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domenica 26 ottobre 2014

A 'La Sapienza' Gullotta dà voce ai pescatori eoliani. Per corso di antropologia culturale su 'la voce e la memoria'

(ANSA) - Storie dimenticate quelle dei cavatori di pomice, dei pescatori, dei contadini, delle tessitrici di reti, dei guaritori eoliani, riti e credenze di tradizione orale passate di bocca in bocca nell'arco di millenni e giunte sino a noi, rilevate sul campo durante ricerche etnografiche iniziate negli anni Ottanta. A farle rivivere sarà la voce di Leo Gullotta che lunedì 27 ottobre alle 15 a la Sapienza, Facoltà di Lettere e Filosofia, incontrerà gli studenti nell'ambito del seminario 'La voce e la memoria', organizzato da Laura Faranda docente di Antropologia culturale.
Il materiale da cui attingerà l'attore catanese, che si esibirà gratuitamente, è quello raccolto dall'antropologa Marilena Maffei nell'arcipelago eoliano. Una memoria tenace su cui si plasma l'immaginario magico-religioso di terre vulcaniche segnate da fiumi di lava e sciare di fuoco. Ancora oggi, nell'era della globalizzazione, un patrimonio narrativo vivo e vitale che racconta di donne numinose che disdegnano le vesti e volano sui mari eoliani, di serpi dai lunghi capelli o dalle chiome pettinate a treccia, di animali che parlano con voce umana, di corpi femminili capaci di tramutarsi in vento e di altre subitanee metamorfosi di ammalianti creature. Miti antichi ibridati con figure del luogo, spiriti, demoni, folletti, monachelli pronti ad allieviare l'umanità dai mali della vita, ad addossarsene i carichi, a far defluire le angosce più profonde dell'esistenza umana.
"A questa materia narrativa, che ben si presta a una didattica dell'immaginario e della memoria - spiega Laura Faranda - Leo Gullotta darà corpo e sostanza, donando a giovani in formazione un tassello creativo della sua grande esperienza. Un dono tanto più prezioso in tempi di crisi e solitudine istituzionale delle nostre università, sopraffatte dall'indifferenza politica; un dono che dà la misura di come la presenza dell'attore, nelle stagioni del silenzio, sia inscindibile dalla generosità di una voce e di un corpo in azione, a servizio dei giovani e del loro diritto alla fantasia".

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