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giovedì 13 novembre 2025

Santo del giorno: San Diego di Alcalà

 

San Diego nacque in Spagna, a San Nicola di Porto, e fin dalla sua prima giovinezza si dedicò con fervore alla pratica della disciplina cattolica, esercitandosi nel raccoglimento e nella vita interiore. Desideroso di servire Dio in modo più perfetto, entrò nel convento di Arizzafa, retto dai Frati Minori Osservanti, e dopo il noviziato emise la professione religiosa nell’umile qualità di fratello laico.

Da quel momento non vi fu occupazione, per quanto umile, alla quale si rifiutasse. Fu sempre fedelissimo alla santa obbedienza e costante nell’umiltà. Benché quasi completamente illetterato, per una luce soprannaturale penetrò così profondamente i misteri divini che la sua sapienza apparve a tutti come un vero prodigio.

La missione alle Isole Canarie

Mandato nelle Isole Canarie, dovette affrontare dure prove, sia da parte di persone esterne, sia da alcuni confratelli. Tuttavia, con invitta pazienza superò ogni ostacolo, edificando con il suo esempio tutti coloro che lo conoscevano. Grazie a lui, molti infedeli si convertirono al cristianesimo. Desiderava ardentemente morire martire per la fede, ma il Signore dispose diversamente.

Il servizio a Roma

Giunto a Roma in occasione del giubileo, fu destinato al convento di Santa Maria in Aracoeli e incaricato del servizio agli infermi. In quel periodo la sua carità risplendette in modo straordinario: benché la città fosse afflitta da una grave carestia, l’umile e instancabile fraticello si adoperò con ogni mezzo per assicurare ai confratelli e ai malati tutto ciò che era necessario per vivere dignitosamente.

Era devotissimo della Santissima Vergine e con l’olio della lampada che manteneva accesa dinanzi alla sua immagine ottenne numerose guarigioni. In altri casi, bastava che i fedeli ricevessero la sua benedizione per ottenere la salute del corpo e dell’anima.

La morte e la canonizzazione

Poverissimo e sempre pronto a rendere servizio al prossimo, San Diego si preparò con serenità alla morte, che sentiva ormai vicina. Mentre contemplava con amore le piaghe del Salvatore crocifisso, rese la sua anima a Dio il 13 novembre 1463.

Il suo corpo, per desiderio del popolo, rimase esposto per mesi alla venerazione dei fedeli, conservandosi miracolosamente incorrotto. La sua tomba divenne presto fonte di numerose grazie e miracoli, tanto che papa Sisto V lo annoverò nel catalogo dei Santi.

PRATICA. Siamo sempre compassionevoli verso i poveri, che sono l'immagine di Cristo.

PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno, che con mirabile disposizione scegli le cose deboli del mondo per confondere le grandi, degnati propizio, per le devote preghiere del tuo beato confessore Diego, dí elevare la nostra debolezza alla gloria perenne del cielo.

Buongiorno. Oggi è giovedì 13 novembre


 

mercoledì 12 novembre 2025

Accadde...oggi...nel 2003


 

Stella d'argento del CONI consegnata oggi a Matteo Salin

 Durante la cerimonia, tenutasi oggi a Belluno, per la consegna delle Benemerenze Sportive del CONI 2023, è stata consegnata a Matteo Salin la Stella d'Argento del CONI

A Matteo le nostre congratulazioni

Scrivevamo così...oggi...lo scorso anno


 

Accadde il 12 novembre 2008: La statua di Padre Pio arriva nella Chiesa al pozzo (Lipari)

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Sabrina Stella, Cristiana Salanitro, Nunzio Nunnari, Rosaria Taranto, Marina Zagami, Giovanni Agnosto, Luana Saltalamacchia, Aurelia Famularo, Angelo Casano, Elisa Giovenco, Mimma Gallo, Sonia Sarpi , Alessia Donato, Giovanni Martella, Angelo Iacono, Carmelo Roux, Grazia De Pasquale



Il 16 novembre in Cattedrale Santa Messa di ringraziamento e saluto di Mons. Sardella


 

Carta "Dedicata a Te" 2025: Pubblicazione Elenco Beneficiari nel Comune di Lipari (codice ISEE aventi diritto)

Per visualizzare l'elenco cliccare su questo link che rinvia al sito del Comune di Lipari  https://servizi.comune.lipari.me.it/mc/mc_p_dettaglio.php?id_pubbl=48708

Energia, la giunta Schifani approva il nuovo Piano regionale. Colianni: «La Sicilia ha adesso gli strumenti per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici»

La Sicilia aggiorna la propria strategia per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra e per contrastare i cambiamenti cimatici in atto. La giunta Schifani ha approvato il nuovo Piano energetico ambientale regionale proposto dall’assessore all’Energia Francesco Colianni. Il Pears è lo strumento di programmazione e di indirizzo degli interventi in campo energetico a livello regionale e costituisce il quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati sul territorio dell’Isola, con l’orizzonte temporale fissato al 2030.

