Non è Valerio Paolo Labate il responsabile dell’incidente aereo che il 12 agosto 2010 causò la morte di quattro persone. A queste conclusioni è giunto il collegio giudicante del Tribunale di Barcellona (presidente Maria Celi, a latere Fabio Processo e Francesco Alligo) che, dopo una lunga camera di consiglio, ha disposto l’assoluzione dell’imputato perché il fatto non sussiste. Era stata sollecitata anche dal pm Matteo De Micheli, al termine della sua requisitoria, giacché in dibattimento non è stata evidenziata la prova della responsabilità di Labate. Hanno prevalso le tesi difensive formalizzate in aula dagli avvocati difensori Alberto Gullino e Nico D’Ascola, i quali hanno sostenuto, tra l’altro, che il proprietario dell’area non avrebbe avuto obblighi di verificare la movimentazione degli elicotteri e le condizioni di sicurezza. E poi che non vi fosse nesso di causalità tra queste circostanze ed il tragico incidente.
Valerio Paolo Labate, 47 anni, di Reggio Calabria, amministratore delegato della “Nuova Cometra” di Giammoro, doveva rispondere di queste imputazioni: disastro aviatorio colposo, omicidio colposo plurimo aggravato e omessa denuncia del possesso di materiali esplodenti. Era indagato per l’incidente aereo del 12 agosto 2010. Intorno alle 8, un elicottero “Robinson 44”, con a bordo quattro persone che stava per decollare e raggiungere l’isola di Salina – avrebbero dovuto effettuare la riparazione di una motonave – si schiantò all’interno del piazzale dello stabilimento, dopo aver toccato con un’elica il tetto del capannone della ditta. Fu una tragedia, perché il piccolo velivolo, precipitando al suolo, si incendiò. Morirono carbonizzati in quel frangente il pilota Domenico Messina, 35 anni di Barcellona, Davide Taranto, 32 anni di Milazzo imprenditore della navigazione e titolare della “Tarnav”, Pippo Adige di 54 anni, anche lui di Milazzo, imprenditore, ed Enzo Fricia, 21 anni, di Siracusa, dipendente di Taranto.
Labate per questa vicenda fu rinviato a giudizio, adesso, a conclusione del processo di primo grado, è stato assolto da ogni accusa. Deluse le parti civili per la sentenza di assoluzione: erano rappresentate dagli avvocati Antonella Maiorana, Fabrizio Formica, Vincenzo Isgrò, Tommaso Calderone, Pinuccio Calabrò, Maria Spurio e Beniamino D’Augusta.
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