Partendo da un topos del cinema (il viaggio per ritrovare se stessi), il film Netflix Dalla paura all’amore porta la sua protagonista a confronto con un trauma doloroso, emotivo e pesante da portarsi dietro.
LA TRAMA DEL FILM DALLA PAURA ALL’AMORE
Sara (Elise Schaap), la protagonista del film Netflix Dalla paura all’amore, arriva a Stromboli, nelle isole Eolie, con una bottiglia di vodka, una valigia e degli occhiali da sole fin troppo grandi. Non è del tutto chiaro cosa stia cercando sulla piccola isola vulcanica ma diventa presto evidente come sia in fuga dalla sua stessa famiglia.
Ed è così che, dopo una notte di bagordi, finisce per imbattersi accidentalmente in Jens (Christian Hillborg), un guru danese in ritiro che la costringe a confrontarsi con i propri demoni: un matrimonio allo sfascio, una famiglia adolescente che non vuole più parlarne, una certa tendenza al bere e un trauma infantile che ancora la perseguita. Nel gruppo di Jens, ha la possibilità di confrontarsi con altre persone, dal nevrotico miliardario Harold (Tim McInnermy) al taciturno Hans (Peter Embrechts), ognuno alle prese con i propri tormenti da vincere attraverso esercizi e giochi di ruolo.
Solo smettendo di odiarsi, Sarà potrà superare dolori e sensi di colpa profondamente nascosti, ritrovando il suo vero benessere e vincendo ogni sua vulnerabilità e insicurezza.
RITROVARE SE STESSI
“Nell’ultimo anno ho discusso molto della storia di Sara”, ha raccontato Michiel van Erp, il regista del film Netflix Dalla paura all’amore. “Per via delle atrocità che ha vissuto durante l’infanzia, Sara è una donna estremamente vulnerabile, sebbene in apparenza sembri superficiale per via dell’armatura che si è costruita negli anni”.
Tuttavia, la vulnerabilità di Sara viene pian piano alla luce quando prende parte a Stromboli, sullo sfondo di un paesaggio paradisiaco, al ritiro del guru Jens. “Sara ritrova se stessa in un ambiente a tratti anche risibile, per usare un eufemismo”, ha continuato il regista. “È circondata da anime erranti come lei. Per me, la ricerca interiore di Sara è centrale: il trauma infantile che ha subito ha minato drammaticamente la sua sessualità e il suo senso di colpa. Tuttavia, seguendo le orme del romanzo di Saskia Noort, ho voluto che ci fosse un buon equilibrio tra il tono umoristico della narrazione e lo struggente nucleo della storia”.
La ricerca di se stessi è un tema caro al regista del film Netflix Dalla paura all’amore. Ha infatti diretto già diversi documentari e un lungometraggio di finzione che affrontavano lo stesso tema. “Molti dei miei documentari parlano di persone disabili che provano a farcela o a capovolgere le proprie esistenze tra tentativi ed errori. Questi elaborano i propri traumi, perseguono i loro sogni e cercano di ottenere il massimo dalla vita. Anche il mio primo film aveva lo stesso tema, affrontato da un gruppo di ragazzi che devono scoprire chi sono, cadendo e rialzandosi”.
Ma centrale nella storia di Sara rimane il gruppo di persone in ritiro, un’esperienza che il regista ha dichiarato di conoscere da vicino. “Nel mio passato da documentarista, ho seguito una dozzina di ritiri per motivi diversi. È un mondo che mi intriga particolarmente perché ammiro tutti coloro che decidono di affrontare di petto i loro problemi. Questo è il motivo per cui durante la settimana di ritiro affrontata da Sara ho inserito diversi personaggi da approfondire. Sono tutti restii a vedersi dentro ma finiranno con lo riscoprirsi, il lasciar cadere le maschere e il diventare persone in carne e ossa”.
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