«Con questo provvedimento – dice Colianni – ci dotiamo degli strumenti per dare il nostro contributo perché il Paese centri i target internazionali in materia. Un obiettivo strategico per la Regione che si traduce in concreti benefici economici per il territorio sotto forma di nuova occupazione qualificata e minor costo dell’energia. Il governo Schifani intende promuovere uno sviluppo sempre più sostenibile e pulito allo scopo di tutelare l’ambiente e, più in generale, favorire una sempre migliore qualità della vita dei siciliani».

La finalità principale del Pears è il conseguimento, entro il 2030, di obiettivi che riguardano l’incremento del contributo delle fonti rinnovabili al mix energetico siciliano e le tecnologie dell’efficienza energetica, tra le quali la mobilità elettrica. «Il nuovo Piano – aggiunge l’assessore - è frutto del lavoro del dipartimento regionale dell’Energia, che ringrazio, e di un iter istruttorio complesso che ha visto il coinvolgimento delle università siciliane e di istituzioni scientifiche come il Cnr e l’Enea. Abbiamo tenuto conto, infine, anche delle raccomandazioni del Consiglio di giustizia amministrativa che aveva annullato la precedente versione del Piano approvato nel 2022».

Santo del giorno : San Giosafat Kuncewycz

Il divin Maestro disse che il buon pastore dà la vita per le sue pecorelle: e noi oggi ne vediamo un'illustre conferma in S. Giosafatte, vescovo di Polvez e martire.
Nato a Vladimir in Polonia dalla nobile e cattolica famiglia Kuncewizio, mentre fanciullo ascoltava la madre parlare della passione di Cristo, un dardo partì dal costato del Crocifisso e andò a ferirgli il cuore. Infiammato di amor di Dio e desideroso di perfezione, entrò nell'ordine di S. Basilio, di cui a venti anni professò la regola. Andava a piedi nudi nonostante l'eccessivo rigore dell'inverno in Polonia, non mangiava mai carne, non prendeva mai vino se non per ubbidienza; mortificò le sue membra con un asprissimo cilicio fino alla morte. Per questo meritò di custodire illibato il giglio della purezza che ancor fanciullo aveva consacrato alla Vergine delle Vergini: Maria SS.
In pochi anni di vita religiosa la fama della sua virtù e della sua dottrina crebbe talmente, che, sebbene giovane, fu eletto abate del monastero di Vilna, e poscia fu designato dal popolo come degno di reggere la sede arcivescovile di Polvez.
Innalzato a questa onerosa dignità, senza cambiare nulla del tenore della vita precedente, non pensò che al culto divino e alla salvezza delle pecorelle affidategli. Energico difensore della unità e verità cattolica, si adoperò con tutte le forze per ricondurre alla sede di Pietro eretici e scismatici. Non cessò mai di difendere il Papa e la pienezza della sua autorità dalle ingiurie impudentissime e dagli errori degli empi. Fu il più zelante promotore dell'unione della Chiesa Greca con la Latina. Erogò tutte le sue rendite nella costruzione di templi, conventi ed altre opere pie: e fu tanta la sua liberalità verso i poveri, che non avendo un giorno più nulla per soccorrere una vedova, impegnò il suo pallio episcopale.
I Progressi della fede cattolica eccitarono l'odio di certi scismatici ostinati, i quali ordirono una congiura per assassinare l'atleta di Cristo.
Recatosi il Santo a Vitebsk per la visita pastorale, i cospiratori invasero il palazzo vescovile, ferendo e massacrando quanti incontrarono.
Allora il pastore mitissimo si fece spontaneamente incontro a quei lupi, e rivolgendo loro la parola: « Figliuoli, disse, perchè maltrattate i miei familiari? Se avete qualcosa contro di me, eccomi ». E quelli, precipitandosi su di lui, lo colpirono con bastonate ed uccisolo, lo gettarono nel fiume. Era il 12 Novembre 1623: contava 43 anni. Il suo corpo segnalato da una luce meravigliosa fu tratto dal fondo del fiume ed esposto alla venerazione dei fedeli.
I primi a sperimentarne l'efficacia protettiva furono i suoi stessi assassini che, condannati quasi tutti alla decapitazione, abiurarono lo scisma e si pentirono del loro misfatto.
Pio IX il 29 giugno 1877 l'ascrisse solennemente nell'albo dei Santi, e Leone XIII ne estese il culto a tutta la Chiesa cattolica.


PRATICA. Oggi compiamo bene le pratiche di pietà. 

PREGHIERA. Signore, suscita nella tua Chiesa lo spirito onde il tuo beato martire e vescovo Giosafatte fu ripieno fino a dare la vita per le pecorelle, affinchè per sua intercessione, animati e fortificati anche noi nel medesimo spirito, non temiamo di sacrificarci peri fratelli. 

Buongiorno...oggi è mercoledì 12 novembre


 

Il programma del convegno: Eolie: La pesca dl gusto sostenibile


 

martedì 11 novembre 2025

Accadde...oggi...nel 1975


 

Le isole Eolie valorizzate alla fiera turistica di Londra. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud dell'11 novembre 2025


 

Lipari, Gullo espone in un'assemblea pubblica i risultati raggiunti. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud dell'11 novembre 2025


 

Concorso fotografico. "Creature del mare: Ritratti di pesci" prorogati i termini


 

Comune di Lipari: Graduatorie definitive degli ammessi all'incentivo per l'acquisto di scooter elettrici o biciclette a pedalata assistita

Per visualizzare le graduatorie cliccare su questo link  https://www.comune.lipari.me.it/novita/avvisi/novita_78.html

Tanti auguri di...

