COMUNICATO ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Diversamente da quanto riportato dal Quotidiano di Sicilia che il 29 aprile scorso ha intervistato il Sindaco di Lipari Riccardo Gullo, quello con le Associazioni sul tema del suolo pubblico non è un braccio di ferro ma un confronto che parte da lontano e che ha dato vita a un tavolo tecnico voluto da ambo le parti; l’auspicio è che questo presto produca degli atti concreti.
Non si tratta di una contesa: si
vince nell’interesse del territorio o si perde tutti insieme.
Ridurre questioni complesse
a mere diatribe da bar o da social media non giova a risolvere criticità che impattano
fragorosamente sul nostro tessuto socio-economico e interessano a cascata molte
più persone di quanto non si pensi.
Si rischia, inoltre, nel più ampio
confronto con le associazioni, oggi più che mai necessario su vari temi ancora
in itinere, di creare un rapporto dualistico, adottando un approccio basato
sull’errato assunto di fondo “noi-voi” che molto difficilmente
assolverebbe in modo corretto e credibile alle esigenze e ai principi alla base
di una regolare concertazione e programmazione negoziata in favore del territorio.
Così come avrebbe davvero poco
senso creare o alimentare distanze tra piccoli imprenditori e fasce fragili
della popolazione, laddove l’interesse comune non può che essere quello del
progressivo miglioramento della qualità della vita della comunità puntando
quindi alla necessità di ridurre le occasioni di disgregazione sociale.
Va, per altro, ricordato che le Associazioni si sono anche rese disponibili a
trovare soluzioni congiunte proprio in favore delle persone con difficoltà
motoria, visto per altro che molte aree del centro storico di Lipari sono
addirittura prive di marciapiedi.
Atteso che nel caso di specie le
Associazioni rappresentano centinaia di aziende, composte da altrettante
famiglie e posti di lavoro e sgombrato il campo dall’equivoco di fondo che
le vorrebbe in contrapposizione con l’Amministrazione locale, occorre mantenere
la questione sui binari di ciò che è possibile e auspicabile fare nell’interesse
del territorio.
Il tavolo nasce (in gennaio),
dall’esigenza condivisa di lavorare alla ricerca di proposte e soluzioni al
tema del suolo pubblico con il duplice obiettivo di garantire tanto le esigenze
di decoro, viabilità e ordine pubblico del territorio quanto quelle di erogare importanti
servizi di accoglienza e di ristoro proprio a vantaggio della comunità e dei
turisti che in centinaia di migliaia ogni anno visitano le Isole Eolie.
Va da sé che in contesti urbani
come quelli micro-insulari - dove nei centri storici non è possibile creare
nuovi volumi e dove la funzione produttiva si concentra quasi totalmente nei
mesi estivi - l’impiego del suolo pubblico e l’impiego dei dehors non possa
che costituire elemento imprescindibile per lo sviluppo e il sostentamento
delle piccole aziende di famiglia del territorio, molte delle quali negli
anni hanno organizzato gli spazi interni proprio in funzione di quelli esterni.
È stato, infatti, calcolato che a
seguito dell’adozione del nuovo Regolamento Edilizio l’impatto su alcune
aziende comporterà una contrazione della capacità produttiva pari a circa il
30%. Questa, in alcuni casi, determinerà una riduzione di circa il 25%
della forza lavoro e in altri, addirittura, la mancata apertura del
locale.
Nel lavoro di verifica della
normativa ed elaborazione di proposte amministrativamente e tecnicamente
applicabili, le Associazioni si sono mosse nel solco di dover comunque
garantire un centro storico organizzato e ordinato, fruibile piacevolmente e
in serenità da tutte le categorie di utenza. In quest’ottica, proprio
rifacendosi ai dettami del codice della strada, si è avuto modo di dimostrare
come il recente Regolamento Edilizio - approvato, “frettolosamente” e in
totale assenza di confronto con le parti sociali, dal Consiglio Comunale lo
scorso 29 settembre – risulti inutilmente ben più restrittivo rispetto alle stesse
previsioni del codice della strada.
