Le elezioni a Lipari hanno portato nel complesso rinnovamento e freschezza.
I risultati elettorali, se da una parte hanno riconfermato un
Sindaco che, nel mandato precedente ha ricevuto più di qualche critica, accusato di assenza di grande coraggio e di non avere fatto scelte
strategiche, dall’altra hanno mostrato l’affermarsi di diversi consiglieri comunali
giovani, con poca esperienza ma con molta volontà di impegnarsi.
Il voto di genere ha
premiato chi è stato capace di gestirlo ma ha dato risalto anche a chi, durante
la scorsa amministrazione, ha lavorato con disponibilità, impegno e continuità.
Va sottolineata la bella affermazione del PD che,
considerate le sovrapposizioni, ha preso con i propri rappresentanti, tutti e 4
eletti, almeno 2000 voti.
I cittadini del Comune di Lipari, nonostante l’emergere di
alcune posizioni conflittuali durante la campagna elettorale, che si sono poi rivelate senza conseguenze, hanno
votato i rappresentanti del PD della
lista Giorgianni, considerandoli persone
affidabili a cui delegare la politica comunale.
I risultati e l’ordine dei voti ricevuti dagli 11 eletti dimostrano
poi ulteriormente le scelte fatte dai
cittadini ed ogni interpretazione diversa da questa appare solo come scusa o giustificazione del
proprio insuccesso.
Visti i risultati, Il PD, unico partito strutturato a
livello comunale, ha realmente la
possibilità di dare un indirizzo al futuro della politica delle Eolie. Deve
però essere capace di ritrovare al proprio interno, tra i propri sostenitori e
tra i propri eletti. una nuova unità di intenti
E’ importante che i giovani che iniziano a far politica
visto che, come dice il filosofo Massimo Cacciari, ormai non è più tempo di
rottamazione ma di ricerca di sicurezza, ascoltino chi ha più esperienza e
facciano delle scelte che integrino i legittimi interessi personali con gli
obiettivi che possono far crescere una comunità.
Il voto ricevuto nasce anche dall’espressione di un’
appartenenza e tale appartenenza è responsabilità.
Appartenere significa
, in alcuni casi, sacrificio personale. A volte ci si sacrifica volontariamente
per un obiettivo più generale, per una idea più condivisa, per raggiungere
valori più elevati.
L’appartenenza non può essere un “ascensore” non si può appartenere a giorni alterni, finché la cosa
può essere utile.
E’ il momento di non ascoltare le sirene ma di fare scelte e
valori di appartenenza, di prendere la responsabilità che discende dal popolo, dagli elettori che hanno votato la propria rappresentanza. Nel
consiglio comunale si è forti perche si rappresentano gli elettori. Consiglieri
si è per un intero mandato mentre, assessori, fino a che va bene al Sindaco.
La forza è il proprio mandato popolare. E’ in base a questo mandato
che si ha una leadership. Uscire, fare
scelte di “tradimento” dell’elettorato può portare a risultati anche importanti
ma di breve termine.
Non rispettare chi ti ha votato e che votando voleva proprio te significa perdere la propria forza
e diventare vassallo di chi propone l’allontanamento dalla tua matrice, forse
per rafforzare la sua.
Meglio essere forti insieme che raccogliere da soli le
briciole che cadono dalla tavola del potente di turno.
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