Capita talvolta che fantasia si avvicini alla realtà. Capita anche che i libri precedano fatti che presto accadranno. La letteratura ci porta svariati esempi.
Ma non si pensa mai che una simile cosa accadrà a te e al tuo libro finché non succede. Ed è questa la storia del Terzo relitto, un romanzo ambientato alle Isole Eolie, da me tanto amate, che vede una giovane archeologa, Isabella De Clio, già protagonista de La ladra di ricordi, accanto a un affascinante archeologo subacqueo americano, Paul Anderson. Entrambi alla ricerca di un relitto del terzo secolo avanti Cristo.
L’idea del romanzo è nata guardando dalla costa di Salina il mare che separa l’isola da Lipari. Mille volte osservando la distesa blu che si apriva davanti a me, ho immaginato di tornare indietro nel tempo, a duemila anni fa, quando quelle stesse acque erano solcate da navi romane e fenicie. Ho vissuto altrettante volte, nella mia la fantasia, la battaglia delle Lipari, combattuta nel 260 a.C. nel corso della prima guerra punica. Ho rivisto il volto duro e deciso del comandante romano, Gneo Cornelio Scipione Asina, a cui i romani avevano dato il curioso soprannome perché la più grande paura della femmina dell’asino è l’acqua. Ho sorriso dell’assurdità di affidare il comando a chi avesse paura del mare o lo soffrisse. E dopo avere tanto fantasticato alla fine è nato questo romanzo che lega l’avventura al giallo e in cui tutti sono alla ricerca di un importante relitto.
E in verità già nel settembre del 2014 sui giornali si leggeva la notizia che la Soprintendenza del Mare, guidata da Sebastiano Tusa, con l’aiuto di Salvo Emma e in collaborazione con la società statunitense Global Underwater Explorers, aveva da poco riportato in luce il prezioso carico di quattro relitti di età romana che giacevano da millenni sul fondale del mare delle Eolie, nelle acque tra Panarea e Lipari e che uno, Panarea III, era proprio del terzo secolo avanti Cristo.
Nulla di strano, direte. Dalla notizia al romanzo.
Vero. Se non che il libro, edito a giugno da Salani, era già stato scritto nel 2010 e pubblicato in una prima stesura l’anno successivo con un editore siciliano, Euno Edizioni.
E non che sia raro immaginare un relitto alle Eolie. Ma la coincidenza del fondale, del secolo dell’imbarcazione, la presenza di un cospicuo numero di anfore, la partecipazione di una società americana e di un archeologo americano – da me inventato – , i particolari sulle immersioni dei sommozzatori altofondalisti, la possibilità che una parte dello scafo potrebbe ancora trovarsi sotto il sedimento sabbioso del fondale, mi hanno dato l’impressione, aprendo i giornali del settembre 2014, di vivere in un sogno, di vivere nel mio libro, immaginandomi a quel punto che i miei personaggi – Isabella, Anderson, ma anche Ottavio e Tridente – facessero capolino lì, tra le pagine dei quotidiani che sfogliavo a raccontare con foto e interviste la loro avventura.
L’AUTRICE E IL LIBRO – Barbara Bellomo, laureata in lettere, ha svolto il dottorato di ricerca in Storia antica presso l’Università di Catania e insegna storia alle scuole superiori. Ha pubblicato diversi testi di storia romana è ha esordito nella narrativa con Ladra di ricordi (Salani). In questi giorni torna in libreria con Il terzo relitto (Salani), l’avventurosa storia di Isabella, giovane archeologa siciliana, molto bella e preparata, con un segreto inconfessabile: è cleptomane, sente continuamente il desiderio di rubare oggetti che rappresentino per lei un ricordo. Proprio quando decide di mettere ordine nella sua vita si imbatte in un documento inedito, che le svela la storia di tre vascelli affondati misteriosamente nelle acque delle Eolie durante la Prima guerra punica, mentre difendevano un prezioso carico. Mentre Isabella tenta di ricostruire la verità storica dei fatti, una sub esperta perde la vita nella campagna di recupero dei relitti, in circostanze misteriose; allora la ricerca si trasforma in una vera e propria indagine, nel passato e nel presente, carica di suspense e di suggestivi paesaggi marini.
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