(di Michele Giacomantonio) Oggi, 1 maggio, festa del lavoro, la Chiesa dedica questo giorno a San Giuseppe artigiano. Una festa istituita il 1 maggio del 1955 da Pio XII in occasione del grande raduno promosso dalle ACLI nella ricorrenza del loro decimo anniversario e per ringraziare il Santo Padre di avere accettato la loro richiesta di dare alla festa del primo maggio un carattere religioso per farne una festa unitaria capace di andare oltre la frattura dell’unità sindacale del 1948.
Veramente molti nelle ACLI si aspettavano che la festività venisse dedicata a ” Gesù divino lavoratore” ma come lo stesso padre Aurelio Boschini, vice assistente centrale delle ACLI ebbe a dire, questa possibilità era stata scartata da Papa Pacelli per l’ostilità del Santo Ufficio che giudicava l’ipotesi troppo… classista.
Il problema si ripropose l’anno seguente con la celebrazione a Milano del 1° maggio internazionale a cui avevano preso parte venti delegazioni estere. Il giorno stesso una statua di Cristo lavoratore proveniente dal raduno di Milano scendeva, trasportata da un elicottero, sul sagrato di Piazza San Pietro sotto gli occhi di Pio XII che era alla finestra del suo appartamento mentre in piazza una grande folla applaudiva. Questa scena è stata inserita nel film La dolce vita di Federico Fellini.
La statua fu portata il giorno dopo dinnanzi al Papa nell’udienza concessa alla delegazione del convegno internazionale guidata dal presidente nazionale delle ACLI Dino Penazzato e dall’Assistente centrale Mons. Luigi Civardi.
Papa Pacelli vista la statua esclamò .”Bello questo S. Giuseppe artigiano”. Mons. Civardi cercò di interloquire dicendo “Ma Padre Santo, è Gesù Divino Lavoratore”. Il papa guardò Civardi, guardò i membri della delegazione e rivelò la posizione del Santo Uffizio, concludendo: ”Si, ecco, Divino Lavoratore può essere accettato”, (da A.Boschini, Chiesa e ACLI, Edizioni Dehoniane, 1975 pagg.37-38). In realtà anche “San Giuseppe lavoratore” parve troppo ardito e ci si dovette contentare di “San Giuseppe, artigiano”.
Ma il grande significato politico di questa festa era che la Chiesa sceglieva l’unità dei lavoratori e metteva il “crisma cristiano” su una festività nata da un movimento, quello operaio, che , in grande maggioranza, soprattutto all’esordio, le era ostile.
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