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lunedì 22 settembre 2008

Canneto: La famiglia Agrip "sfrattata" dalla burocrazia

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che il signor Salvatore Agrip, al centro di una incredibile vicenda unitamente alla sua famiglia, ha inviato al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente della Regione Siciliana, al Prefetto di Messina, al sindaco del Comune di Lipari, all’onorevole Antinoro Antonello Assessore Regionale B.B.C.C.A.A., all’onorevole Sorbello Giuseppe Assessore Regionale Territorio e Ambiente, al Soprintendente dei BB. CC. AA. di Messina. all’ingegnere capo del Genio Civile di Messina, al presidente del Consiglio Comunale di Lipari, ai consiglieri comunali di Lipari, a tutte le forze politiche presenti sul territorio di Lipari
e per conoscenza alla Procura della Repubblica presso la Pretura Circondariale Barcellona P. G.

IL TESTO INTEGRALE:
Mi chiamo Agrip Salvatore sono nato a Lipari il 28 aprile 1963 e ivi residente in Canneto via C. Battisti n° 190. Un illecito edilizio eseguito circa trenta anni fa dal Signor Restuccia Alessandro (ormai defunto da un anno) ha sconvolto e travolto la normale e tranquilla vita della Famiglia Agrip, che da oltre settanta anni ha vissuto nella casa di via Oberdan in Canneto-Lipari, posta “disgraziatamente” a confine e accorpata in una unica struttura portante con quella del Sig. Restuccia.
Certamente va riassunta per grosse linee la vicenda, iniziata negl’anni settanta, con i sopravvenuti illeciti edilizi, che nella loro fase esecutoria furono denunciati più volte alle autorità competenti da mio padre Antonino, (deceduto anch’egli nel gennaio del 2007) e il Pretore del tempo condannò l’esecutore per ben tre volte, ma nonostante ciò gli illeciti furono tranquillamente ultimati all’inizio degl’anni ottanta. Contemporaneamente, all’esecuzione dei spregevoli illeciti edilizi fatti dal Restuccia, l’abitazione dove noi vivevamo subì gravissimi cedimenti strutturali, cosicché mio padre fu costretto nel 1981 ad intraprendere un contenzioso civile per i danni subiti e intanto con l’introduzione della prima sanatoria edilizia, fece notificare in data 8 gennaio 1986, un atto stragiudiziale al Comune di Lipari, facendo presente i gravissimi danni strutturali subiti dagli illeciti edilizi e lo stato di pericolo in atto, chiedendo contestualmente il rigetto dell’istanza di sanatoria.
Da qui Agrip Antonino, sprofondato nell’angoscia e nell’indigenza, ma forte del suo straordinario senso civico, riposto verso le Istituzioni, condusse e produsse le sue ragioni con indomabile tenacia. Giustamente e meritevolmente riconosciute nei contenziosi civili, con l’aiuto determinante del Giusto Avvocato, che attraverso le aule di Tribunale hanno dato lustro alla vicenda.
Quello che con la presente si vuol portare a conoscenza è la scandalosa e vergognosa procedura amministrativa, condotta dal Comune di Lipari, che negli anni ha rilegato la famiglia Agrip e in primis i miei genitori ammalati e invalidati a vivere una condizione di sconfortante indecenza civile. Cosicché, dopo una attesa di circa dieci anni per l’esamina del condono edilizio del Signor Restuccia, mio p adre, nel 1995 visto l’aggravamento delle strutture portanti nella propria abitazione, causate dai notevoli carichi dovuti agli illeciti edilizi, con una serie di lettere richiama l’attenzione sulla vicenda, oltre che del Comune di Lipari anche del Genio Civile di Messina che a differenza del Comune di Lipari, ritenendo che nella lettera-denuncia veniva indicato che gli abusi edilizi del Restuccia erano stati edificati anche sopra la strada comunale, interessava la Procura della Repubblica di Barcellona P.G. che attraverso un procedimento penale accertava che il Signor Restuccia per ampliare il suo fabbricato si era anche impadronito di mq.10,00 della via Oberdan e pertanto veniva condannato con sentenza 75/00.
Mentre il Comune di Lipari incapace di dare risposte concrete con atti amministrativi, mio padre, attraverso delle lettere e rappresentandosi anche personalmente nelle loro sedi, incalzava l’amministrazione e gli uffici del 3° Settore preposto alla tutela del Territorio, rivendicando i propri diritti, negli atti consequenziali alla richiesta del condono da parte del Restuccia. Il primo risultato concreto si ebbe dopo anni, dal 3° Settore 2° Servizio che con istanza del 9/10/2000 prot. N° 31513 rigetto il condono edilizio in sanatoria presentato dal Restuccia circa quindici anni prima.
