IL RISPETTO - LA DECENZA
Ho letto negli ultimi tempi
una serie di opinioni sul come, sul quanto, sul dove e sul perché di certe
scelte, di certi atteggiamenti, di certe azioni che, a seconda di molti, non
rappresentano la realtà, non rappresentano la giusta soluzione, non
rappresentano il giusto vivere degli eoliani o dei liparoti, non rappresentano
la giusta quantità di interventi, non rappresentano sul dove intervenire e sul
perché intervenire.-
Le risposte che si possono
dare sono molteplici, sono di ogni “natura”, basta che vadano inquadrate in
contesto che sia ben identificabile, che non lascino dubbi di sorta, che non
siano di tempistiche bibliche, ma questo a chi ha espresso le proprie opinioni
non interessa più di tanto, si chiede – a volte, anzi spesso – si pretende di
avere tutto e subito, comportamenti questi che non possono mai collimare, con i
tempi di attuazione di qualsiasi intervento a qualsiasi livello.-
Dobbiamo partire dal dare le
definizioni dei due termini del nostro titolo ovvero:
Rispetto: riconoscimento di
una superiorità morale o sociale, manifestata attraverso il proprio
atteggiamento e comportamento – disposizione ad astenersi da atti offensivi o
lesivi – implicito riconoscimento di un diritto;
Decenza: decoro, convenienza,
pudore in armonia con il rispetto dovuto alle esigenze morali e del vivere
civile.-
Fatte queste due
precisazioni, mi sembra che molto calzante sia la seconda, un aggettivo che
fotografa appieno la situazione eoliana da sempre; il rispetto oltre alla
definizione di prima, diciamo che si acquista, si ottiene mettendo in atto
delle azioni che dimostrino l'alto senso di moralità e socialità, che si
acquista attraverso i propri atteggiamenti i propri comportamenti che,
dovrebbero essere improntati ad una correttezza ed onestà tanto dimostrabili,
da essere al di sopra di ogni dubbio.-
La decenza invece, da tutti
viene quasi spesso, accostata ad atti materiali, personali, di pubblica
decenza, come se si trattasse solo ed esclusivamente di un fatto
comportamentale, al di sopra delle righe specialmente in contesti di carattere
sessuale. Sappiamo benissimo che non è così, che chi vuole farci credere tutto
questo o vive fuori dalle righe o vive in un suo mondo del tutto particolare,
che poco ha a che vedere con la realtà quotidiana, di chi non riesce ad avere
certezze, di non avere possibilità, di vivere in quasi miseria; la decenza è
quel senso di pudore, quel senso di orgoglio, quel senso di grande dignità che
invece contraddistingue quelle persone, che giornalmente compiono i salti
mortali, enormi sacrifici per poter – sopravvivere -, e tutto viene e si
armonizza, o si dovrebbe armonizzare, con il grande senso di rispetto e di
diritto (torniamo all'aggettivo di prima) che sono insiti a quelle che sono le
esigenze morali, sociali, personali e del vivere civile.-
Vivere civile cosa potrebbe
significare per tutte quelle persone, che di civile gli è rimasto solo una grande dignità, una grande umiltà,
una grandissima onestà ?
Vivere civile cosa dovrebbe
rappresentare, per chi ha l'obbligo non solo morale, di dare benessere,
progresso, umanità, dignità e che invece, anche se a malincuore affrontano la
questione; rappresenta per loro, invece un non senso, un abbandono più o meno
celato, un disprezzo anche verso coloro che nelle stesse loro, situazioni li
contestano, quel senso di arroganza e di presunzione propri di chi coniuga –
ego e non nos.-
Tutti noi sappiamo che le
norme legali, sono fondamentali sono quelle che regolano, o dovrebbero farlo, la
vita civile di una qualunque comunità, che si fonda sulla democrazia e sulla
partecipazione di tutti, non di una sola parte o dei suoi più accaniti fans,
sappiamo, invece, anche dell'esistenza
di leggi non scritte, tra tutti quei due aggettivi prima detti, questi non
stanno scritti nei vari codici di procedura civile o penale, non sono soggetti
a tribunali di sorta, a colleggi più o meno democratici; sono semplicemente
l'essenza, il collante che determina la qualità del vivere civile e morale di
una collettività. Queste leggi bisognerebbe impararle a memoria, ricordarle
sempre in ogni momento della giornata e del proprio lavoro, sono frutto di
educazione, di apprendimento, di cultura e dovrebbero trovare sbocco, in certi rappresentanti
istituzionali, i loro riferimenti primari; sono doti che certamente non si
possono trovare o comprare in un qualsiasi supermercato.-
L'uomo per natura è un
animale dotato di voce, di ascolto, di amor proprio, di saggezza, di prudenza,
principalmente è dotato del discernimento (il bene e il male), quel plus che ci
distingue dagli animali, ma tutto questo non è mai messo in essere e, come
diceva e scriveva, George Barnard Shaw, < … gli uomini sono gli unici
animali di cui veramente ho paura … >
Bartolino Ferlazzo
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