Buon compleanno a Giuseppe Pino La Greca, Domenico Gotta, Giuseppe Velardita, Gabriele De Luca, Ada Conti, Carola Tesoriero, Anny Dai, Giuseppe Spanò, Ada Zavone, Mery Longo, Elio Sciacchitano, Sandra Podetti Mifsud

Come eravamo, luoghi, e personaggi delle Eolie di un tempo (28° puntata) : Carnevale 1957 al Cinema Eolo a Lipari


Scrivevamo così...oggi...lo scorso anno


 

Santo del giorno: San Martino

Uno dei più illustri ornamenti della Chiesa nel secolo 'v fu certamente S. Martino, vescovo di Tours e fondatore del monachismo in Francia. 

Nato nel 316 in Sibaria, città della Pannonia, l'odierna Ungheria, da genitori nobili ma pagani, ancor bambino si trasferì a Pavia, ove conobbe la religione cristiana. A 10 anni all'insaputa dei genitori si fece catecumeno, e prese a frequentare le assemblee cristiane. Appena dodicenne deliberò di ritirarsi nel deserto; essendo però figlio d'un tribuno, dovette presto seguire il padre nella cavalleria e per tre anni militare sotto gli imperatori Costanzo e Giuliano. 

Umile e caritatevole, aveva per attendente uno schiavo, al quale però egli puliva i calzari e che trattava come fratello. Un giorno nel rigore dell'inverno era in marcia per Amiens, incontrò un povero seminudo: sprovvisto di denaro, tagliò colla spada metà del suo mantello e lo copri. La notte seguente, Gesù, in sembianza di povero, gli apparve e mostrandogli il mantello disse: « Martino ancor catecumeno m'ha coperto con questo mantello ». Allora bramoso di militare solo più sotto la bandiera di Cristo, chiese e ottenne dall'imperatore stesso l'esenzione dalle armi. 

Si portò a Poitiers presso il vescovo S. Ilario da cui fu istruito, battezzato e in seguito ordinato sacerdote. Visitò ancora una volta i genitori per convertirli; poi, fatto ritorno presso il maestro, in breve divenne la gloria delle Gallie e della Chiesa. 

Desideroso di vita austera e raccolta, si ritirò dapprima in una solitudine montana, poi eresse la celebre e tuttora esistente abbazia di Marmontier (la più antica della Francia) ove fu per parecchi anni pddre di oltre 80 monaci. Però i suoi numerosissimi miracoli, le sue eccelse virtù e profezie lo resero così famoso, che, appena vacante la sede di Tours, per unanime consenso del popolo fu eletto vescovo di quella città. La vita di San Martino fu compendiata in questo epigramma: "Soldato per forza, vescovo per dovere, monaco per scelta". 

Il nuovo Pastore non cambiò appunto tenore di vita, ma raccoltosi a meditare i gravi doveri che assumeva, si diede con sollecitudine ad eseguirli. Sedò contese, stabilì la pace tra i popoli, fu il padre dei poveri e più che tutto zelantissimo nel dissipare ogni resto di idolatria dalla sua diocesi e dalle Gallie. 

Formidabile lottatore, instancabile missionario, grandissimo vescovo. sempre vicino ai bisognosi, ai poveri. ai perseguitati. Disprezzato dai nobili, irriso dai fatui, malvisto anche da una parte del clero, che trovava scomodo un vescovo troppo esigente, resse la diocesi di Tours per 27 anni. in mezzo a contrasti e persecuzioni. 

Tormentato con querele e false accuse da un suo prete di nome Brizio. diceva: "Se Cristo ha sopportato Giuda, perché non dovrei sopportare Brzio?" Stremato di forze, malato, pregava: "Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non mi rifiuto di soffrire. Altrimenti, venga la morte". 

Morte di San Martino


Nell'anno 397 udì che a Candate (Candes-Saint-Martin) era sorto un grave scisma: benchè ottantenne, si portò colà, convocò clero e popolo e ricompose gli animi nella pace. Ma stando per tornare alla sua sede, fu assalito da febbri mortali. Volle essere adagiato sulla nuda terra e cosparso di cenere, per morire, come sempre aveva vissuto, da penitente. 

Il volto del santo rimase nella morte splendente come se fosse avvolto da una luce di gloria e da molti fu udito un coro di angeli cantare intorno alla sua salma. Alle sue esequie si riunirono gli abitanti di Poitou e di Tours e così cominciarono ad altercare. Dicevano gli uni: " È un monaco della nostra città e noi ne vogliamo il corpo". E gli altri di rimando: "Dio ve l'ha tolto per darlo a noi". La notte seguente, mentre gli abitanti di Poitou dormivano, gli abitanti di Tours si impadronirono del corpo di Martino, lo gettarono da una finestra su di un battello e lo portarono seguendo il corso della Loira fino a Tours con gran gioia e venerazione. 

Fu così sepolto a Tours, ove gli fu dedicata la cattedrale e dove egli compi innumerevoli miracoli. Gli Ugonotti violarono quelle sacre spoglie, e dopo averle bruciate, ne dispersero le ceneri. 

