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martedì 27 marzo 2012

Agli amici delle isole minori (di Lo Cascio)

Ho letto di alcune perplessità verso il programma de “La Sinistra”, suscitate da una sua impostazione “liparocentrica” che, di conseguenza, trascurerebbe problemi e aspettative delle cosiddette isole “minori” del comune. Credo opportuno affrontare senza tanti giri di parole questo problema, sia per chiarire – se possibile – i dubbi espressi dai concittadini di queste comunità, sia per semplice amore verso la realtà, ma per farlo vorrei partire da una breve premessa. Nei cinque anni durante i quali ho ricoperto la carica di consigliere comunale, a seguito di eventi di particolare rilievo, ho proposto alcune autoconvocazioni del consiglio da tenere a Stromboli o a Filicudi: l’idea non era quella della “gita fuori porta”, ma di portare un confronto politico e un processo di decisione direttamente nell’ambito delle comunità coinvolte o potenzialmente interessate. Purtroppo queste richieste, sottoscritte anche dagli altri colleghi della minoranza, sono rimaste puntualmente inascoltate, grazie alla scarsa attenzione e sensibilità che la maggioranza di centro-destra ha dimostrato (anche) riguardo ai problemi delle isole periferiche. Ricordo anche le iniziative contro lo sfacelo dei lavori portuali a Filicudi, sfacelo tuttora irrisolto, o quelle che promosse sulla pietosa vicenda del progetto sperimentale di raccolta dei r.s.u. “Carretta caretta”, avviato a Stromboli ma stoppato immediatamente per il solo fatto di essere stato proposto da chi non aveva la presunzione di comandare l’isola: interrogazioni, lettere e pellegrinaggi presso la direzione dell’ATO 5 che, purtroppo, hanno messo a nudo soltanto la siderale distanza che separa possibili realtà positive dalle imposizioni di una cattiva politica. Forse non abbiamo ottenuto granché, ma queste vicende poco edificanti – insieme a tante altre – non sono passate sotto silenzio, e ciò è comunque un primo risultato.
Non è di questo, tuttavia, che vorrei parlare. Se leggiamo con serenità il programma, quando lamentiamo il “vuoto sociale e culturale” percepibile nelle nostre isole, proponiamo di mettere a disposizione spazi e immobili comunali per iniziative associazionistiche o di altro tipo che possono sovvertire la lunga latenza delle istituzioni in questo campo; certo, un’amministrazione da sola non colma un vuoto sociale o culturale, ma se mette in atto tutti gli strumenti di cui dispone e fa sistema con le sue comunità, può fornire un fondamentale contributo in questo senso. La rete di musei diffusa, una partnership solida ed efficace con il Parco Archeologico, sono proposte che riguardano tutte le isole, così come lo sono l’obiettivo di realizzare in tempi brevi una ‘casa protetta’ per gli studenti delle isole minori, o di sfruttare in maniera più razionale risorse e tecnologie disponibili, non solo per elevare gli standard qualitativi nelle scuole delle isole minori, ma per garantire diritti essenziali, quelli per lungo tempo negati agli studenti di Stromboli e Panarea – e che ancora oggi si negano agli studenti di Alicudi e Filicudi – quando l’assenza di un collegamento marittimo in fascia oraria adeguata impedisce addirittura di osservare l’obbligo scolastico, dunque viola la legge, e costringe le famiglie a sforzi economici insopportabili; eppure, se consideriamo la profusione di finanziamenti utilizzati per acquistare le lavagne interattive delle nostre scuole, non sarebbe una cosa irrealizzabile.
A parte la vicenda strombolana di “Carretta caretta” già accennata, sui rifiuti il nostro programma parla chiaro: è urgente ripensare interamente la strategia di raccolta e smaltimento dei r.s.u., così come è urgente mettere a punto un sistema che dia informazioni adeguate e premi i comportamenti virtuosi, per recuperare un rapporto di fiducia tra servizio e cittadino ormai molto compromesso. Era così difficile farlo, in tutte le isole? No. Allora, era eccessivamente dispendioso? Assolutamente, anzi ci avrebbe permesso di abbattere drasticamente i costi attuali, insostenibili. E allora, quale è stato il problema? Si potrebbe presumere l’indifferenza, se non fosse che – a fronte della consapevolezza e della capacità propositiva maturate in alcune comunità, e Stromboli in questo senso è il migliore esempio riscontrabile nello scenario eoliano – l’indifferenza come scusa da sola non regge: bisogna volare più in basso.
