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lunedì 6 giugno 2016

Luoghi culturali da recuperare o da creare nelle Eolie : Museo della pomice di Acquacalda

Per recuperare i luoghi culturali dimenticati il Governo ha messo a disposizione 150 milioni di euro. Fino al 31 maggio tutti i cittadini, amministrazioni e/o associazioni potevano segnalare un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare.
Una commissione ad hoc stabilirà a quali progetti assegnare le risorse. Il relativo decreto di stanziamento sarà emanato il 10 agosto 2016.
A Lipari si deve registrare, tra le altre una iniziativa volta alla creazione del "Museo della Pomice di Acquacalda"
Il Piano di Gestione del Sito Unesco delle isole Eolie, tra le diverse opere previste, elenca la creazione di un Museo della pomice nell’isola di Lipari, avente sede in località Acquacalda, ove esiste una antica “fabbrica” di pomice sottoposta a tutela come bene etnoantropologico con la specifica motivazione di risultare unico contenitore idoneo per la struttura museale in oggetto. La fabbrica, individuata catastalmente al fg. 4, p.lla 183 del N.C.T. di Lipari, costituisce una eccezionale testimonianza di archeologia industriale, documentando altresì in maniera pregnante un’attività estrattivoproduttiva sulla quale si basava un tempo l’economia dell’isola; si tratta infatti di un fabbricato che risulta costruito tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo come mulino per la lavorazione della pomice, avente una superficie coperta di circa 600 mq e un’altezza massima di mt 6,90. Il fabbricato in atto versa in condizioni di fatiscenza a causa della mancata manutenzione della struttura seguita alla dismissione degli impianti verificatasi da oltre 50 anni. La fabbrica, in muratura portante di pietrame lavico e calce, ha l’ingresso principale dalla via lungomare S. Gaetano e confina ad est con vecchio fabbricato e terreno libero di altra ditta, a sud con terreno libero e ad ovest con il torrente Cucco. Essa viene divisa da un fronte di fornacelle di essiccazione presente nella parte fondale in due vani comunicanti tra loro, di cui il più ampio, in direzione nord, un tempo adibito a mulino, il più piccolo, munito di un ingresso autonomo esterno sul lato ovest, a deposito; in prossimità di un accesso esistente nella retrostante porzione di terreno di pertinenza insiste ancora, in buone condizioni di conservazione, una ciminiera in mattoni pieni per lo scarico dei fumi prodotti dalle combustioni dell’impianto. La copertura è, o meglio era assicurata da un tetto a due falde spioventi supportate da capriate in legno con sovrastante manto tegole su orditura in legname. L’interesse etno-antropologico del fabbricato è costituito in specie dalla presenza dell’arco d’ingresso a tutto sesto, abbastanza ampio da consentire un tempo l’accesso ai mezzi con cui venivano ritirati i prodotti pomiciferi per il trasporto e il caricamento su nave; dalla già richiamata presenza dei forni di essiccazione collocati su due piani, di caricamento e di combustione, la cui funzione era quella di essiccare la pomice dopo le preliminari fasi di riduzione delle pezzature e di frantumazione a mezzo di appositi frantoi; dalla grande ciminiera, alta circa 15 mt., edificata in mattoni pieni, di grande spessore architettonico e tale da conferire alla struttura un precipuo interesse archeologico industriale.
E’ un’opera che da decenni la comunità eoliana auspica. Il museo, contribuirebbe ad uno degli obiettivi principali di qualunque istituzione museale: il mantenimento della memoria storica di un fenomeno culturale attraverso la conservazione degli oggetti e la ricostruzione dei contesti socio-economici che ne hanno determinato l'uso, creando nuova occupazione qualificata all’interno delle nostre isole e occasioni di sviluppo per l’intera frazione; all’interno di questa struttura si potrebbe realizzare un museo della cinematografia che ha interessato le cave di pomice, dai documentari ai film, e raccogliere, inoltre, le testimonianze video degli ultimi cavatori di pomice ancora in vita nelle nostre isole.
Come già anticipato ad intestarsi le proposte sono le Associazioni Legambiente Lipari – Eolie Dott. Giuseppe La Greca; Federalberghi Isole Eolie – Dott. Christian Del Bono; Associazione Nesos – Dott. Pietro Lo Cascio; Associazione Amici del Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea - Dott. Angelo Natoli; Associazione ONLUS “Valentino … uno di noi” - Prof.ssa Maria Rosaria Lazzarini

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