Ad insospettire Ludovico Albert e Marcello Maisano, attuale dirigente del Dipartimento della Formazione professionale, che presentarono un esposto, è stata la ricezione di una diffida per mancato pagamento di un importo pari a 100 mila euro circa in favore di una società di servizi – Rso. I primi accertamenti svolti dai diretti collaboratori evidenziarono che quella società risultava già beneficiaria della somma oggetto della diffida.
Tuttavia gli approfondimenti disposti dalla dirigenza permise di verificare che l’Iban del conto corrente sul quale era confluita la somma era intestato ad un soggetto diverso dal reale beneficiario, ossia al titolare a Palermo di un’attività commerciale di rivendita di legname, Mario Avara. L’allora dirigente regionale Concetta Cimino, ora in quiescenza, facendo riferimento ad un errore materiale generato dal sistema informatico nella fase di preparazione ed invio telematico del bonifico, richiese la formale restituzione.
Nondimeno, il nuovo dirigente, Marcello Maisano dispose approfonditi accertamenti sulla vicenda verificando che sempre Avara, era stato destinatario di altri mandati di pagamento per ulteriori 100 mila euro, successivi a quelli della prima diffida, in realtà destinati a soddisfare le legittime pretese di un’altra società di servizi – Tecnostruttura. Scattate le indagini, l’attenzione dei carabinieri si è concentrata sui momenti di elaborazione e preparazione dei mandati di pagamento. E gli investigatori hanno puntato i riflettori sul funzionario del Dipartimento, Emanuele Currao.
Gli accertamenti di tipo tecnico incrociati con i riscontri documentali ed altri accertamenti, nonché la ricostruzione del processo di lavorazione dei mandati di pagamento, hanno consentito agli inquirenti di fare emergere comportamenti dolosi volti alla reiterata appropriazione di fondi pubblici, mediante la sostituzione dell’Iban dei conti correnti dei legittimi beneficiari sui relativi mandati di pagamento con i codici Iban relativi a conti correnti intestati ai presunti autori delle truffe. Tale sostituzione si concretizzava all’atto dell’inserimento dei dati sui server della Regione Siciliana. Da qui il nome dell’operazione.
Gli investigatori hanno, inoltre, accertato che, lungo il processo di lavorazione, vi erano delle falle nell’azione di controllo. In particolare, il dirigente Concetta Cimino avrebbe messo a disposizione le sue credenziali di accesso ai sistemi informatici della Regione e avrebbe di fatto consentito di portare a termine le manovre di distrazione di fondi pubblici. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno riscontrato che il sistema ideato da Currao, oltre che a diretto vantaggio del dirigente, avrebbe coinvolto l’imprenditore che aveva ricevuto i bonifici e che gli aveva anche fornito materiale per la realizzazione di un’unità abitativa in legno a Sciacca. L’edificio è stato posto sotto sequestro preventivo.
Tuttavia gli approfondimenti disposti dalla dirigenza permise di verificare che l’Iban del conto corrente sul quale era confluita la somma era intestato ad un soggetto diverso dal reale beneficiario, ossia al titolare a Palermo di un’attività commerciale di rivendita di legname, Mario Avara. L’allora dirigente regionale Concetta Cimino, ora in quiescenza, facendo riferimento ad un errore materiale generato dal sistema informatico nella fase di preparazione ed invio telematico del bonifico, richiese la formale restituzione.
Nondimeno, il nuovo dirigente, Marcello Maisano dispose approfonditi accertamenti sulla vicenda verificando che sempre Avara, era stato destinatario di altri mandati di pagamento per ulteriori 100 mila euro, successivi a quelli della prima diffida, in realtà destinati a soddisfare le legittime pretese di un’altra società di servizi – Tecnostruttura. Scattate le indagini, l’attenzione dei carabinieri si è concentrata sui momenti di elaborazione e preparazione dei mandati di pagamento. E gli investigatori hanno puntato i riflettori sul funzionario del Dipartimento, Emanuele Currao.
Gli accertamenti di tipo tecnico incrociati con i riscontri documentali ed altri accertamenti, nonché la ricostruzione del processo di lavorazione dei mandati di pagamento, hanno consentito agli inquirenti di fare emergere comportamenti dolosi volti alla reiterata appropriazione di fondi pubblici, mediante la sostituzione dell’Iban dei conti correnti dei legittimi beneficiari sui relativi mandati di pagamento con i codici Iban relativi a conti correnti intestati ai presunti autori delle truffe. Tale sostituzione si concretizzava all’atto dell’inserimento dei dati sui server della Regione Siciliana. Da qui il nome dell’operazione.
Gli investigatori hanno, inoltre, accertato che, lungo il processo di lavorazione, vi erano delle falle nell’azione di controllo. In particolare, il dirigente Concetta Cimino avrebbe messo a disposizione le sue credenziali di accesso ai sistemi informatici della Regione e avrebbe di fatto consentito di portare a termine le manovre di distrazione di fondi pubblici. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno riscontrato che il sistema ideato da Currao, oltre che a diretto vantaggio del dirigente, avrebbe coinvolto l’imprenditore che aveva ricevuto i bonifici e che gli aveva anche fornito materiale per la realizzazione di un’unità abitativa in legno a Sciacca. L’edificio è stato posto sotto sequestro preventivo.
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