«Credo che la sensazione che si prova a nuotare a pelo d'acqua sia molto vicina a quella che si provi volando. Se la vivi una volta, non riesci più a farne a meno». A parlare è un ingegnere di Piea, Vincenzo Notarianni, 50 anni che sta affinando gli ultimi preparativi per una impresa mai tentata prima: la traversata a nuoto, in solitaria, dall'isola di Stromboli a Tropea. Ed impresa è il termine giusto per definire la sua scommessa. Qualche numero per dare l'idea dell'imponenza della sfida: 60 chilometri di mare aperto, attraversato da numerose correnti contrarie; tempo previsto di percorrenza fra le 25 e le 30 ore. Senza mai fermarsi. Neppure di notte. Solo qualche stop, restando sempre in acqua, per alimentarsi. Difficile immaginare un uomo che si tuffa in acqua dalla spiaggia di Scari alle 7 del 2 agosto e comincia a mulinare le braccia smettendo solo alle 13 del giorno dopo, sulla spiaggia di Tropea.
Eppure questa è l'intenzione del determinatissimo ingegnere di Piea, padre di tre figli, con una passione sfrenata per l'acqua e il nuoto.
Nobilissimo lo scopo di tale sfida: sollevare l'attenzione sulle quotidiane difficoltà delle famiglie con figli autistici e sostenere l'aiuto a Telethon per la ricerca sulle malattie rare. Proprio una delegazione della Fondazione Telethon, che di maratone se ne intende, visto che ha inventato quella televisiva di raccolta fondi, sarà presente all'arrivo di Notarianni, sulla spiaggia di Tropea, per ricordare a tutti che la ricerca non si ferma mai, neppure d'estate e che grazie al contributo di tante persone, ogni anno si fanno passi da gigante nella cura di malattie per le quali non vi sarebbe “convenienza” a trovare soluzioni, visti i risicati numeri di malati.
L'ingegner Notarianni si prepara da solo da due anni a questa incredibile sfida che non è mai stata tentata prima, su quel tratto.
Nonostante un lavoro impegnativo di dirigente aziendale e i tre figli, ogni giorno riesce a strappare le ore necessarie ad allenarsi, nuotando per almeno 10 chilometri nella piscina più vicina al posto di lavoro o di vita.
E, appena c'è l'occasione, si mette alla prova in mare aperto, partecipando alle gare di resistenza da 24 o 36 ore. Consecutive.
Ma quella da Stromboli a Tropea è una prima assoluta anche per lui. Nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo su quella traversata, ha nuotato per qualche tratta, quello con le correnti più insidiose, ma il percorso completo sarà fatto solo il 2 e 3 agosto. Buona la prima, dunque.
Quando sarà in acqua, a nuotare per 30 ore di seguito, Notarianni sarà seguito da una barca sulla quale saranno presenti due capitani che si alterneranno al comando, un medico pronto ad intervenire in caso di malore, un fotografo che riprenderà l'impresa e i suoi tre figli, fra i quali il piccolo Pietro che quest'anno riceverà la grande sfida del padre come regalo di compleanno. Davanti a lui una canoa d'appoggio che indicherà la rotta, anche di notte grazie ad una lampada collocata a poppa, a pelo d'acqua. Notarianni indosserà la muta per evitare il più possibile la dispersione di calore, soprattutto nelle ore notturne.
Ma non sarà una sfida del tutto solitaria. L'ingegnere invita tutti coloro che vorranno fare un tratto di mare insieme a lui, a contattarlo alla sua mail privata (v.notarianni@gmailcom) per prendere accordi. Nuotargli accanto, anche se per poche bracciate, sarà un gesto di condivisione della causa per Telethon e per sostenere i ricercatori impegnati anche loro, seppur in altro settore, nella estrema impresa di trovare cure a malattie terribili e quasi sconosciute.
«Più si avvicina la data della traversata, e più sono agitato – confessa l'ingegner Notarianni che può però contare su un grande autocontrollo – Non ho tanto paura della stanchezza o della tenuta dei miei muscoli; quella so gestirla bene. A spaventarmi è il comportamento delle correnti marine e le condizioni meteo contro le quali nulla posso».
La partecipazione a precedenti maratone del mare gli ha insegnato molto. «Non esiste alcun allenamento che ti possa preparare al fatto che quando sei in acqua a due miglia dalla costa sei un ospite e non il protagonista. La natura, in questo spazio fisico e mentale, è veramente forte e ti impone un fantastico esercizio di umiltà».
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