PRATICA. — Facciamo qualche atto di carità verso il prossimo. 

PREGHIERA. — O Dio, che vedi che noi non possiamo sussistere per nostra virtù, concedi, propizio, per intercessione del tuo beato confessore e vescovo Martino, che siamo difesi contro ogni avversità. 

Approfondimento

Tutti gli alunni delle scuole leggono sul loro libro di lettura l'episodio di San Martino, che, cavalcando avvolto nel suo mantello di guardia imperiale, incontra un povero, tremante al primo brivido dell'autunno. A quella vista, il generoso cavaliere sguaina la spada e fa due pezzi del suo mantello, donandone la metà al povero. La notte, in sogno, vede Gesù avvolto in quel mezzo mantello, che gli sorride riconoscente. Tutti i contadini, poi, alzando gli occhi al cielo, dove, tra strappi di nuvole, il sole si fa ancora sentire tiepido e dolce, ricorderanno l'antico proverbio 

L'estate di San Martino
dura tre giorni e un pochino.


In Piemonte, il giorno di San Martino era, almeno una volta, dedicato agli sgomberi. E "fare San Martino", significava mutare d'alloggio. Pare infatti che Vittorio Emanuele II, prima della battaglia di San Martino, dicesse, in piemontese, ai suoi soldati: "Coraggio figlioli, altrimenti gli austriaci ci faranno fare San Martino". Voleva dire: " Ci faranno sgombrare dalle nostre posizioni". 

E di paesi col nome di San Martino, oltre quello della battaglia, ce ne sono, in Italia, a centinaia. In Francia sono addirittura migliaia. Non parliamo delle chiese a lui intitolate e dei monasteri che portano il suo nome. Forse nessun nome di santo ha avuto nel medioevo tanta diffusione, e anche nell'arte non si contano i San Martino a cavallo, con la spada sguainata, che dividono il bel mantello di guardia imperiale. 

E questo forse perché, molto prima di San Francesco, quel gesto indicava il dovere che i cristiani hanno verso i poveri, nei quali è la figura dello stesso Gesù. Ma la storia di San Martino non si ferma a quel gesto notissimo. La storia di San Martino è molto più lunga e complessa. Ed è storia, non leggenda. 

La sua fama di santità era tale che fu il primo e per molto tempo l'unico Patrono della Francia. Ciò spiega la straordinaria diffusione del suo culto e del suo nome, mentre la sua figura sembrava ringiovanire, e da vescovo logorato e perseguitato ritornava, nella fantasia popolare, il giovane cavaliere, che in un giorno di primo novembre, divideva il proprio mantello con un povero, rabbrividente, come una foglia ingiallita, al primo vento autunnale. P. B. 


Il beato Severino, vescovo di Colonia, la mattina in cui San Martino venne a morte, aggirandosi secondo il solito nella chiesa dopo il mattutino, udì gli angeli cantare in cielo. Chiamò l'arcidiacono e gli domandò se non udisse niente: quegli rispose che non udiva nulla; allora il vescovo lo esortò a concentrare tutta la sua. attenzione.. Ma per quanto l'arcidiacono tendesse il collo, drizzasse le orecchie, si alzasse sulla punta di piedi appoggiandosi al bastone, non riusciva a sentire niente. Infine il vescovo pregò per lui e allora cominciò a udire il suono delle angeliche voci. E il vescovo: "Il signore mio, Martino, se ne è andato da questo mondo e gli angioli stanno portandolo in cielo. I demoni volevano trattenerlo ma se ne sono dovuti andare coperti di confusione perché non hanno trovato in lui alcunché di impuro". L'arcidiacono annotò il giorno e l'ora in cui il suddetto fatto era avvenuto e trovò poi. che corrispondeva al giorno e all'ora in cui Martino era morto. 

Anche il monaco Severo, che scrisse poi la vita di San Martino, essendosi addormentato dopo il mattutino, vide il santo biancovestito, col volto fiammeggiante e gli occhi simili a stelle. Lo vide anche salire al cielo dopo averlo benedetto. Subito dopo apprese che in quella notte il beato Martino era morto. 

In quello stesso giorno Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, mentre celebrava la Messa si addormentò fra la Profezia e l'Epistola. Poiché nessuno osava svegliarlo, il Santo rimase addormentato per due o tre ore. Infine i diaconi lo scossero dicendo: "Il tempo passa e il popolo è stanco di aspettare; signor nostro comanda che il chierico legga l'Epistola". E Ambrab "il fratello mio Martino è morto e io ho assistito ai suoi funerali, voi mi avete impedito di recitare le ultime preghiere!" 

Narra il maestro Giovanni Beleth che i re di Francia usano portare in battaglia il mantello di San Martino, Sessant'anni dopo la morte del Santo, il beato Perpetuo volle costruire una magnifica chiesa in onore di San Martino e trasportarvi il sacro corpo. Ma invano il clero e Perpetuo stesso rimasero per tre giorni in preghiera e in digiuno: in nessun modo la bara poteva essere rimossa. Quando già stavano per rinunciare all'impresa gli apparve un bellissimo vecchio e gli disse: «Cosa aspettate? Non vedete che il beato Martino è pronto ad aiutarvi?" Infatti il Santo li aiutò con una mano e la bara fu sollevata con estrema facilità e deposta là dove ora è venerata. Questa traslazione avvenne nel mese di luglio. 

