Le isole perdute dell'Oceano Tenebroso
Nel corso del Medioevo e per buona parte del Rinascimento l’Atlantico centro-settentrionale è popolato da innumerevoli isole, reali ed immaginarie, alcune fonte di scoperte e colonizzazioni, altre remote ed incognite, alcune senza particolari caratteristiche, altre piene di meraviglie; apparse in primo luogo nelle utopie e nei mondi fantastici della letteratura medievale, e successivamente negli isolarii.I Greci sono stati i primi che hanno raccontato di isole nel lontano Occidente.
Nel corso del Medioevo l’oceano è ancora una vasta distesa sconosciuta, palcoscenico delle più fantasiose storie marinaresche. Diversi marinai, gettati in alcune di queste isole dalle tempeste, avevano dato una fugace occhiata, e riusciti a tornare nei porti europei, raccontarono delle confuse descrizione di ciò che avevano visto; i cartografi, rifacendosi a descrizioni vaghe, forse anche di seconda o terza mano, abbozzarono delle isole dalle forme insolite.
Nelle carte e nelle mappe dell'epoca, inoltre, non c'è una distinzione tra le isole reali e quelle fantastiche, e spesso si trovano le une accanto alle altre. La cartografia, infatti, anche se in espansione, è il prodotto di due tendenze distinte: da un lato, del desiderio di produrre mappe che riflettevano le nuove scoperte; dall'altro, del mito e della tradizione.
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Quasi tutte le isole dell'Oceano Tenebroso scompariranno nel corso degli ultimi tre secoli, di loro restano resoconti fantastici e presunte identificazioni.Attraverso questa breve guida proveremo a ripercorrere le loro storie e le loro rotte, ispirandoci alle parole di J. Le Goff “una storia senza immaginario è una storia mutilata, disincarnata”.
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