In materia di ambiente, le nostre proposte mirano a trasformare il “vincolo” in “risorsa”; il caso di Stromboli, dove l’intero territorio dell’isola ricade nell’ambito della Zona a Protezione Speciale e buona parte in quello di una Riserva Naturale Orientata, è molto eloquente: al di là di una potenziale tutela dagli scempi edilizi, quali sono i benefici effettivi di questo regime per la locale comunità? Molto pochi, non abbiamo difficoltà ad ammetterlo. Ma una soluzione coerente al nostro status di destinazione turistica di pregio è dotarci di strumenti più forti, in grado di determinare una reale valorizzazione del territorio e di scovarne i necessari supporti economici nella complessa selva delle risorse comunitarie, e non solo. Lo possono fare un parco nazionale e un’area marina protetta. Stromboli, come altre isole, subisce l’assedio dei “barconi”; si è mai pensato che un’AMP potrebbe razionalizzare gli sbarchi e regolamentare le visite alla Sciara del Fuoco, disponendo che siano effettuate a bordo di mezzi della marineria locale (unici autorizzati a costeggiare le zone protette). Quali ricadute produrrebbe questa semplice, praticabile decisione sull’economia isolana? Esempi del genere potrebbero riempire pagine di un programma, inevitabilmente riassuntivo – invece – per potere essere letto da tutti.
La stessa cosa vale a proposito di “investire nella qualità della vita”: tutte le proposte avanzate hanno una valenza diffusa, non solo circoscritta al territorio di Lipari; o sulla portualità, per la quale cito testualmente il passaggio “chiediamo un’immediata e urgente revisione dei progetti di ‘messa in sicurezza’ previsti dal Genio Civile OO.MM. per i porti delle isole minori, che si stanno rivelando poco funzionali alle esigenze delle comunità che le abitano”. Stiamo assistendo a uno spreco intenzionale di risorse che, una volta “bruciate”, verranno invece negate per interventi realmente funzionali a un miglioramento dei nostri approdi: qualcuno si chiede perché, quale è la causa, quali motivi oscuri – ma nemmeno tanto – hanno ispirato progetti balzani e anacronistici, come quello del molo di Ficogrande a Stromboli?
Forse l’impostazione iniziale di alcune idee – per esempio, quella di trasferire il fulcro dei collegamenti marittimi su Messina – ha suscitato perplessità, ma di queste abbiamo discusso serenamente giungendo alla conclusione che sarebbe più opportuno, per la nuova amministrazione, chiedere un potenziamento di questa tratta, senza ipotizzare l’abbandono di Milazzo (cosa, peraltro, irrealizzabile). Un programma – per chi crede nel valore di questo strumento – non è mai statico, né tantomeno autoreferenziale: durante l’incontro di venerdì 23 marzo abbiamo raccolto molte proposte integrative, che verranno elaborate da gruppi di lavoro già a partire dai prossimi giorni; gruppi composti da persone che, semplicemente, hanno dato la loro disponibilità di tempo, di esperienza e di idee per perfezionarlo. È una scommessa, è la ricerca di un metodo di partecipazione diffusa e capillare, e saremo lieti di ricevere analoghe indicazioni e suggerimenti dai cittadini delle isole periferiche e mai “minori”, perché di “minore” qui c’è solo un vecchio modo di intendere la politica amministrativa, che va messo in soffitta con urgenza per il bene di tutti. Solo da un confronto costruttivo si può migliorare una proposta, quando però si dispone della stessa. Perché, è bene rammentarlo, “La Sinistra” una proposta ce l’ha, ha elaborato un programma, l’ha discusso, reso noto tre mesi prima di avanzare una propria candidatura, pubblicato su un sito web. Quali sono le altre proposte? Quali sono i programmi per una nuova amministrazione? Cosa prevedono per le isole periferiche? Sarei lieto di raccogliere spunti e suggerimenti che possono emergere da un’analisi comparativa, estesa anche a queste proposte che – aspetto non trascurabile – fino ad oggi seguitano però a latitare.
Cordialmente,
Pietro Lo Cascio

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