C'erano a quel tempo due amici di cui l'uno era cieco, l'altro paralitico. Il cieco portava il paralitico e il paralitico insegnava la via al cieco. In tal modo chiedevano l'elemosina e si procuravano abbondantemente il necessario per vivere. Essendo venuti a sapere che molti infermi avevano trovato la salute sulla tomba del beato Martino e che il corpo del santo era portato in processione nella chiesa nuova, cominciarono a temere che la processione passasse dinanzi alla casa in cui si trovavano e che il Santo li risanasse. Infatti non volevano riacquistare la salute per non perdere il guadagno delle elemosine. Per la qual cosa si nascosero in una strada per cui pensavano che la processione non dovesse passare. Ma ecco che mentre camminavano, si imbatterono nel corpo del Santo e subito si trovarono, contro la loro volontà, risanati; di che molto si rattristarono. Così il Signore a volte accorda i suoi benefici anche a chi non li desidera. Così scrive Ambrogio del beato Martino: "San Martino distrusse i templi dell'errore, inalzò i vessilli della pietà; resuscitò i morti; scacciò i demoni dai corpi degli ossessi; risanò molti infermi e tanto grande fu la sua perfezione da essere ritenuto degno di vestire Cristo nella persona di un povero...". (* Dalla Leggenda Aurea). 

fonte:Le Grandi Religioni 

L'estate di San Martino

L'estate di San Martino è un periodo dove venivano rinnovati i contratti agricoli, tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo abbinato alle prime castagne. Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci, San Martino:


La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.


L'Estate di San Martino è legata alla leggenda del Santo, che divise in due un mantello per coprire un povero mendicante nudo e freddoloso. Il Signore "ricompensò" il Santo inviando un clima mite e temperato quando oramai esso volgeva al freddo dell'Inverno incipiente.


Buongiorno. Oggi è martedì 11 novembre


 

lunedì 10 novembre 2025

Prestigioso incarico per il professor Bartolo Pavone

La Segreteria Nazionale di Confintesa Lavoratori della Conoscenza (L.C.), d’intesa con il Responsabile Nazionale Vicario, ha deliberato la nomina del professor Bartolo Pavone quale Responsabile Provinciale di Confintesa L.C. Messina (ME).

Il prof. Bartolo Pavone, liparese, da sempre prezioso punto di riferimento per il mondo scolastico, , assume dunque la guida provinciale della Federazione, con il compito di coordinare le attività sindacali e rappresentative sul territorio messinese.

In attesa della costituzione della Segreteria Provinciale di Messina e della successiva nomina dei relativi componenti, il Segretario Amministrativo della Federazione provinciale sarà lo stesso della Segreteria Nazionale.

Al professor Bartolo Pavone è inoltre attribuita una delega regionale per i rapporti istituzionali con l’Assessorato all’Istruzione della Regione Sicilia, con l’Ufficio Scolastico Regionale Sicilia, nonché per la collaborazione nei contatti con il M.I.M. e il M.U.R.

La Segreteria Nazionale augura al professor. Pavone buon lavoro e pieno successo nel suo nuovo incarico, certo che la sua esperienza e il suo impegno contribuiranno al rafforzamento dell’azione sindacale di Confintesa L.C. nella provincia di Messina e in tutta la Regione Sicilia.

All'amico Bartolo le nostre congratulazioni per il prestigioso incarico, giusto riconoscimento per il suo ultradecennale impegno nella scuola e nel sindacato, oltre ad essere un prezioso punto di riferimento per tanti eoliani  

Accadde...oggi...nel 2020


 

Eoliani e amici delle Eolie...che non ci sono più (Riproposizione 88° puntata)

 In questo filmato realizzato con le foto in nostro possesso: Albertina Portelli in Giampino, Alberto Alleruzzo, Alberto lo Monaco, Aldo Favaloro, Aldo Mollica, Aldo Russo, Alessandra Costa

Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate ad Acquacalda nelle foto e video di Bartolo Ruggiero




 


Stromboli, cessato il trabocco lavico

Cessato e in raffreddamento sullo Stromboli il trabocco lavico dall'area craterica nord. Lo rende noto l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo. Persiste, ad intensità variabile, l'ordinaria attività esplosiva e una modesta attività di spattering all'area craterica nord. 

Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate a Pianoconte nelle foto e video di Bartolo Ruggiero





Tanti auguri di...

Buon compleanno a Sonia Benenati, Maria Favorito, Bernadetta D'Ambra, Angelina D'Ambra, Paola Bruno, Maria Gullo Di Giovanni, Davide Favaloro, Davide Cincotta, Roberto Fichera


"Novecento": Rubrica settimanale cura di Giuseppe La Greca. Oggi: Giuseppe Faraci (Sindaco di Lipari)




tratto da: La Storia della Pomice III volume – ed. Centro studi Eoliano 2009


Giuseppe Faraci, avvocato e notaio, era nato a Lipari il 26 febbraio 1849, la sua carriera politica è particolarmente ricca di scontri, cadute e rivincite.

