Cattivo funzionamento del depuratore (impianto pre-trattamento liquami) di Lipari.
Il Gup del tribunale di Barcellona, Salvatore Pugliese, ha prosciolto dall’accusa di omissione in atti d’ufficio e di violazione delle leggi di tutela ambientale, quattro dei cinque indagati che hanno scelto di essere giudicati col rito ordinario. Il non luogo a procedere è stato disposto nei confronti dell’ex sindaco di Lipari Mariano Bruno e del suo successore, Marco Giorgianni.
Oltre che per i due sindaci, che erano accusati di inquinamento e di omissione di atti d’ufficio, il giudice ha disposto il non luogo a procedere anche nei confronti di Domenico Russo, che era stato indagato nella qualità di dirigente pro tempore del Comune, e per l’imprenditore Rosario Gitto di Milazzo, gestore dell’impianto di pretrattamento liquami di Lipari, il quale era accusato di non aver adempiuto agli obblighi contrattuali.
Stralciata invece la posizione di un quinto imputato, Stefano Blasco, dirigente, nel periodo 1° gennaio 2011 e 31 dicembre 2012, del IV Settore del Comune di Lipari. Questi, infatti, ha scelto di essere processato con il rito abbreviato. IL processo è stato rinviato al prossimo 11 dicembre.
I difensori degli imputati, avv. Fabrizio Formica, Luca Frontino e Alberto Gullino, hanno dimostrato che, al momento della contestazione dei reati, si stava costruendo un depuratore nella frazione Canneto e che, sul vecchio impianto, non era possibile effettuare interventi per adeguarlo ai massimi livelli. Possibili solo interventi urgenti. Come d'altronde veniva fatto.
L’inchiesta, che ha portato alla richiesta di cinque rinvii a giudizio, è stata portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Milazzo e dei reparti speciali del Noe di Catania. Come si ricorderà il 10 maggio del 2013, nel contesto dell'indagine, fu sequestrato l’impianto di pretrattamento di contrada Santa Caterina.
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