo di particolari.
A Cianciana, ad esempio, il punto di partenza dei defunti è il Convento di S.Antonio dei Riformati. Da lì i morti escono per attraversare la piazza e giungere al Calvario, dove, recitata la preghiera al Crocifisso, discendono la via del Carmelo, distribuendo i doni ai bambini buoni. Ad Acireale i morti girano per la città vestiti di bianco e con scarpe di seta per evitare i rumori che possano mettere in allerta i venditori delle mercanzie da rubare per portarle ai loro piccoli parenti. A Salaparuta i morti solitamente non entrano nelle case e lasciano i regali dinanzi le porte o sui davanzali delle finestre, dove li attendono, ben riposti, scarpe o canestrini. Sempre nel Trapanese, altra tradizione a Monte Erice. Lì i defunti, abbandonata la chiesa dei Cappuccini, si dirigono a Rocca Chiana, dove improvvisano banchetti e gustano le prelibatezze locali. Poi, dopo essersi “appanzati”, i morti golosi vanno nelle case dei bambini a deporre i doni. E i bambini, riconoscenti, il giorno dopo si recano alla Chiesa dei Cappuccini per ringraziarli. Nel Palermitano, a Borgetto e a Partitico, i morti sono avvolti in un lenzuolo e camminano, con le torce accese e i piedi scalzi, a due a due, salmodiando litanie e il rosario.
Si è detto dei morti. E i bambini? Prima di prendere sonno, la notte della festa di tutti i santi, recitano, o meglio recitavano, una speciale preghiera propiziatrice di abbondanza di regali. “Animi santi, animi santi/ io sugnu unu e vuiatri sìti tanti:/ mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai/ cosi di morti mittiminni assai”. I doni l’indomani arriveranno puntuali, ma occorrerà cercarli. Quei mattacchioni dei morti li infilano nei posti più reconditi. E a volte, persino, si divertono a lasciare, là dove dovrebbero trovarsi i regali, cose insignificanti (cianfrusaglie, pezzi di carbone), facendo intendere che la stagione si è rivelata magra per la non buona condotta dei piccoli. La mattina perciò i fanciulli, appena svegliatisi, frugano dappertutto: sotto i letti, dentro gli armadi, negli angoli più reconditi dei ripostigli. Li troveranno però, dopo tanto affanno, i doni, e solitamente saranno giocattoli, frutti di martorana, “pupi di zuccaro”. Questi “pupi” si differenziano secondo il sesso dei destinatari: paladini a cavallo o, più tardi, cow-boy per i maschi, dame settecentesche per le femmine. Nel passato più lontano, quando la miseria si toccava con la mano, “li cosi di li morti” si sostanziavano in roba utile: vestiti o scarpe. Sì scarpe, soprattutto. Tanto che era frequente, la notte di ognissanti, appendere sui muri un paio di ciabatte vecchie che l’indomani, per incanto, si trasformavano in scarpe nuove o scarpine di zucchero.
A Palermo, poi, è tradizione visitare, nel giorno della commemorazione dei defunti, le Catacombe dei Cappuccini. Lì sono custoditi scheletri e corpi mummificati, avvolti in panni scuri o addobbati con costumi d’epoca, attaccati alle pareti per essere esposti alla curiosità di chi viene a osservarli.
Il due novembre i cimiteri si affollano dei parenti in visita ai loro defunti. Ma, per ragioni logistiche, e perché quella data è lavorativa, tanti si recano presso le tombe dei loro cari il giorno dedicato a tutti i Santi. In diversi paesi tuttavia, dove la tradizione è più solida, anche il due novembre scuole e uffici restano chiusi. Una volta si rimaneva presso i marmi delle sepolture, adornati di crisantemi, sino a quando i ceri e i lumini accesi non si fossero consumati ed era buona creanza portare i fiori alle lapidi abbandonate dei morti dimenticati. Da dove ha origine la particolare e suggestiva commemorazione dei defunti siciliana? Pare abbia radici molto lontane. Rinvierebbe, secondo alcuni, ai culti greci-romani dei defunti e si legherebbe alla tradizione del “cunsulu”. Ai parenti del de cuius si era solito, e in alcuni paesi accade ancora, offrire pietanze per consolarli dal dolore. L’afflizione per la perdita dei cari era tanta e tale da non avere cuore per preparare da mangiare. Gli antropologi attribuiscono all’offerta dei cibi (“u cunsulu”) un duplice significato: uno materiale, l’assistenza solidale, propria della civiltà contadina, ai congiunti del defunto; l’altro simbolico, che si manifesta nei dolci antropomorfici, cioè con sembianze umane, tipici del giorno dei morti, tra i quali spiccano singolari biscotti detti “crozze ri morti”, cioè ossa dei morti. Oltre ad offrire le vivande ai parenti e alle anime dei morti, ci si ciba degli stessi defunti. In tal modo, col “cunsulu”, si raggiunge una speciale comunanza con i trapassati.
Cosa resta ai bambini siciliani, attratti dalle maschere del terrore e dalle scorribande goliardiche del “dolcetto o scherzetto”, di quel culto gentile dei morti proprio della nostra tradizione? Poco o niente e tanta, tanta confusione
*L'articolo di cui sopra prende spunto e acquisce dati da Spettacoli e feste popolari siciliane, descritte da Giuseppe Pitrè "Biblioteca delle tradizioni popolari Siciliane", vol XII (1881 Palermo)e da Siciliainformazioni