Il 1° mandato da sindaco è del 9 settembre 1902 per terminare al 27 settembre 1903. Si trattò di un mandato di breve durata, 1 anno, raggiunto all’età di 53 anni, ed a seguito delle elezioni del 1902. Il mandato è contraddistinto da una profonda spaccatura legata alla concessione Haan per le cave pomicifere e dallo scontro con Giovanni Caserta. Nel corso del 1° mandato le altre iniziative sono legate alla transazione con gli amministratori della fallita società “L’Eolia” e la destinazione delle somme per il completamento del Palazzo degli Uffici. Due delibere, infine, sono dedicate alla richiesta di provvedimento per la tassa all’imbarco della pomice, l’ultima del 6 agosto 1903.

Le successive elezioni tenute il 14 febbraio 1904 consegnano una nuovo consiglio comunale, riunitosi il 22 febbraio 1904 sotto la presidenza del R. Commissario Edoardo Cipriano, che procedere, prima a rassegnare un’ampia relazione per il periodo del suo mandato, e successivamente alla votazione del nuovo sindaco.

Elezione del sindaco - il presidente riferendosi all’ordine del giorno invita il consiglio a procedere alla elezione del sindaco per mezzo di schede segrete. Fatte distribuire le schede ciascun consigliere ha scritto il proprio voto, raccoltele in apposita urna il presidente, assistito dagli scrutatori, ha proceduto allo scrutinio che ha dato il seguente risultato:

consiglieri assegnati al comune n. 30, presenti 28, votanti 28. Schede portanti il nome dell’avvocato Faraci Giuseppe n. 17, schede bianche 11.

In conseguenza di tale votazione il sig. Faraci avv. Giuseppe, avendo ottenuta la maggioranza assoluta di voti è proclamato sindaco del Comune.

Il secondo mandato inizia ufficialmente con l’elezione del 22 febbraio 1904, per terminale al 30 dicembre 1906. L’avvio del secondo mandato è caratterizzato da uno scontro e da uno scambio di accuse tra il sindaco Faraci e l’avvocato Onofrio Carnevale, capo della minoranza. Sarà il primo di una lunga serie di scontri che si protrarranno per un quinquennio, con alti e bassi, con momento di tensione e momenti di pacificazione. Una parentesi di convergenza all’interno del consiglio comunale si raggiunge in alcune sedute del consiglio comunale, quelli del 25 maggio 1905 e del 20 giugno 1905, che prendeva in esame il sistema di applicazione del diritto di percezione. Nel primi mesi dell'anno 1905 l’Amministrazione concesse ai Farmacisti Luigi Mancuso e Nunzio Esposito di Domenico (già consiglieri comunali), con trattativa privata, la locazione dello Stabilimento di San Calogero.

Con il rinnovo del consiglio comunale del 1906 si apre la resa dei conti. Il nuovo consiglio eletto il 22 luglio, si riunì per la prima volta il 16 agosto con una maggioranza favorevole all’avvocato Onofrio Carnevale; risultato le dimissione di Faraci da sindaco.

Giuseppe Faraci viene rieletto consigliere nella tornata del 16 luglio 1907. Nel rinnovato consiglio Comunale non assume alcun incarico particolare, anche se partecipa attivamente alla stesura di alcuni ordini del giorno da inviare a Roma per sollecitare l’approvazione della legge 5 gennaio 1908 n. 10.

Nel corso di una seduta del 23 maggio 1908, assente la minoranza, il consiglio Comunale, rivolge un plauso al Consigliere Giuseppe Faraci.

Il presidente è lieto di annunziare al consiglio che l’on.le G.P.A. nella tornata di ieri ha approvato il regolamento per l’esecuzione della legge 5 gennaio 1908. Trova parole opportune di gratitudine verso coloro che tanto efficacemente si cooperarono per la venuta ad essa legge che toglierà il comune dal baratro finanziario, ed elogia in special modo l’avv. Faraci quale uno dei principali fattori dell’attuale stato di cose. Il consiglio deliberò a voti unanimi un plauso all’operato assiduo indefesso coerente dell’avvocato sig. Faraci e gli esterna voti di sentita riconoscenza.

Giuseppe Faraci termina la propria esistenza terrena il 2 febbraio 1911 a Napoli.



Le delibere di commemorazione alla memoria del sindaco Faraci

Diversi i momenti di commemorazione dedicati alla memoria del sindaco Faraci nel corso del 1911. Il primo atto ufficiale è una delibera della Giunta del 3 febbraio 1911, con all’ordine del giorno: Funerali all’assessore Avv. Giuseppe Faraci. Erano presenti, oltre in sindaco Franza, gli assessori Oreste Palamara, Onofrio Paino e Felice Ferlazzo. Il presidente con l’animo commosso comunica che l’avv. Faraci, fra atroci sofferenze morì in Napoli. Noi che sapevamo della gravità del male non ci lusingammo e sol pareva che i voti di tutta una cittadinanza mantenessero ancor sospeso il coperchio della bara per la conservazione di un uomo che tanto bene ha fatto al suo natio Paese. L’attuale ricchezza del Comune e a Lui dovuta in quanto che, con tenacia più unica che rara, l’ideò, la volle e l’ottenne. La Giunta, rende omaggio al Faraci che “spese tutta la sua vita in prò di esso (Comune) e che per l’opera sua ardua quanto efficace, il Comune, dal baratro finanziario in cui versava, si trova oggi all’apogeo della ricchezza. L’avvocato Faraci era l’anima del popolo di Lipari.