Cosi quando tutta la vicenda sembrava aver preso la giusta strada, con straordinaria lentezza degli uffici comunali nell’adempiere agli atti dovuti nei giusti tempi per arrivare alla doverosa e meritevole demolizione delle opere abusivamente edificate. Arriva una nuova legge di condono edilizio e il 26 aprile 2004 il Signor Restuccia ripresenta una nuova istanza di sanatoria edilizia. Intanto la situazione statica del fabbricato, attestata da una perizia giurata, risulta essere estremamente pericolosa, così i miei genitori che ormai vivevano da soli, per giunta gravemente ammalati e invalidati, con ordinanza n° 81 del 10/07/2003 del Dirigente del 3° Settore, vengono messi fuori dalla loro abitazione. Un atto sicuramente dovuto ma alquanto mortificante e in particolar modo nei confronti di un uomo che ha vissuto tutta la sua vita in quella casa e che 17 anni 6 mesi 2 giorni prima aveva rappresentato al Sindaco del tempo i gravissimi fatti.
Dopo lo sgombero e la successiva nuova istanza di sanatoria presentata dal Restuccia nell’ultimo condono edilizio, mio padre ebbe una nutrita e corposa corrispondenza con il Sindaco e i Dirigenti Tecnici del comune, dove rivendicava il sacro santo diritto di poter con la giusta tranquillità rientrare e vivere nella propria abitazione. Seguì una lettera inviata dall’Ufficio preposto all’esamina delle istanze di sanatorie edilizie e visto la delicatezza della questione, aveva rassicurato che la pratica del Restuccia veniva esaminata con priorità assoluta in deroga al protocollo. Contestualmente alla presentazione del condono edilizio si scopriva che il Restuccia, a firma del suo tecnico aveva rappresentato una situazione grafica dei luoghi non corrispondente al reale stato di fatto. Prontamente il tutto veniva portato a conoscenza della Procura della Repubblica, degli uffici comunali e del Genio Civile di Messina, quest’ultimo rispondeva dicendo che la titolarità del procedimento era del Comune di Lipari cosicché spettava a codesto ente accertare il tutto. Approssimativamente veniva fatto un sopralluogo tecnico da parte del comune e si inviava il verbale di constatazione al giudizio del Genio Civile di Messina! che sarà successo poi? Credo, proprio, il nulla.
Le problematiche familiari legate principalmente alla salute dei miei genitori, dove purtroppo mio padre è venuto a mancare all’inizio del 2007, hanno allentato la assidua corrispondenza fatta agli uffici comunali, prima della sua morte. Ma certamente non è mancata la nostra volontà e l’interessamento nel sapere cosa sia successo al procedimento in sanatoria inoltrato dal Signor Restuccia, visto che fino ad oggi siamo ancora nell’impossibilità di abitare e far vivere nostra madre nella casa di via Oberdan.
Personalmente ho richiesto delle informazioni al Sindaco e agli Uffici del 3° Settore con due lettere, l’8/10/2007 e il 13/02/2008, solo il Sindaco in tutte e due le occasioni mi ha risposto, sollecitando contemporaneamente il Dirigente del 3° Settore a darmi le dovute risposte e a dirittura con la massima urgenza. Fino ad oggi nulla risposta si è avuta dal dirigente del 3° Settore.
Signor Sindaco la Famiglia Agrip non cerca più il DIRITTO di una risposta dai suoi uffici, ma ha certamente il dovere di far conoscere tutto ciò alle Istituzioni sia di Garanzia che Politiche riportate in indirizzo.
Pertanto si invitano tutte le S.V. Ill. a venire sui luoghi per vedere e appurare, specialmente a chi opera sul piano politico, quanto da me detto, aiutandomi anche a capire meglio il perchè e del come su quanto esposto possa essere successo e continuare ad esistere, mi rendo disponibile con un contatto preventivo al cellulare N° 330417150 .
Alla fine una considerazione personale vorrei farla, nel rappresentare su chi era il Signor Agrip e il Signor Restuccia?
Il Signor Agrip Antonino, era un uomo che sin da ragazzo è andato a lavorare nelle cave di pomice e lo ha fatto per 40 anni, marito e padre di quattro figli, che con enorme sacrificio ha comprato la casa di via Oberdan dove aveva abitato da sempre.
Il Signor Restuccia Alessandro, era un uomo che per oltre 50 anni ha fatto il sacerdote, abitando nella sua casa in via Cavour sempre a Canneto, non ha mai abitato la casa di via Oberdan, che ha dato sempre in affitto ad altri, dove il profitto di due famiglie, forse era poco? E certamente per un maggior bisogno di profitto ha dovuto ampliare e sopraelevare abusivamente il proprio fabbricato.
Lipari 19/09/2008
Salvatore Agrip.