Scrivevamo così...oggi...lo scorso anno


 

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Mery Saltalamacchia, Giovanni Bruno, Rosanna Fiorentino, Sandra Matanza, Santina Gitto, Kalum Kelum, Kasun Ranasinghe, Giuseppe Soraci, Santina Fonti 


La celebrazione di Ognissanti tra sacro e profano

Già la cristianità primitiva era solita celebrare feste in onore dei Santi: i primi resoconti scritti risalgono a Tertulliano e a Gregorio di Nizza (223-395 d.C.), ma solo le pagine scritte da Sant’ Ephraem, morto nel 373 d.C., danno una sicura testimonianza della "festa celebrata in onore dei martiri della terra" il giorno 13 maggio.
La festa, dunque, nacque nel nord Europa e giunse a Roma il 13 maggio del 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon di Roma alla Vergine Maria e a tutti i martiri.
Le ragioni dello spostamento della data al primo novembre non sono certe: sembra che fin dall’800 d.c. Alcuino, consigliere di Carlo Magno, decise di stabilire la santissima solennità di tutti i Santi in questa data e di celebrarla con una festa di tre giorni. In questo modo, la Chiesa voleva cristianizzare la festa pagana del Capo d'anno del popolo Celtico, che cadeva ai primi di novembre. Nel tentativo di far perdere significato ai riti legati alla festa di Samhain, nell'anno 835 Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi del Paradiso, dal 13 maggio al primo novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Lo stesso Papa Gregorio III fece costruire all'interno della Basilica Vaticana la cappella di Ognissanti. In inglese la festa di "Ognissanti" si chiama "All Hallows' Day"; la vigilia del giorno di Ognissanti, cioè il 31 ottobre, si chiama All Hallow' Eve. Queste parole si sono trasformate prima in "Hallows' Even", e da lì ad Halloween il passo è stato breve. Nonostante i tentativi della Chiesa Cristiana di eliminare i riti pagani, Halloween è rimasta una festa legata al mistero, alla magia, al mondo delle streghe e degli spiriti. La stretta associazione con la commemorazione dei defunti, celebrata il giorno successivo, fu istituita solo nel 998 d.C.: si pensava che i morti entrassero in comunicazione coi vivi. Così, l’abate Odilone di Cluny diede disposizioni per celebrare il rito dei defunti a partire dal vespro del primo novembre. Il giorno seguente era invece commemorato con un'Eucarestia offerta al Signore, "pro requie omnium defunctorum", un'usanza che ben presto si diffuse in tutta l'Europa cristiana e che fu ufficialmente istituzionalizzata da Papa Gregorio IV. Fu Papa Sisto IV, nel 1474, che rese obbligatoria la solennità in tutta la Chiesa d'Occidente, per celebrare la comunione tra la Chiesa gloriosa e la Chiesa ancora pellegrinante e sofferente.
Il 1° giugno 1949, la Costituzione italiana inserisce il giorno di Ognissanti tra quelli considerati "festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici". Come l’Italia, anche altri paesi europei come l’Austria, il Belgio, la Spagna, la Francia, la Grecia, il Lussemburgo hanno istituito ufficialmente questa celebrazione.

1 e 2 novembre: Le Sante Messe al cimitero di Lipari centro


 

Scambio culturale di un gruppo di studenti e professori del Conti a Melbourne. L'orgoglio della professoressa Basile

 Riceviamo e pubblichiamo: 

Con orgogliosa gioia seguo l’importante scambio culturale di un gruppo di studenti e Professori dell’ Istituto Superiore Isa Conti a Melbourne. Un desiderio, quasi un sogno, che si è trasformato in realtà. La convenzione per un twinning- learning da me firmata nell’anno scolastico 2023 con il Principal dell’Albert Park College, Steven Cook e la collaborazione formalizzata con Il Presidente della società Eoliana a Melbourne ,hanno dato vita a un importante progetto internazionale di alto profilo culturale e formativo legato al fenomeno della migrazione eoliana in Australia.

