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martedì 3 maggio 2022

Insularità, vantaggi e svantaggi (di Peppuccio Subba)

     Insularità vantaggi e svantaggi 


Il disegno di Legge Costituzionale sull’insularità è stato approvato, in seconda deliberazione, dal Senato. Manca solo il sigillo della Camera dei deputati per il via libera definitivo.

Tenuto conto della ratio dell’art. 119 della Costituzione, all’interno della quale la nuova disposizione si colloca, lo Stato si deve assumere il compito principale di rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità.

Del resto è proprio l’art. 119 che, al quinto comma, attribuisce allo Stato il compito – per molti aspetti analogo alla norma in commento – di destinare risorse aggiuntive ed effettuare interventi speciali in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni, per promuovere lo sviluppo economico, la coesione, la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni.

Tale norma è vigente dal 2001 quando, con Legge costituzionale n. 3, fù sostituito l’art. 119.

Nel 2014 fù costituita l’Agenzia per la coesione territoriale per dare attuazione ai principi contenuti nel comma 5 dell’art. 119.

L’Agenzia ha il compito di promuovere lo sviluppo economico e la coesione al fine di eliminare il divario territoriale all’interno del paese e rafforzare la capacità amministrativa della Pubblica Amministrazione.

Nel periodo 2014 – 2020 l’Agenzia ha finanziato i programmi operativi regionali e nazionali per un importo pari a 144 miliardi di euro di cui 46 unionali.

Con la proposta di Legge Costituzionale, ora all’esame della Camera, la Repubblica:

·         riconosce la peculiarità delle isole;

·         promuove misure necessarie e rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità.

In questo quadro, una completa attuazione dell’art. 119, dovrà assicurare interventi mirati a contrastare lo svantaggio naturale dei territori insulari e garantire alle loro collettività un’effettiva parità con i cittadini della terraferma nel godimento dei diritti individuali e inalienabili.

Gli interventi, finalizzati e rimuovere gli svantaggi, devono tenere conto delle realtà territoriali.

Nell’elenco dei 33 comuni, che amministrano le piccole isole marittime italiane, destinatari di risorse e interventi, il primo posto deve essere riservato al comune di Lipari perché è l’unico in Italia che gestisce 6 piccole isole e un territorio insulare (la piccola frazione di Ginostra nell’isola di Stromboli raggiungibile solo via mare).

Ma Lipari è anche uno dei comuni più complessi del mondo perché, oltre al frazionamento territoriale, è sede di due vulcani attivi (Stromboli e Vulcano) che creano stati di emergenza, riconosciuti con provvedimenti governativi.

Nel passato la classe politica regionale e nazionale riconosceva le difficoltà del comune e adottava provvedimenti legislativi per attenuarle.

Da alcuni decenni l’attenzione è scomparsa e vi è stato un deciso “cambio di rotta”.

Infatti, giorno dopo giorno, vengono ridotti o soppressi importanti servizi e vengono imposti balzelli costringendo le comunità isolane a sopportare disagi e privazioni insopportabili.

Mentre il Parlamento, in modo unanime, sta per varare un provvedimento legislativo di rango costituzionale, volto a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità, corre notizia che dal 10 corrente le tariffe per i trasporti marittimi, finanziati dallo Stato, aumenteranno del 50% per residenti e del 35% per i non residenti.

Sicuramente il provvedimento di inasprire i costi della mobilità nelle piccole isole è stato adottato da qualche funzionario poco informato sull’attività legislativa del Parlamento.

Per i maggiori costi dei carburanti basta impinguare il capitolo del bilancio statale su cui è stanziata la spesa corrente per i finanziamenti alle società che effettuano i collegamenti marittimi nelle piccole isole.

Addossarli su coloro che vivono e operano in queste difficili realtà insulari comporterà un ulteriore aumento dei costi per i “pellegrinaggi” nella terraferma per usufruire di servizi indispensabili non garantiti in loco.

Chi ha il potere e il dovere segnali ai vertici statali quest’ultima STRAMBERIA che invece di rimuovere gli svantaggi li incrementa.

                                                                 Peppuccio Subba

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