(dalla Gazzetta del sud- Articolo di Domenico Bertè) Nei quasi due anni di pandemia, non sono certo mancate le misure economiche straordinarie che hanno dato l'occasione alle famiglie messe in ginocchio dalle mille restrizioni di potersi, quanto meno, garantire la sussistenza minima.
Fra queste misure, una delle più significative, è stata quella messa in campo dalla Regione. Nella legge di stabilità 20-22 del maggio dell'anno scorso alla voce “Interventi a favore delle famiglie siciliane” vennero appostati 100 milioni di euro: 30 in quota Fse e 70 in quota Poc. Sono stati messi a disposizione dei Comuni dell'Isola per le fasce sociali più deboli che non riuscivano a far fronte alle esigenze primarie: dagli alimenti alle medicine passando per i prodotti per l'igiene. Soldi che, per esempio, a Messina sono serviti a finanziare una parte delle nove “campagne” della Family Card.
Su questi fondi la Cgil e la Spi Cgil, il sindacato dei pensionati, hanno fatto una ricerca approfondita che ha fatto emergere che ci sono molti comuni che sul treno degli aiuti per la pandemia, non sono saliti lasciando sul piatto molti milioni di euro che avrebbero fatto comodo ai cittadini di quei territori.
Solo per la provincia di Messina, 15 comuni hanno rinunciato al finanziamento loro destinato e quantificato su base proporzionale rispetto alla loro popolazione. Questi 15 comuni non hanno “incassato” 670.306 euro loro destinati.
Altri 8 comuni sono stati dichiarati decaduti e quindi hanno “perso” 271.950 euro. In base al decreto dirigenziale dell'assessorato alla Famiglia dello scorso luglio in tutta l'Isola sono 43 i comuni che hanno rinunciato alla quota dei Poc per 2.3 milioni, altri 36 non hanno fatto pervenire alcuna manifestazione d'interesse (era il primo dei due step necessari per ottenere le somme) per 5,2 milioni. Totale 7,5 milioni per 79 comuni, fra cui Siracusa. Tutto questo nonostante i solleciti della regione e le istruzioni operative.
In provincia di Messina - come evidenziato dalla ricerca di Cgil e Spi Cgil - i 15 comuni rinunciatari sono: Cesarò ( che aveva a disposizione 32.354 euro), Floresta 6.594, Fondachelli Fantina 15.092, Furnari 53.480, Lipari 179.494, Malvagna 9.324, Militello Rosmarino 17.766, Patti 185.010, Roccella Valdemone 8.778, San Pier Niceto 38.262, San Salvatore di Fitalia 17.402, San Teodoro 18.718, Santa Domenica Vittoria 13.020, Santa Marina Salina 12.376, Torrenova 62.636. Totale, come detto, 670.306 euro. Poi ci sono altri 8 comuni decaduti: Alì 10.276, Caronia 44.996, Novara di Sicilia 17.976, Pace del Mela 87.388, Reitano 10.808, Rodì Milici 28.084, Saponara 54.110, Valdina 18.312; totale 271.950 euro. Messina ha fatto la richiesta e ha portato a termine la procedura per complessivi 3.255.770 euro. Sulla scorta di questa ricerca affinata da Pina Teresa Lontri, responsabile del dipartimento politiche sociali dello Spi, il sindacato analizza come «Alcuni comuni hanno deciso di non aderire completamente alla possibilità di avere attribuite delle somme per finalità socio-economiche, mostrando dunque un totale disinteresse e una immotivata indolenza - dicono Giovanni Mastroeni segretario generale della Cgil e Gaetano Santagati segretaraio dello Spi - altri, per la mancata adesione, hanno addotto quale motivazione una non ben definita complessità delle procedure per accedere ai fondi e/o di avere in organico personale non idoneo per lo svolgimento di tale lavoro, motivi questi che avrebbero dovuto spingere le amministrazioni interessate a chiedere agli uffici regionali la giusta collaborazione e assistenza. Simili comportamenti, a maggior ragione se posti in essere e consumati in danno delle fasce più deboli della popolazione, non possono avere alcuna giustificazione. Nessuno va lasciato solo e nessuno va abbandonato, mentre qui possiamo affermare che famiglie in stato di bisogno sono state completamente ignorate. I 23 comuni della nostra provincia saranno chiamati a spiegare i motivi che li hanno indotti a trascurare la possibilità di offrire delle condizioni di vita migliori alle famiglie bisognose». Entro la fine del mese scorso, i restanti 85 comuni avrebbero dovuto presentare una puntuale documentazione su come hanno speso la prima metà dei fondi e quindi ottenere la seconda. «Vigileremo - dicono Mastroeni e Santagati - affinché vengano impiegate tutte le somme concesse a favore delle famiglie bisognose i quali diritti non vanno negati, ancor più se per negligenza».
NDD DI EOLIENEWS - SIN QUI, QUANTO RAPPRESENTATO DA CGIL, SPI CGIL E SINDACATO DEI PENSIONATI. CI AUGURIAMO DI SENTIRE PRESTO LA CAMPANA DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI INTERESSATE
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