Un’emozione nata negli uffici di Presidenza e di Segretaria dell’ I. S. Conti con
l’ impegno della professoressa M. Lazzarini e la competenza linguistica del prof. G. Scalogna, successivamente arricchita da partners del territorio di noto spessore ; un progetto scevro da ogni interesse , ambizione o personale vantaggio, guidato da un’unica stella polare : lo spirito di servizio.
F.to:
Prof.ssa Tommasa Basile

Oggi 1° novembre: Ognissanti

La festa di oggi ha per oggetto la glorificazione di tutti i Santi che sono in cielo: Angeli, Martiri, Confessori, Vergini. La sua origine viene dalla commemorazione di tutti i martiri che fin dal secolo quarto si faceva in alcune chiese particolari.

Bonifacio IV nel secolo sui chiese ed ottenne dall'imperatore Foca il Pantheon che Marco Agrippa aveva dedicato a Giove Vendicatore e lo consacrò dedicandolo a Maria SS. Regina di tutti i Martiri. Il tempio venne chiamato S. Maria ad Martires e nella Chiesa di Roma fu stabilita la festa della dedicazione per il giorno 13 maggio.
Terminata l'epoca della persecuzione, si senti il bisogno di presentare all'imitazione dei fedeli anche le anime che si erano santificate nelle condizioni di tempo e di luogo comuni a tutti. Con questo nuovo indirizzo, la festa di tutti i Martiri venne trasportata dal 13 maggio al I novembre, e dedicata a tutti i Santi del paradiso.

Per quanto sia grande il numero dei Santi di cui la Chiesa celebra la festa nel corso dell'anno, è certo molto più grande il numero di coloro dei quali non conosce il nome, le virtù, i meriti. Quante anime sante di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, presso tutti i popoli! Santi nella gerarchia ecclesiastica, nei deserti, nei monasteri, tra i professionisti, tra gli operai, tra le donne di casa, tra i poveri, tra gli ammalati! Quanti servi fedeli di Dio nascosti nell'oscurità di una vita umile e sconosciuta! Quante anime grandi pur tra le occupazioni più basse e più comuni! Santi che Dio ha pienamente ricompensati! Era quindi giusto che la Chiesa li celebrasse ed onorasse, e ciò fece con l'istituzione della presente solennità.

In tal modo, tra quella immensa folla di cui parla l'evangelista S. Giovanni, « che nessuno può contare, di tutte le genti,_ tribù e popoli e lingue che stanno davanti al trono e davanti all'Agnello, rivestiti di bianche vesti, con le palme nelle mani » noi veneriamo quei virtuosi che nell'oscurità della loro condizione e tra privazioni di ogni sorta condussero una vita innocente e santa; quelli che non si sono lasciati abbagliare dalle cose del mondo, ma le hanno stimate nella loro realtà; rendiamo omaggio a quelle persone che pur tra gli splendori e gli onori mondani si sono conservate umili e pure; veneriamo quelli che si son fatti santi seguendo con purità di cuore le massime del Vangelo; onoriamo i nostri fratelli, che nella stessa casa, con le stesse regole di vita, con le medesime passioni, con le stesse tentazioni ed ostacoli, hanno raggiunto il cielo ed ora godono perfetta felicità. Certo, questa folla immensa che noi oggi festeggiamo, questa turba innumerevole di eroi che hanno raggiunto la mèta, pur passando attraverso le difficoltà della vita presente, devono essere per noi di grande consolazione e di incitamento ad imitarli.

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Buongiorno. Oggi è sabato 1° novembre


 

venerdì 31 ottobre 2025

Il Comune di Lipari, indice concorso fotografico: “Creature del Mare: Ritratti di Pesci". Modalità di partecipaazione

 CONCORSO FOTOGRAFICO

Creature del Mare: Ritratti di Pesci

Il Comune di Lipari, indice il concorso fotografico: “Creature del Mare: Ritratti di Pesci.

L’idea progettuale nasce dalla volontà di valorizzare la pesca, parte integrante della storia e della cultura delle Eolie. La pesca a Lipari vanta una lunga tradizione, tramandata di generazione in generazione.