In buona sostanza – nel
convincimento di poter così ottenere un centro storico più ordinato, avendo
come riferimento principale gli eccessi verificatisi in passato sul Corso V.
Emanuele di Lipari e dintorni - si è inteso utilizzare impropriamente la
scure del Regolamento edilizio per ridurre ulteriormente la cornice operativa
del vigente regolamento di Suolo pubblico, senza rendersi ben conto che
tali eccessi non dipendono dall’assenza di regole più restrittive bensì
dall’impossibilità (visti i pochi vigili disponibili) di riuscire ad effettuare
tutti i controlli necessari per far rispettare quelle esistenti. Veniva,
altresì, sottovalutato il fatto che imporre regole economicamente e socialmente
insostenibili aumenta notevolmente il rischio che queste non siano rispettate
oltre a rendere ancora più impegnativi i controlli.
Attraverso il Regolamento edilizio
sono, quindi, stati superati in negativo alcuni parametri del Regolamento di
suolo pubblico (approvato nel 2021 e emendato solo nel luglio 2022a) andando ad
inserire dei distanziamenti maggiori per il passaggio dei pedoni oltre a
ulteriori quanto sterili e iniqui parametri per l’assegnazione degli spazi:
da un minimo di 35 mq ad un massimo del 75% dell’area interna di
somministrazione. L’evidente iniquità di tali parametri risiede nel fatto che, per
il primo parametro, a prescindere dalla superficie interna di somministrazione,
di fatto fino a 47 mq, la quantità di suolo pubblico concedibile rimanga
invariata (sempre 35 mq). Ma anche e soprattutto perché paradossalmente, con
una limitazione così rigida (massimo 75%), applicata in maniera orizzontale, si
penalizzano anche quelle attività che occupano suolo pubblico senza
contravvenire alle norme del codice della strada né creare intralcio a pedoni,
disabili e mezzi di soccorso.
Si è quindi avuto modo di far
rilevare come anche il Regolamento di Suolo pubblico in vigore necessiti di
alcune modifiche. Questo, infatti, prevede un divieto tout court al
rilascio di autorizzazioni o concessioni per l'occupazione della sede stradale
o di marciapiedi nelle isole di Panarea, Stromboli e Alicudi. Così come prevede
che le gastronomie, gli esercizi di vicinato/asporto siano esclusi da ogni possibilità
che venga loro concesso il suolo pubblico. È stato, infatti, rimarcato come per
legge questi esercizi non possano essere discriminati rispetto alla concessione
di suolo pubblico il cui utilizzo va, comunque, fatto escludendo il
servizio assistito di somministrazione e la possibilità di abbinare ripiani e
sedute.
Adesso si assiste a un
inspiegabile quanto inopportuna fase di stallo del confronto, visto che
la stagione turistica è avviata e che ormai da tempo le Associazioni hanno prima
elaborato e poi ulteriormente revisionato le loro proposte anche a seguito degli
utili confronti con gli uffici comunali.
L’ultimo incontro risale al 27
marzo dopodiché, a detta del Sindaco, ci si sarebbe dovuti rincontrare a
distanza di dieci giorni, ma ad oggi, nonostante i solleciti, tutto tace. Aumenta
così il timore di dover affrontare la parte centrale della stagione turistica
con regolamenti inadeguati che rischiano di risultare inutilmente dannosi per
diverse piccole aziende del territorio (già in difficoltà a causa di
un’economia asfittica e concentrata in soli pochi mesi l’anno) ma anche per
i visitatori che in alcuni periodi rischieranno di non riuscire a trovare
luoghi di ristoro adeguati e di dover utilizzare – loro sì – gli spazi pubblici
in modo incontrollato e privo di servizi.
Eppure, concludono le
associazioni, in attesa di una nuova convocazione, basta davvero poco
per raggiungere un’intesa che getti le basi per un regolamento unico in grado
di contemperare le esigenze di tutti.
D’altronde, ci si chiede, a
cosa sarebbe servito all’Amministrazione avviare e portare avanti un confronto
con le associazioni di categoria se non a produrre un risultato ottimale e
opportunamente calibrato e condiviso rispetto alle posizioni di partenza?
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