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mercoledì 14 giugno 2017

Lipari, riflessione post- elettorale. Si faccia "valere" il mandato ricevuto dagli elettori e non l'ascensore per "salire in alto"

Le elezioni a Lipari hanno portato nel complesso  rinnovamento e  freschezza.  
I risultati elettorali, se da una parte hanno riconfermato un Sindaco che, nel mandato precedente  ha ricevuto più di qualche critica, accusato  di assenza di grande coraggio e di non avere fatto scelte strategiche, dall’altra hanno mostrato l’affermarsi di diversi consiglieri comunali giovani, con poca esperienza ma con molta volontà di impegnarsi.

 Il voto di genere ha premiato chi è stato capace di gestirlo ma ha dato risalto anche a chi, durante la scorsa amministrazione, ha lavorato con disponibilità, impegno e continuità.

Va sottolineata la bella affermazione del PD che, considerate le sovrapposizioni, ha preso con i propri rappresentanti, tutti e 4 eletti, almeno 2000 voti.

I cittadini del Comune di Lipari, nonostante l’emergere di alcune posizioni conflittuali durante la campagna elettorale,  che si sono poi rivelate senza conseguenze, hanno votato i  rappresentanti del PD della lista Giorgianni,  considerandoli persone affidabili a cui delegare la politica comunale.

I risultati e l’ordine dei voti ricevuti dagli 11 eletti dimostrano  poi ulteriormente le scelte fatte dai cittadini ed ogni interpretazione diversa da questa  appare solo come scusa o giustificazione del proprio insuccesso.

Visti i risultati, Il PD, unico partito strutturato a livello comunale, ha realmente  la possibilità di dare un indirizzo al futuro della politica delle Eolie. Deve però essere capace di ritrovare al proprio interno, tra i propri sostenitori e tra i propri eletti. una nuova unità di intenti

E’ importante che i giovani che iniziano a far politica visto che, come dice il filosofo Massimo Cacciari, ormai non è più tempo di rottamazione ma di ricerca di sicurezza, ascoltino chi ha più esperienza e facciano delle scelte che integrino i legittimi interessi personali con gli obiettivi che possono far crescere una comunità.

Il voto ricevuto nasce anche dall’espressione di un’ appartenenza e tale appartenenza è responsabilità. 

Appartenere  significa , in alcuni casi, sacrificio personale. A volte ci si sacrifica volontariamente per un obiettivo più generale, per una idea più condivisa, per raggiungere valori più elevati.

L’appartenenza non può essere un “ascensore” non si può  appartenere a giorni alterni, finché la cosa può essere utile.

E’ il momento di non ascoltare le sirene ma di fare scelte e valori di appartenenza, di prendere la responsabilità  che discende dal popolo, dagli elettori che  hanno votato la propria rappresentanza. Nel consiglio comunale si è forti perche si rappresentano gli elettori. Consiglieri si è per un intero mandato mentre, assessori, fino a che va bene al Sindaco.

La forza è il proprio  mandato popolare. E’ in base a questo mandato che si ha una leadership.  Uscire, fare scelte di “tradimento” dell’elettorato può portare a risultati anche importanti ma di breve termine.

Non rispettare chi ti ha votato e che votando voleva  proprio te significa perdere la propria forza e diventare vassallo di chi propone l’allontanamento dalla tua matrice, forse per rafforzare la sua.


Meglio essere forti insieme che raccogliere da soli le briciole che cadono dalla tavola del potente di turno.

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