Per promuovere la cultura di una pesca e di un’economia più sostenibile si terranno a Lipari, oltre a questo concorso, anche un ciclo di eventi e laboratori volti a coinvolgere e sensibilizzare il pubblico su questi temi nell’ambito del progetto finanziato “Eolie: La pesca dal gusto sostenibile”, a valere sull’Avviso pubblico approvato con DDG n. 432 del 31/10/2024 (Codice intervento 222402 (2-2024)) dal Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana.

Il concorso in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani Onlus e ALDA+ Srl Benefit Corporation si propone di valorizzare le diverse specie marine che abitano il mare delle Isole Eolie, mettendo in risalto l’unicità della biodiversità e la ricchezza del territorio.

Una giuria di esperti selezionerà le fotografie più rappresentative, con l’obiettivo di incoraggiare la creatività e promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della conservazione delle risorse marine, e stabilirà quali siano le prime tre opere da premiare.

Tutte le fotografie selezionate saranno esposte in una mostra presso la Chiesa delle Anime del Purgatorio, al molo di Marina Corta, che sarà inaugurata in data 21 novembre 2025 alle ore 16:30.

Contestualmente alla inaugurazione della esposizione avverrà la premiazione delle prime tre opere classificati. Gli autori delle fotografie premiate riceveranno targhe celebrative a ricordo dell’evento.

Regolamento

● Possono partecipare gratuitamente al concorso cittadini italiani e stranieri di ogni età con opere fotografiche

● Le fotografie dovranno essere inviate al Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani in allegato ad una -mail inviata oppure anche tramite WeTransfer all’indirizzo centrostudieolie81@gmail.com, entro e non oltre il 10 novembre 2025,

● Le fotografie dovranno avere formato .jpg, con risoluzione minima di 300 dpi e dimensioni non inferiori a 18x13 cm.

● Le fotografie dovranno essere prive di firma, loghi o watermark e ogni partecipante potrà inviare una sola fotografia.

Per maggiori informazioni sul concorso fotografico è possibile contattare il numero 090 9812987 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:30 alle 12:30.

Accadde oggi...nel 1992 (fonte: accaddeoggi.it)


 

Sanità "in codice rosso" tra silenzi e immobilismo. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 31 ottobre 2025


 

Eoliani e amici delle Eolie... che non ci sono più (Riproposizione 86° puntata)

  In questo filmato: Ada Di Lorenzo ved. Cincotta, Ada Finocchiaro in Cappadona, Adele Turchio ved. Mancuso, Adelfa Raffaele, Adelina Falanga ved. Paino, Adrian Martin, Agatino Ferrara, Agnese Tiralongo in Mollica 

A Lipari la Giornata mondiale della pesca. L'Ansa del direttore Sarpi


Lipari, 31 ottobre 25 (Ansa) L’Apostolato del Mare della Conferenza Episcopale italiana celebrerà, a Lipari la “Giornata mondiale della pesca 2025” il 21e il 22 novembre: un'occasione per riflettere sul settore, le sue sfide, la sostenibilità e l'importanza per l'alimentazione e l'economia.

Il tema sarà «Coltivare il lavoro, custodire il mare» nell’ottica di “coltivare” il lavoro della pesca e dare ai pescatori e alle loro famiglie un futuro dignitoso, ma anche custodire il mare come ambiente di vita. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Apostolato del Mare della diocesi di Messina, prevede, tra l’altro: la benedizione degli strumenti di pesca, il lancio di una corona di fiori per i caduti del mare e l’inaugurazione di una mostra fotografica sulle specie ittiche; la presentazione di una nuova applicazione per sensibilizzare sulla pesca sostenibile. (ANSA)

N.B. Nell'immagine il programma completo

Caronte & Tourist isole minori cambia le regole: stop alle “prenotazioni fantasma” dei mezzi commerciali

Dopo le numerose proteste della comunità eoliana e dei viaggiatori, Caronte & Tourist isole minori ha deciso di modificare le procedure di prenotazione per i veicoli commerciali diretti alle isole minori. L’obiettivo è garantire maggiori possibilità di imbarco alle autovetture private, spesso penalizzate da un sistema che finora favoriva camion e furgoni.

Fino a pochi giorni fa, infatti, i conducenti dei mezzi commerciali potevano prenotare posti sui traghetti senza confermare o saldare il biglietto, per poi rinunciare all’ultimo momento. Questa pratica liberava spazi solo a ridosso della partenza, lasciando spesso a terra le auto dei passeggeri e generando disagi e proteste.

