Carla è una bimba bellissima. È nata venerdì all'ospedale Piemonte di Messina, pesa 2,7 kg, sta bene e presto scoprirà perché attorno a lei, in questi giorni, ci sono state così tante persone con telecamere e macchine fotografiche. La sua storia è, nello stesso tempo, felice e triste. Carla crescerà senza conoscere suo padre, Giancarlo, che se n'è andato quattro anni fa, sconfitto da un male terribile che ha combattuto finché ha potuto.
Eppure di Giancarlo è figlia, a tutti gli effetti, anche se non ancora sotto il profilo legale. È nata grazie all'inseminazione artificiale. Con i campioni di liquido seminale prelevati dal padre quattro anni fa e fecondati dalla madre, molto tempo dopo. Ci sono voluti parecchi anni e tanti sacrifici, ma alla fine Sabrina e Giancarlo hanno coronato il loro sogno, anche se lui non ha vissuto abbastanza per vederlo.
«Avevamo iniziato questo percorso insieme e mi è sembrato giusto portarlo avanti, anche dopo che lui se n'è andato» racconta Sabrina. Giancarlo stava facendo, insieme con la moglie, delle cure per aumentare la fertilità, quando ha scoperto di avere il cancro. Prima di iniziare la chemioterapia, il medico che lo seguiva gli ha suggerito il prelievo di alcuni campioni di sperma. Lui ha acconsentito e poi ha iniziato il percorso di cura.
«Sempre con forza e con il sorriso sulle labbra» scrivono su Facebook i tanti amici della coppia. La sua battaglia purtroppo è finita presto, prima di andarsene ha chiesto alla moglie di continuare a provare ad avere un figlio. «E io ho trovato la forza e il coraggio per andare avanti in questo percorso. I primi tempi ho provato con l'inseminazione in Italia, ma la legge offre un periodo di tempo molto breve per farlo. Così mi sono spostata in Spagna, dove i campioni possono essere utilizzati fino a due anni dalla morte del donatore, e alla fine in Grecia, dove si arriva anche a quattro anni».
Non è stato facile, ma alla fine la buona notizia è arrivata. «Al settimo tentativo sono rimasta incinta. È stata una grande gioia ed è una gioia vedere ora mia figlia, qui con me. È il frutto del nostro amore, mi aiuta a guardare avanti con il giusto spirito. Certo, questo momento ha un sapore agrodolce per me, perché il ricordo è doloroso, ma la nascita di nostra figlia rende tutto più bello».
La prossima battaglia di Sabrina sarà quella che dovrà affrontare per ottenere il riconoscimento della paternità della piccola Carla. La legge italiana, vecchia più di settant’anni, non consente di riconoscere un neonato il cui padre sia scomparso più di 300 prima. «Ma qui non ci sono dubbi su chi è il padre – dice Sabrina – e comunque è sempre la legge a dire che in caso d’incertezza il parere della madre fa la differenza. Appena usciremo dall'ospedale parlerò con il mio legale per cercare di dare a mia figlia il cognome di suo padre. È giusto che sia così».
Per adesso si gode il suo giorno speciale, guarda la piccola Carla e rivede il suo Giancarlo. «Gli somiglia moltissimo – rivela non senza orgoglio la neomamma Sabrina – Hanno gli stessi lineamenti. Ha fatto una bimba uguale a lui».
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