Delibera che il Sindaco in forma ufficiale si rechi a Napoli per riceversi il cadavere, che nulla si tralasci onde il tutto avvenga solenne in onore di un tanto uomo…

I successivi atti coinvolgono il consiglio comunale, il primo il 16 marzo 1911, e il successivo il 17 maggio 1911. Nel corso della prima seduta il consiglio, per commemorare la scomparsa dell’avvocato Faraci deliberò la sospensione della seduta in segno di lutto.

Il signor Presidente nel commemorare con commoventi parole la immatura dipartita dell’illustre assessore avv.to Faraci quale amministratore, cittadino e padre, prega il consiglio sospendere per un’ora la seduta in segno di lutto. Esprime alla famiglia dell’estinto le condoglianze del consiglio.

Nel corso della seconda seduta, si presero in esame le spese sostenute dall’Amministrazione per i funerali.

Il presidente riferisce che appena si ebbe da Napoli la funesta notizia della morte del compianto assessore Faraci la Giunta facendosi interprete dei sentimenti del consiglio e di tutta la cittadinanza, con sua deliberazione presa d’urgenza deliberò che le onoranze funebri, spese di trasporto della salma da Napoli a Lipari, funerali andassero a spese del Comune, allocando sul relativo bilancio la somma di lire 2000.

Che sottoposta tale deliberazione al visto dell’autorità tutoria, l’ill.mo signor Prefetto della provincia non ha credito vistare la deliberazione in parola perché di competenza del consiglio.

Ricorda il bene apportato al Comune dallo assessore Faraci specie pel conseguimento della legge 5 gennaio 1908, e quindi mostrare la civica rappresentanza oggi un sentimento di riconoscenza al caro estinto è opera più che di liberalità doverosa.

Presenta allo esame del consiglio le varie note di tutta la spesa ammontante in totale a lire 1.540,85 e lascia libera la parola ai singoli consiglieri, i quali concordemente applaudiscono la deliberazione presa dalla Giunta il 3 febbraio u.s. ed il consiglio a voti unanimi per alzata e seduta delibera approvare la spesa di che sopra in lire 1.540,84 che saranno tratte dall’art. 100 del bilancio corrente.

Significative le ultime parole inserite nel testamento olografo del sindaco Faraci: (...) “Saluto cordialmente gli amici, specialmente i popolari, i quali mi hanno prodigato tanto affetto, raccomando ad essi la tutela della legge sulla pomice da me iniziata e che costituisce e deve formare la felicità economica del mio amato Paese.

Lipari, 6 gennaio 1911

Scrivevamo così...oggi...lo scorso anno


 

Santo del giorno: San Leone Magno

San Leone Magno


S. Leone visse nella prima metà del fortunoso secolo v, che vide il dissolvimento e lo sfacelo finale dell'impero dei Cesari, e gli effetti meravigliosi del Pontificato cattolico, che trasformò ed avviò l'Europa in quei secoli di ferro alla civiltà cristiana.

Nato in Toscana, ma educato nella città eterna, rivelò fin da principio un ingegno non comune, ingegno che applicava con tutto il vigore della sua verginale giovinezza alla scienza sacra.

Per l'alta dottrina che ben presto raggiunse e per il suo zelo, fu caro al Papa S. Celestino I, che lo creò arcidiacono: fu stimato dal popolo e dai dotti, tanto che il celebre Cassiano gli dedicò i suoi libri sull'incarnazione, chiamandolo « decoro e splendore della Chiesa Romana e del sacro ministero ».

Ma Iddio lo riserbava a cose più grandi. Nell'anno 440, trovandosi Leone in Francia, ove s'era recato per dirimere una enntesa mori S. Sisto III. ed il clero concorde lo elesse Papa. Reduce dalle Gallie, umile e fidente in Dio, abbracciò la sublime e ardua missione, che esercitò in modo sì mirabile da meritarsi il titolo di « Grande ».

Esplicò la sua attività in tutti i campi dello zelo: attese instancabilmente all'istruzione del popolo e alla santificazione del clero che formarono le sue maggiori preoccupazioni. Nel frattempo, col concorso di ricche e pie persone costruì molte chiese.

Fu il martello degli eretici : combattè i Manichei, ma soprattutto smascherò l'eresia di Eutiche, il quale, adulterando il mistero adorabile dell'Incarnazione del Verbo, scuoteva i fondamenti della religione cristiana. E nel Concilio di Calcedonia, dove per ordine suo si erano radunati ben 630 Vescovi, l'eresia di Eutiche e nuovamente quella di Nestorio furono confutate e condannate, principalmente coll'esposizione della lettera che egli aveva inviato a S. Flaviano, capolavoro e monumento dell'antichità cristiana sul dogma dell'Incarnazione.