Per porre fine alle “prenotazioni fantasma”, C&T ha introdotto nuove regole più rigide: le prenotazioni in opzione saranno possibili solo se il viaggio è previsto almeno due giorni dopo; quelle non saldate scadranno automaticamente a mezzanotte del giorno precedente la partenza; inoltre, non sarà più possibile mantenere opzioni a meno di 48 ore dal viaggio.

Le misure, valide anche per l’agenzia Eoltravel di Lipari, riguardano esclusivamente i mezzi commerciali. Per le autovetture private resta invece l’obbligo di saldare subito il biglietto, con la possibilità di prenotazioni in opzione eliminata già da tempo.

La decisione è stata accolta positivamente da residenti e turisti, che da anni chiedevano regole più eque. L’auspicio è che il nuovo sistema consenta una distribuzione più trasparente dei posti e riduca le disparità negli imbarchi verso le isole minori.

E' deceduta Adua Caterina Provvidenti ved. Cincotta

Le onoranze funebri sono a cura della ditta
Alfa&Omega di Lipari
Alla famiglia le nostre condoglianze

 

E' nato Giosue' Foti

 

E' venuto alla luce oggi alle 03:42

GIOSUE' FOTI

figlio di Giacomo e Maddalena Amendola 

Il nonno Roberto augura una vita serena e tanta felicità al nipotino 

Quattro novembre: Le iniziative a Lipari per la Festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate


 

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Ludovica Celi, Maria Grazia Allegrino, Dario Scaffidi, Celeste Basile, Sebastiano Nello Casabona, Gianluca Bonica 


Scrivevamo così...oggi...lo scorso anno


 

Oggi, 31 ottobre : Santa Lucilla di Roma

Il nome di Lucilla, evidentemente è il diminutivo di Lucia, che a sua volta deriva da « luce ». È dunque un nome già luminoso per se stesso. Lucia, voleva dire precisamente « nata all'alba », come Crepusca, significava « nata al tramonto ». Ma mentre il nome di Crepusca è completamente caduto nell'uso onomastico, quello di Lucia si è sempre più diffuso, forse proprio per quella luce che sembra diffondere sulle donne che lo portano volentieri. 
E dopo il nome di Lucia, viene quello graziosissimo di Lucilla, attribuito a molte giovani romane « nate all'alba ». 
Anche Santa Lucilla nacque all'alba dell'Era Cristiana, quando chi portava la luce della nuova fede veniva perseguitato da coloro che l'avrebbero voluta spegnere, convertendo il nome di Lucia in quello di Crepusca. 
Su Santa Lucilla però non brilla che la luce del suo bellissimo nome. Di lei, Martire, non si sa nulla di preciso, o meglio si sa soltanto quello che la leggenda ha intessuto con fili luminosi, ma puramente fantastici. 
Quasi certamente fu lo stesso nome di Lucilla a suggerire la leggenda. Perciò si narra d'un tribuno romano, di nome Nemesio, che avrebbe avuto una figlioletta nata cieca. 
Egli avrebbe chiesto per la propria figlia, al Papa Santo Stefano, non la luce fisica degli occhi, ma quella soprannaturale dell'anima, cioè il Battesimo. 
Padre e figlia si sarebbero fatti così cristiani. Anzi, il Papa avrebbe consacrato diacono il padre di Lucilla. Ma la luce della piccola cristiana avrebbe brillato poco in terra, e si sarebbe accesa invece in Cielo, dopo il martirio, subito, dal padre e dalla figlia, sotto l'Imperatore Valeriano. 
Il Papa Santo Stefano avrebbe fatto sotterrare i due corpi decapitati del padre e della figlia in un luogo segreto, di dove il Papa Sisto II li avrebbe fatti esumare, il 31 ottobre, per dar loro una più degna sepoltura, lungo la via Appia. 
La festa di oggi ricorderebbe dunque non il martirio di Nemesio e di Lucilla, ma la traslazione delle loro reliquie. 
Dalla via Appia, i corpi dei due Martiri furono poi nuovamente esumati da Gregorio IV e sepolti, con grande onore, nella diaconia di Santa Maria Nuova, insieme con altri Martiri romani. 
Anche queste ripetute traslazioni sembrano avere un significato simbolico. La piccola Lucia, cioè Lucilla, nata cieca e illuminata dalla fede, sarebbe stata più volte riportata alla luce del mondo, perché la scintilla della sua santità segnasse l'itinerario trionfale del Cristianesimo: « nato all'alba », tenuto da prima nascosto, poi avviatosi lungo le vie consolari, e finalmente affermatosi sulla terra, con le sue Chiese, diventate tante fiaccole di carità, accese sul mondo pagano, ormai condannato al crepuscolo.