(Gazzetta del sud- Peppe Paino) Alla conferenza regionale della pesca si è parlato di tutto e di più ma c'è un problema che continua a restare irrisolto. Con l'inizio di aprile comincia il periodo della cattura dei grandi pelagici. Ma tunnidi e pesce spada che assicurano agli operatori del settore, in tre/quattro mesi, il reddito di un anno, non si sa, di fatto, con quale attrezzo possano essere pescati. Premesso che è stato preannunciato un inasprimento dei controlli per mare, per terra e per aria di Capitanerie di Porto e Guardia di Finanza volti a reprimere con l'applicazione di pesanti sanzioni amministrative e penali, il triplicato impiego, negli ultimi anni delle reti da posta derivanti quali le illegali reti spadare; considerato che il corretto uso delle reti ferrettare (2,5 km di lunghezza entro le dieci miglia e maglia delle reti di 18 cm) non viene ritenuto utile e che proprio per questo, tali reti si trasformano spesso in spadare, si rende indispensabile trovare urgenti soluzioni per non mandare al collasso, come nel caso delle Eolie, un importante settore della locale economia.
A tal proposito c'è un dato di fatto significativo: a Lipari, diverse famiglie di pescatori non ce la fanno più a garantire un futuro scolastico ai propri figli.
Quale futuro immediato, dunque, per i pescatori dell'arcipelago? Si è parlato di "metodo Spinella", un sistema che ha riscontrato davanti al sindaco di Lipari, Mariano Bruno e al rag. Pinuccio Spinella, pareri favorevoli in sede ministeriale, ma negativi a livello regionale come confermato dal consigliere Antonio Gugliotta, il quale ha incontrato il dirigente del Dipartimento, Salvino Roccapalumba. Un metodo che, si sostiene, trae origine da diversi regolamenti comunitari.
Ma c'è anche e soprattutto una carta da giocare. La più importante, cioè il Parco nazionale delle Eolie. Al Ministero dell'Ambiente sono già pronti e attendono pareri, per la predisposizione, dai quattro sindaci.