(NADIA MAIO) Prima udienza a Lipari per il processo che vede indagato Enzo D'Ambra, nella sua qualità di presidente della Pumex, per una vicenda collegata alla realizzazione del pontile di carico dell'azienda con i fondi erogati dall'unione europea tramite la legge 488. Davanti al giudice Roberto Gurini è comparso il capitano Strano della Guardia di Finanza a cui è toccato il compito di riferire i fatti emersi dall'indagine da lui condotta negli anni 2002-2003. Tutto ruoterebbe, secondo gli inquirenti, attorno ad un giro di fatture gonfiate, secondo un meccanismo volto ad ottenere la copertura totale delle spese sostenute e non una parte, come previsto dalla stessa legge, oltre che delle agevolazioni fiscali. Sotto il mirino della guardia di finanza prima, dei giudici ora, soltanto la realizzazione del pontile, rientrante in realtà in un più ampio progetto di finanziamento che si aggirava complessivamente sui 19 miliardi di vecchie lire. Di questi 1 miliardo e 600 milioni sarebbero stati spesi per l'opera in questione. Mirati accertamenti delle fiamme gialle avrebbero tuttavia dimostrato come i costi effettivi sarebbero stati nettamente inferiori, aggirandosi intorno ai 900 milioni.
Tre le imprese coinvolte. Si tratta della Hippocampe Marine Enjeneering lsd. di Malta, vincitrice dell'appalto, e delle due subappaltanti che di fatto hanno svolto i lavori: la Sigma srl, palermitana, per il progetto e la CMI di Pace del Mela, per l'esecuzione. Tra i reati contestati ad Enzo D'Ambra, a quanto pare, anche il falso. L'opera, in quanto soggetta a finanziamenti comunitari, prevedeva un termine di realizzazione. I finanzieri hanno accertato che, nonostante sia stato fatta figurare la conclusione dei lavori entro detto termine, nei fatti essi si siano protratti per un periodo ben più lungo.