Leone si prese pure la cura materiale dell'Italia e di Roma, e quando l'imperatore e l'esercito, impotenti a frenare le orde sitibonde del Flagello di Dio, Attila, fuggivano impauriti, il santo Pontefice, fidente nell'aiuto di Dio, si recò sulle rive del Mincio e fece retrocedere il fiero conquistatore. Poco dopo risparmiò pure Roma dalla totale distruzione minacciata dal vandalo Generico.

Questa forza morale per cui Leone s'imponeva perfino agli imperatori più crudeli, era l'effetto della sua umiltà, della sua carità e della sua dolcezza, che lo facevano amare e rispettare non solo dal popolo, ma dai principi e dagli imperatori, dai barbari e persino dagli stessi eretici.

Dopo un pontificato glorioso di ben 21 anni, nel 461 andava a ricevere il premio da quel Dio che aveva tanto amato e glorificato. Fu scrittore profondo tanto che la Chiesa lo dichiarò Dottore. Anzi san Leone è debitore d'una gran parte della gloria che sempre godè nella Chiesa alle sue 69 omelie e 173 lettere, monumenti autentici della sua pietà e del suo ingegno.

PRATICA. — Cerchiamo, nella nostra vita quotidiana, di imitare l'amabilità di questo Santo. 

PREGHIERA. — Deh! Signore esaudisci le nostre preghiere che t'indirizziamo nella solennità del tuo beato confessore e Pontefice Leone e per intercessione dei meriti di lui, che tí servì sì degnamente, assolvici da tutti i peccati.

Buongiorno, oggi è lunedì 10 novembre


 

domenica 9 novembre 2025

Accadde...oggi...nel 2001


 

Guardia di Finanza : Pubblicato il bando di reclutamento per titoli ed esami

È indetto, per l’anno 2025, un pubblico concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 1985 allievi finanzieri così ripartiti:

a) n. 1765 del contingente ordinario di cui:

(1) n. 171 da avviare al conseguimento della specializzazione “Anti Terrorismo e Pronto Impiego (A.T.P.I.)”;
(2) n. 33 da avviare al conseguimento della specializzazione “Soccorso Alpino della Guardia di finanza (S.A.G.F.)”;
(3) n. 1561 destinati ai cittadini italiani non specializzati di cui:
(a) n. 1.093 ai volontari in ferma prefissata e in ferma prefissata iniziale delle Forze armate;
(b) n. 468 agli altri cittadini italiani;
b) n. 220 del contingente di mare di cui:
(1) n. 154 riservati ai volontari in ferma prefissata e in ferma prefissata iniziale delle Forze Armate ripartiti come segue:
(a) n. 60 da avviare al conseguimento della specializzazione “Nocchiere”;
(b) n. 63 da avviare al conseguimento della specializzazione “Motorista navale”;
(c) n. 31 da avviare al conseguimento della specializzazione “Operatore di sistema”;

(2) n. 66 destinati agli altri cittadini italiani ripartiti come segue:
(a) n. 26 da avviare al conseguimento della specializzazione “Nocchiere”;
(b) n. 27 da avviare al conseguimento della specializzazione “Motorista navale”;
(c) n. 13 da avviare al conseguimento della specializzazione “Operatore di sistema”.

Al concorso possono partecipare coloro che abbiano, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, compiuto il 18° anno e non abbiano superato il giorno di compimento:
• del 25° anno di età se concorrenti per i posti riservati ai volontari delle Forze Armate;
• del 24° anno di età se concorrenti per i posti destinati agli altri cittadini italiani.

Il limite anagrafico massimo così fissato è elevato di un periodo pari all’effettivo servizio militare prestato e, comunque, non superiore a tre anni per coloro che, alla data del 6 luglio 2017, svolgevano o avevano svolto servizio militare volontario, di leva o di leva pro-lungato.

Per partecipare è necessario essere in possesso, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda di partecipazione, del diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione ai corsi per il conseguimento della laurea.
Ai volontari delle Forze Armate in servizio al 31 dicembre 2020 ovvero congedati entro tale data è richiesto, se concorrono per i posti a loro riservati, il diploma di istruzione secondaria di primo grado.

La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro le ore 12:00 del 21 novembre 2025, dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo https://concorsi.gdf.gov.it, seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.

Al predetto indirizzo e tramite l’APP Mobile “GdF Concorsi”, disponibile sui servizi di distribuzione digitale Google Play e App Store, potranno essere reperite le informazioni sul concorso e seguiti i relativi esiti.

Stromboli, trabocco di lava dall'area craterica nord. L'Ansa del direttore Sarpi

Lipari, 10 novembre (ANSA)Sullo Stromboli è in corso un trabocco lavico dall'area craterica nord che sta alimentando un flusso lavico nella parte alta della Sciara del Fuoco. L'attività - così come evidenzia l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo - è stata accertata attraverso le analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza.

Il trabocco è accompagnato da una modesta ma continua attività di spattering da almeno due bocche nell’area craterica nord e sta provocando lo scivolamento di materiale caldo sulla Sciara con formazione di sbuffi di polvere scura e rotolamento di blocchi caldi. All’area craterica sud sta continuando la consueta attività esplosiva. (Ansa)

"Inerzia e gestione opaca". La Pro Loco di Stromboli attacca l'Amministrazione. L'articolo del direttore Sarpi sulla Gazzetta del sud del 9 novembre 2025